Valencia – Juventus Streaming Gratis Link no Rojadirecta



Mercoledì 19 2018 alle ore 21 Valencia e Juventus si sfideranno per la prima giornata della fase a gironi della Uefa Champions League. Qui di seguito tutte le informazioni su come e dove vedere in tv e in diretta streaming Valencia Juventus  Valencia Juventus dove vederla



Dove vedere Valencia Juventus in tv La gara Valencia Juventus sarà visibile in esclusiva su Sky Sport.

Dove vederla in streaming

In streaming la partita sarà visibile per gli abbonati Sky su Sky Go, che consente di vedere i programmi Sky su pc e dispositivi mobili. Esistono vari modi per vedere le partite di calcio di ogni competizione in diretta streaming sul proprio dispositivo elettronico, sia esso un PC, uno smartphone o un tablet.

Molti siti, che propongono questi eventi dal vivo, sono illegali e offrono il più delle volte una qualità video e audio scarsa, oltre a venire periodicamente oscurati dalle autorità di polizia informatica per violazione del diritto di riproduzione.

Ci sono però numerosi portali che offrono la possibilità di vedere le partite di calcio in streaming live e in qualità HD. Molti, come Sky Go e Premium Play, sono a pagamento, altri del tutto gratuiti.

Le emittenti straniere che si possono vedere sono diverse e per accedervi basta cliccare sul relativo link. Quelle disponibili sono:

  1. Ceca Ceska Televize e Slovenska Televizia;
  2. Cina China Central Television;  
  3. Australia Special Broadcasting Service;
  4. Georgia Georgia Public Broadcasting;
  5. Honduras Televicentro;
  6. Radio Television of Kosovo;
  7. Colombia Radio Cadena Nacional;
  8. Ecuador RedTeleSistema;
  9. Surinaamse Televisie Stichting;
  10. Sanoma Media Netherlands;
  11. Turkish Radio and Television Corporation;
  12. Austria Osterreichischer Rundfunk;
  13. Germania Zweites Deutsches Fernsehen;
  14. Schweizer Radio und Fernsehen Grecia Elliniki Radiofonia Tileorasi;
  15. Cipro Cyprus Broadcasting Corporation;
  16. Radio e Televisao de Portugal;
  17. Lussemburgo Radio Television Luxembourg;
  18. Irlanda Raidio Teilifis Eireann;
  19. Finlandia Yleisradio Oy;
  20. Radio-televizija Srbije;
  21. Radiotelevizija Bosne i Hercegovine;
  22. Croazia Hrvatska radiotelevizija.

Chiamatela pure la Cristiano League, in fondo ha i numeri per pretenderlo: ne ha vinte cinque, ha segnato più di tutti (121 gol in 157 partite), ma soprattutto ama quella Coppa più di qualsiasi altro giocatore che vi partecipi. Chiunque abbia incrociato Ronaldo negli ultimi dieci anni ha captato l’effetto magico che esercita su di lui la massima competizione per club. E’ il suo palcoscenico, quello più luminoso, quindi quello sul quale brilla di più e, inutile girarci intorno, la vanità è uno dei motori più potenti fra quelli che fanno girare la macchina di muscoli con il numero sette della Juventus. Più la partita è importante, più gente intorno al mondo la sta guardando, più conta per far risplendere la propria gloria e più ci sono possibilità che Cristiano Ronaldo giochi al suo meglio. Non che snobbi i piccoli impegni, anzi! Zidane lo doveva convincere con lunghissimi e diplomatici discorsi a mollare il colpo in certe partitacce contro le piccole della Liga, in modo da preservarsi per i match che contano. Tuttavia, quando si tratta di Champions League, gli scatta qualcosa dentro, si accende un interruttore segreto e Cristiano entra in modalità Champions.
L’anno scorso è stato brutale nell’annientare gli avversari nel percorso che ha portato il Real Madrid a Kiev, andando in gol in tutte le partite (tutte!) dalla prima ai quarti di finale, con un totale di 15 gol in dieci partite, realizzando 5 doppiette.

Non ha messo a segno nessuna rete nelle semifinali con il Bayern e in finale con il Liverpool, rimanendo tuttavia determinante nel successo finale. Nell’edizione precedente aveva firmato 12 reti in 13 partite, risultando estremamente decisivo nei quarti e nelle semifinali con due triplette consecutive contro Bayern e Atletico.
«La Champions per lui significa qualcosa di più. Anche perché è la competizione che, soprattutto negli anni senza Mondiali ed Europei, risulta essere più decisiva di tutte per assegnare il Pallone d’Oro a cui lui tiene tantissimo», ha spiegato qualche mese fa Guillem Balague, il giornalista-scrittore che ha scritto una delle biografie più importanti sul fenomeno portoghese. Così come lo stesso Zinedine Zidane, che insieme con lui ha vinto le ultime tre Champions League, una volta aveva spiegato: «Quando sente aria di Champions League, Cristiano sembra innestare un’altra marcia. Non che nella Liga vada più lento, solo che quella competizione gli tira fuori ancora più velocità».
I numeri sono lì a dimostrare che in Coppa Ronaldo è completamente dominato dalla sua irrefrenabile smania di scrivere la storia e di apporvi il proprio nome in cima a quello di tutti gli altri. Nelle sue prime interviste da juventino, CR7 ha indicato in quel trofeo il suo obiettivo primario e, nella sua scelta di sposare la causa bianconera, ha inciso certamente il fatto che quella Coppa sia anche l’ossessione del club e di milioni di suoi tifosi. Cristiano, da solo, ne ha vinte cinque, tre in più della Juventus nella sua storia, ma non gli bastano. Vuole la sesta, che gli permetterebbe di agganciare il leggendario FranciscoGento che con il Real ne ha conquistate sei e di superare Florentino Perez che da presidente ne ha alzate cinque. Piccole vendette fra (ex) amici.

