Diretta Napoli Atalanta in Streaming 22 Aprile 2019



Napoli  – Atalanta  Diretta, dove vedere la partita in tv

La partita Napoli – Atalanta verrà trasmessa Lunedi 22 Aprile in diretta e in esclusiva da Sky e nello specifico su Sky sport Serie A canale 102 Sky Sport 251. Tutti gli abbonati Sky potranno seguire la partita in streaming anche da dispositivi mobili come smartphone, pc, tablet e attraverso le piattaforme online Sky Go e Now TV. Molti sono i portali che danno la possibilità di assistere ad eventi sportivi in diretta streaming e sono davvero tanti. Esistono anche tanti siti che propongono eventi dal vivo, ma che non sono legali e danno anche nella stragrande maggioranza dei casi problemi e scarsa qualità video e audio. In genere questi siti vengono anche essere oscurati dalla Polizia informatica, proprio per la violazione del diritto di riproduzione. Esistono quindi dei portali legali che danno la possibilità di poter vedere le partite di calcio in streaming live, offrendo anche una qualità HD. Tra queste non possiamo non citare Sky Go e Premium Play che sono a pagamento, mentre altri sono gratuiti.



Diretta Napoli – Atalanta

Streaming Napoli – Atalanta – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.

C’era una volta Duvan, come anni fa lo battezzò De Laurentiis per distinguerlo sulle maglie dal cugino milanista Cristian, e poi c’è Zapata. Duvan Zapata, come oggi lo chiaman tutti quelli che ne commentano le ottime prestazioni e i gol. Venticinque, per la precisione: il simbolo della maturità di un giocatore che nell’estate 2017 scelse di andare via definitivamente per giocare con continuità e che domani ritornerà al San Paolo più maturo, più completo e anche piuttosto soddisfatto. Per un motivo ben preciso: il Napoli, come tante volte è accaduto nelle strane storie del calcio, ha rimesso gli occhi su di lui. Proprio così: tanto da inserirlo nel novero dei giocatori valutati per il futuro. A sorpresa, però con criterio: non è davvero un caso, insomma, che da un po’ un osservatore del Napoli segua sistematicamente le partite dell’Atalanta e del suo centravanti. Ex di lusso.

DIMENTICATO E RIPESCATO. E allora, il ritorno del panterone colombiano: uno slogan che a questo punto, per come si sono messe le cose, è davvero tutto un programma. O quantomeno un codice da decifrare: perché l’idea di valutare il riacquisto di un giocatore ceduto a più riprese sin dalla fine della stagione 2014-2015, prima all’Udinese in prestito biennale e poi alla Samp definitivamente, suona piuttosto singolare a distanza di quasi quattro anni. Senza contare tutto quello che è successo in questo tempo trascorso da separati. Del tipo: Zapata arriva alla Samp e dichiara di essere stato “emarginato a Napoli”. Oppure: una volta a Dimaro, in occasione dell’ultimo ritiro con Sarri e in piena trattativa con il Torino, gli azzurri scendono in campo per l’allenamento e Duvan non si trova. Sarà partito per andare affermare con i granata, pensarono tutti. Macché: non rientrando nei piani del tecnico con la tuta, al momento della conta in albergo sfuggirono sia la sua assenza sia il particolare che fosse ancora in camera. Singola.

LA METAMORFOSI. Di acqua ne è passata, da quei giorni. E a scorrere sono stati soprattutto i gol realizzati con la maglia dell’Atalanta, alla prima stagione: 25 in 41 partite, di cui 20 in 31 giornate di campionato (con 5 assist); 2 in 6 turni di Europa League; e 3 in altrettante gare di Coppa Italia (2 alla Juve). E mica soltanto questo: nel carnet ci sono anche un poker al Frosinone, in trasferta, e soprattutto tanta qualità. Non più soltanto forza, progressione e colpi di testa: Zapata è cambiato anche nella morfologia, nella struttura, e oltre all’abituale potenza oggi è un giocatore con maggiore agilità, personalità, cattiveria in area. Un attaccante completo che, dopo il primo gol da ex segnato nella partita d’andata, strappò anche i complimenti a Davide Ancelotti: quando sarà riscattato dalla Samp, diventerà l’acquisto record della storia del club nerazzurro (26 milioni di euro in totale).

PRESENTE E FUTURO. Ritrovarlo domani da avversario con questi presupposti, in un’Atalanta sempre pericolosa e obbligata a vincere per sperare nella Champions, sarà molto stuzzicante. In chiave campionato, e dunque presente, e in ottica futuro. E dunque mercato: perché lui conosce perfettamente i pensieri del Napoli nei suoi confronti, altroché, e anche se sulla maglia c’è scritto sempre Duvan, ora sa che nessuno può pensare di confonderlo ancora.

