Balotelli subisce cori razzisti a Verona



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Poteva essere una partita come tutte le altre, ma il match di campionato Verona-Brescia si è trasformato in qualcosa di diverso, quantomeno per lui, il Mario nazionale. Balotelli, centravanti della massima divisione calcistica e del Brescia Calcio, è stato oggetto di cori razzisti da parte della curva veronese. L’ira del centravanti è esplosa con un calcio al pallone scagliato proprio verso la curva da dove venivano quei cori osceni. A rincarare la dose ci si è messo Luca Castellini, capo della tifoseria dell’Hellas Verona e impegnato politica- mente con Forza Nuova: “Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana, ma non potrà mai essere del tutto italiano”.



La risposta di “SuperMa- rio” non si è fatta attendere: “Qua amici miei non c’entra più il calcio – dice su Instagram – state insinuando a situazioni sociali e storiche più grandi di voi, piccoli esseri. Qua state impazzendo. Però quando Mario faceva e vi garantisco farà ancora gol per l’Italia vi sta bene, vero? Le persone così vanno radiate dalla società, non solo dal calcio. Basta mandar giù. Basta. Basta”. Ebbene il capo ultrà è stato condannato al divieto d’ingresso allo stadio fino al 2030, ma non ha cambiato di una virgola il suo atteggiamento pieno di astio: “Ce l’abbiamo anche noi un negro in squadra, che ha segnato anche ieri e tutta Verona gli ha battuto le mani. Ci sono problemi a dire la parola negro? – aggiunge – Mi viene a prendere la Commissione Segre perché chiamo uno negro? Mi vengono a suonare il campanello?”.

LA PARME DELLA CURVA VERONESE Tuttavia, nessuna delle tifoserie prende le difese di Balotelli, né la sua né quella degli avversari. I bresciani attribuiscono i fatti e la sua reazione all’eccessivo nervosismo in campo per una partita delicata, sia per la squadra che per l’allenatore. Quelli della curva veronese attaccano la stampa e Balotelli: “Le dichiarazioni personali di uno dei leader della curva non possono giustificare la caccia alle streghe scatenata da media e istituzioni nell’ennesimo tentativo di criminalizzare e infine giustiziare l’intero mondo Ultras. (Questo non significa – continua la loro dichiarazione ufficiale – che certi cori siano legittimi e accettabili, ma nemmeno che i tifosi gialloblu siano tutti razzisti e che la curva del Verona sia una sorta di ritrovo del KKK”.

Riguardo al calciatore dichiarano: “Siamo estremamente convinti – con riferimento al dito medio esposto contro i tifosi dell’Inter e alla macchina fotografica rotta al fotografo a Genova – che Balotelli sia a tutti gli effetti italiano e perfino bresciano, ma l’arroganza che sembra trasparire di continuo dalla sua persona non è giustificabile. Le celebri ‘balotellate’ sono ormai storia nota e conclamata. Ciò che più conta sono lo spirito di sacrificio, la passione, il rispetto, le motivazioni e la maglia sudata, concetti che al momento parrebbero a lui sconosciuti. Ci sentiamo di condannare ogni gesto, ogni provocazione palesemente ostile e discriminatoria, però, vogliamo dare la nostra solidarietà a chi ha subito l’ennesimo provvedimento liberticida, questa volta non dalla Questura, che evidentemente non ha ritenuto così grave l’atteggiamento suddetto, ma dalla propria società”.

TANTE LE DICHIARAZIONI DISDEGNO “Razzista non è una citta, ma i comportamenti”, commenta Damiano Tommasi, veronese e presidente del sindacato calciatori. “Se qualcuno fa il verso della scimmia a un giocatore perché è di colore, quello è razzismo. E anche se sono due, sono troppi. In pochi sanno che il patrono di Verona, San Zeno, era un vescovo di colore e che qui sono nati i comboniani, attivi in Africa”. Con fa Fico e fa piccola Pia  “Abbiamo dato importanza a queste persone, nessuno ha avuto la forza di condannarli”, commenta Fabio Capello ai microfoni di Radio 1. “Si sentono forti in gruppo e pecorelle quando non sono in gruppo. Per questo fanno vedere il loro osceno modo di pensare. La reazione di Balotelli è stata eccessiva sotto un certo aspetto, ma importante. Sotto questo aspetto si parla poco, ma decisioni serie poche. Basterebbe fare come in Inghilterra, ci sono delle telecamere. Servono decisioni, non chiacchiere”.

Il calcio è il riflesso della vita sociale, della storia e della civiltà di un Paese”, commenta Arrigo Sacchi su Radio Capital. “Abbiamo disconosciuto tutti i valori, non solo nel calcio ma anche nella vita. Il nostro Paese non è solo in crisi economica, ma anche in crisi morale e culturale. È un Paese che disconosce regole e valori. È un fatto culturale e non si risolve facilmente”. Sull’eccessiva tolleranza mostrata finora dice: “Mi spieghino perché le curve sono dei porti franchi. Bisogna cominciare a pulire le curve. Tanto si conoscono quali sono le persone meno affidabili e uso un eufemismo. E gli impediscano veramente di venire allo stadio, come hanno fatto in Spagna: lì hanno risolto il problema degli ultras non facendoli più entrare”.



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