Qualcosa è cambiato. Ed è cambiato per sempre, perché la Juventus non torna più indietro da quest’estate. L’ingaggio di Cristiano Ronaldo ha segnato un passaggio definitivo e Andrea Agnelli lo ha spiegato in un’intervista al Financial Times. «L’acquisto di CR7 per la prima volta ha avuto un risvolto tecnico e uno commerciale», spiega il presidente chiarendo quello che, in fondo, si è capito da subito: Ronaldo sarà l’arma per provare a vincere la Champions League, ma nello stesso tempo sarà la chiave per aprire la porta della fama mondiale per il marchio bianconero. Una strategia dall’efficacia garantita, visto e considerato l’enorme portata della popolarità di quello che è senza dubbio il calciatore più famoso del mondo e uno dei cinque sportivi più conosciuti.
Il club è entrato in un’altra dimensione, quella nella quale ci sono il Barcellona, il Manchester United, il Real Madrid e il Bayern Monaco. Una strettissima cerchia che grazie alla risonanza globale del proprio nome alimenta il fatturato. Il che innesca un circolo virtuoso nel quale per tenere sempre alto il nome del club e incassare i soldi necessari a pagare l’ingaggio dei campioni, servono sempre altri campioni.

«Programmeremo uno alla volta i passi che ci porteranno a essere i numeri uno al mondo», ha spiegato Andrea Agnelli, chiarendo quindi che l’obiettivo finale è quello: riportare la Juventus al di sopra di tutti. Ambizioso? A questo punto realistico, nel senso che servono ancora dei passi, come spiega il presidente, ma il salto di qualità registrato con l’arrivo di Cristiano Ronaldo consente di programmare quei «passi», con la stessa lucidità con la quale sono stati programmati quelli che hanno portato a CR7. Le riunioni della scorsa primavera nella sede della Exor, con John Elkann e Sergio Marchionne, sono servite proprio a pianificare il cambio di strategia. Fino alla scorsa stagione, la Juventus aveva come obiettivo il raggiungimento di risultati e l’equilibrio di bilancio. Il traguardo, quindi, si ottenevano con la costruzione di una squadra nella quale si cercavano le occasioni e si limitavano gli stipendi. Ronaldo ha cambiato tutto o quasi, perché ha aperto la porta ai super top, quella categoria di giocatori che per costo del cartellino e, soprattutto, per il peso dell’ingaggio erano proibiti nella pianificazione del mercato.
Ora servono proprio quei giocatori, quelli che non solo possono fare la differenza in campo, ma riescono anche a prommuovere a livello globale il marchio, ripagandosi in questo modo l’ingaggio.
Fiumi d’inchiostro sono stati versati negli ultimi due mesi per spiegare l’impatto che CR7 sta avendo nei conti della Juventus, dagli abbonamenti allo stadio alle magliette vendute, dai nuovi sponsor che arrivano all’indotto provocato dall’aumentata popolarità del club. La Juventus, per esempio, sta apprestandosi a rinegoziare il contratto con Adidas e, molto probabilmente, lo farà anche con Jeep. Il valore della maglia, sovraesposta sui social grazie all’effetto Cristiano, potrebbe triplicare e questo consentirà non solo di ammortizzare i costi del portoghese, ma anche di acquistare altri campioni di quel livello. Quali? Agnelli dice: «Dobbiamo metterci nelle condizioni di prendere il prossimo Cristiano Ronaldo, ma questa volta di prenderlo a 25 anni». Una frase che fa sognare, perché giocatori del livello di CR7 sotto i 25 anni ingolosiscono solo a pensarci. A stilare un elenco ristretto si possono nominare: Kylian Mbappé, Paul Pogba, Marco Asensio, HarryKane, Sergej Milinkovic-Savic. Acquisti impossibili? Sulla carta sì, alcuni più impossibili di altri. Ma appena quattro mesi fa era impossibile anche l’ipotesi che la Juventus fosse in grado acquistare Cristiano Ronaldo. Qualcosa è cambiato e indietro non si torna: se il dominio del calcio mondiale è l’obiettivo, la strada non può essere che quella dei campioni.



Lascia un commento