Il grande dubbio della vigilia più strana dell’intera stagione del Napoli di Ancelotti riguarda il capitano. Interrogativo ovvio, inevitabile, consequenziale alla luce di tutto quanto è accaduto nella notte della sconfitta con l’Arsenal: e legato all’impiego di Lorenzo Insigne in attacco. E’ così, con questa incertezza tecnico-politica, che comincia la caccia all’Atalanta, in arrivo domani alle 19 al San Paolo: squadra micidiale, se in giornata, e soprattutto caricata a mille dalle motivazioni di una corsa Champions che per gli azzurri è quasi aritmetica e per i ragazzi di Gasp una missione complessa ma possibile. E prestigiosa. L’ultimo obiettivo dichiarato da Carletto dopo l’eliminazione in Europa League, invece, è consolidare il secondo posto. E magari anche il gruppo. E al di là di quelle che saranno le scelte di formazione, oggi sarà attuato un altro escamotage: squadra in ritiro.

DIETROFRONT. E allora, la Pasqua azzurra. Con sorpresa: sebbene fosse in agenda un allenamento di buon mattino e poi la mezza giornata libera da trascorrere in famiglia, alla fine Ancelotti ha modificato i programmi spostando la seduta al pomeriggio e inserendo la notte in albergo. Seppur contrario, come aveva precisato lui stesso prima del bis con l’Arsenal: «Sono contro i ritiri: è meglio che un giocatore stia a casa con i figli, piuttosto che sui social o al computer», disse. Sarà per la prossima: oggi andrà così. Mentre le idee sono meno chiare sulla formazione che domani scenderà in campo con l’Atalanta in un San Paolo annunciato semivuoto: 15mila, i biglietti venduti finora.

LORENZO E DRIES. Il primo e più interessante dubbio di una stagione votata al turnover, dicevamo, riguarda l’impiego di Insigne dal primo minuto. Lorenzino vive il momento peggiore della sua carriera azzurra, inutile girarci intorno, e il contorno recente non ha fatto che moltiplicare gli interrogativi: il rapporto difficile con la città; i fischi che hanno accompagnato la sua sostituzione con l’Arsenal; il dialogo fatto con Carletto nascosto da una mano; la frase di papà Carmine rimbalzata allo stadio e poi negata («Ancelotti è un pacco»); la figura di Raiola sullo sfondo. La prima domanda, o forse la prima risposta, è però legata alla sua presenza nella formazione titolare anti-Atalanta: cosa che, stando a quanto è circolato ieri, non è poi così improbabile. Lui con Mertens, perché no. L’allenatore ci pensa e valuta; riflette con la consapevolezza che un’esclusione avrebbe un peso diverso dal solito turnover. Ma tant’è. Per il resto, Ospina più di Meret in porta; Hysaj e Rui candidati al rientro, così come Verdi e Younes. Fuori causa Maksimovic (infrazione al secondo dito del piede destro) e Ounas (differenziato per lui); lavoro sempre più intenso per Albiol.

Talvolta l’apparenza inganna. Nella vita, come nel calcio. E andando a Zingonia, capita di incontrare un Papu forse un po’ affaticato. E pensi: «Come fa ad andare sempre a mille all’ora?». Un dubbio che ci può stare, vedendo il suo sguardo e immaginando un balloon (nei fumetti, la «nuvoletta» che contiene parole e pensieri) del genere: «Sono veramente stanco». Ovviamente si interpreta, anche scherzando, perché mai ha pronunciato certe frasi. O meglio, solo una volta. A dicembre, dopo quasi due mesi nel nuovo ruolo: «Rispetto a prima il lavoro è diverso, al 90’ sono k.o.». Il 21 ottobre (Chievo-Atalanta 1-5) addio alla zolla da esterno, benvenuta a quella da trequartista. Da quel giorno obbligatorio aiutare De Roon e Freuler in mediana, altrettanto inventare là davanti. E tutto, facendo regolarmente su e giù. Mica semplice. L’apparenza, però, può tradire. A casa Gomez la fatica non esiste, con il Napoli toccherà quota 40 match in tutte le competizioni. Sono parecchi, giocati quasi tutti da protagonista.

SEMPRE PRESENTE La stagione del Papu è iniziata il 26 luglio, i primi minuti nel 2-2 contro il Sarajevo. In Europa League, altre 5 presenze per un totale di 555’, interrotti nella maledetta notte di Copenaghen (26 agosto). In Coppa Italia, dove il bello deve ancora venire (giovedì la semifinale di ritorno con la Fiorentina), altri 267’, mentre in campionato ne ha saltati solamente 180: in panchina nel primo 3-3 contro la Roma (27 agosto), non convocato per Torino (23 febbraio, 2-0 all’Olimpico) per un problema ai flessori di una coscia. Per contare le sue assenze (2), le dita di una mano bastano e avanzano. E pure allo stadio San Paolo, nonostante l’incrocio imminente con Montella e i suoi, sarà al proprio posto. Tra le linee, dove spesso si è dimostrato decisivo in questa stagione.

GRANDINUMERI Per info, dare un’occhiata allo score personale: 1 gol in 3 partite di Coppa Italia, altri 2 nelle 6 in Europa, ma soprattutto 6 reti e 9 assist in 30 gare di Serie A. Niente male, non c’è da sorprendersi. L’argentino non è solo leader e capitano, probabilmente è anche il calciatore più importante nella rosa di Gasperini. Senza nulla togliere a un «trita-record» come Zapata (25 centri in totale, 20 in A) e a un talento meraviglioso di nome Ilicic (11 gol e 7 assist in campionato), tatticamente il nuovo Gomez ha stravolto l’Atalanta. E così andò in archivio il tridente in linea, di conseguenza la crisi post-Copenaghen (2 punti conquistati in 6 giornata, poi l’1-5 di Verona). Maggior spazio per Duván (non più ingabbiato al centro) e Josip, che sulla destra ha regalato uno show dopo l’altro. Entrambi, probabilmente, offriranno una cena all’amico con il 10 sulle spalle.

PER IL POKER Un «gigante» che si scalda per il Napoli, già affrontato 14 volte (davanti Inter e Juventus con 15 e Fiorentina con 16). Nel mirino il gol numero 4 in questa «sfida nella sfida». Per rispolverare il primo bisogna tornare al 17 ottobre 2010, all’inizio dell’avventura con il Catania: finì 1-1 controMazzarri, il Papu annullò il vantaggio firmato Cavani. Con l’Atalanta, invece, si va al 20 dicembre 2015, anche se quei 90’ di Bergamo non furono proprio da ricordare: Sarri, infatti, passò 3-1 grazie ad Hamisk e alla doppietta di Higuain. Non lo furono nemmeno quelli del 22 marzo 2015, l’argentino (già ammonito) entrò in ritardo su Callejon al 55’. Inevitabile il rosso (1-1 il finale, a segno Zapata e Pinilla). Bellissimo, invece, il 2 gennaio di un anno fa. Quel giorno Gomez fu determinante all’ 81’ mettendo al sicuro il pass per la semifinale di Coppa Italia. Domani, entrando al San Paolo, di certo ripenserà a quel sinistro che si infilò sotto la traversa. E nella 40a presenza stagionale, sarebbe il massimo centrare un super bis.

L’ordine? «Vietato scegliere, giochiamole». Come? «Con positività, un finale così è straordinario». Gian Piero Gasperini non avrebbe potuto utilizzare parole migliori per spiegare ciò che a Bergamo stanno vivendo in questo periodo. Normale se ti giochi un mese che potrebbe diventare storico: «L’obiettivo è centrare almeno un traguardo, altrimenti l’attuale stagione sarebbe, per certi aspetti, incompiuta», ha spiegato il tecnico in conferenza. Dipenderà dal piazzamento in Serie A e dalla Coppa Italia: «Prima, però, c’è il Napoli». Avversario forte e da rispettare: «L’eliminazione con l’Arsenal? Dopo il k.o. di Londra è diventata dura. Detto ciò, sono una squadra forte, compatta e che gioca bene. Non avere la motivazione del titolo può essere negativo, ma anche positivo».

AVANTI DEA Doveroso pensare al San Paolo, anche se è inevitabile dare uno sguardo al match di giovedì. La Fiorentina, k.o. ieri con la Juventus, usufruirà di 48 ore in più per preparare la semifinale di ritorno: «Discutere del calendario è una cosa tipicamente italiana. Il nostro è un po’ strano, ma non vado oltre. Non vorrei sprecare energie importanti, pensiamo a giocare senza fare calcoli». A livello personale, i prossimi 30 giorni rappresenteranno il momento più importante della carriera? Per il Gasp, impossibile nascondere il sorriso: «Non saprei, di certo è fantastico arrivare a questo punto della stagione nelle nostre condizioni. Andiamo avanti con serenità, la pressione non deve esistere».

A ZINGONIA Dalle dichiarazioni al campo, nella rifinitura a porte chiuse di questa mattina Gasperini proverà l’undici anti- Napoli. Sicuri Gomez e Zapata, mentre Ilicic (che da settimane convive con un fastidio al ginocchio sinistro) è favorito su Pasalic e Barrow («Josip è unico che potrebbe saltare qualche minuto nelle prossime tre partite », ha spiegato il mister). In difesa, davanti a Gollini, con Mancini e Masiello uno tra Djimsiti e Palomino, a centrocampo Hateboer (squalificato in Coppa Italia), De Roon e Freuler, a sinistra ballottaggio Castagne- Gosens. Per la Fiorentina raggiunta quota 19.155.



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