Fabrizio Corona ritorna in carcere, ecco il perchè



Il fotografo dei vip non manca di sorprendere ancora: Fabrizio Corona torna in carcere. Non è poi una gran novità. Negli ultimi anni è uscito e rientrato varie volte, facendo crescere la curiosità del popolo della Rete, dei magazine, dei quotidiani e non solo. La sua stravagante modalità di vivere è uno specchio che stimola l’emulazione. In fondo lui si mostra come il “figo” cui tutto è possibile.
C’è chi lo ritiene un eroe che sovverte ogni regola, rompe gli schemi, crea situazioni al limite della legalità.



C’è chi lo condanna per il suo comportamento trasgressivo e chi resta indifferente alle sue performance. Anche se scuote la curiosità di giornalisti come Massimo Giletti, che non esitano a invitarlo nei loro programmi. Corona, insomma, fa audience, attira la curiosità del pubblico, stimola commenti e giudizi.

Di fatto è un personaggio atipico, insofferente alle regole, incurante dell’altro: arriva a gamba tesa creando scoop mozzafiato che sgretolano le persone, s’insinua in luoghi inaccessibili sfidando la sorte, scuote con la sua dirompenza i talk show cui è invitato.

E così le porte del carcere, in questi giorni, si sono nuovamente aperte per lui a causa della sua modalità irriverente e irrispettosa di giocare con la vita delle persone e le situazioni. «Affidamento terapeutico sospeso», così ha deciso il giudice dato il suo modo di agire. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la vicenda spiacevole toccata a Riccardo Fogli, naufrago nell’ Isola dei Famosi, cui Corona ha svelato in diretta Tv un presunto tradimento della moglie.

Hanno contato anche il non rispetto della disposizione di non lasciare la Lombardia e la rischiosissima visita nel “boschetto della droga”, cui Giletti ha dedicato una serata a Non è l’arena. Insomma, tutti questi comportamenti hanno indotto il giudice a decidere di farlo rientrare in carcere. In cella, forse, potrà contenere la fame costante di mettersi in mostra, di toccare zone inaccessibili, di infrangere tutto quello che rientra nella normalità. Anche se, conoscendo il suo tratto personologico, questa potrebbe rivelarsi un’impresa impossibile.

Ma, al di là delle sue eclettiche modalità di mordere la vita, che denunciano una personalità istrionica e narcisista, c’è da chiedersi come la sua famiglia e soprattutto suo figlio vivano tutto questo. «Ha distrutto le nostre vite… Ha fatto tanti errori e ha distrutto la sua vita e in parte anche la mia», ha dichiarato la mamma di Corona, Gabriella, che si occupa amorevolmente di Carlos Maria, il figlio che Fabrizio ha avuto da Nina Morie.

E Carlos Maria, che oggi ha 16 anni, come vive la sua vita incastonata in una realtà esclusivamente social e ricca di colpi di scena che in men che non si dica diventano virali? I suoi genitori per anni hanno lottato tra loro in maniera agguerrita, a suon di denunce, per contenderselo, al punto che il figlio è stato affidato a lungo alla nonna patema. Poi sono giunti a più miti atteggiamenti, tant’è che per il bene del figlio hanno fatto pure una vacanza insieme in Salente. Certo, Carlos non ha avuto e non ha vita facile, sballottato qua e là, sostenuto da una genitorialità che di genitoriale ha ben poco. Qualche mese fa, grazie all’aiuto del padre, con un video pubblicato su Instagram ha catturato l’attenzione del pubblico social ed è diventato anche lui un personaggio della Rete. Carlos e il padre hanno duettato in un colloquio in cui cercavano di spiegare la motivazione per cui il ragazzo, a 16 anni, ha sentito il bisogno di immergersi nel mondo di Instagram. Ha scritto Carlos: «Credo in mio padre. Credo nella mia famiglia ritrovata. Inizio di una nuova vita». Eppure, anche in quest’occasione i due genitori non hanno esitato a tirarsi frecciatine. C’è da chiedersi: per loro è più importante il bene del figlio o il loro bisogno di farsi pubblicità?

Certo, il volto di Carlos Maria non appare dei più felici. Come potrebbe essere diverso? Da adolescente in pieno marasma emotivo, con il bisogno di avere punti fermi per costruirsi come persona, con la ri cerca tipica di quest’età di un mito in cui identificarsi, come può riuscirci, trovandosi in un vortice senza fine di scoop giornalistici, entrate e uscite dal carcere del padre, di difficoltà personali anche della madre Nina, che tempo fa è stata ricoverata per delle ferite ai polsi che hanno fatto ipotizzare un tentativo di suicidio?

Il padre, per un adolescente, rappresenta il mito maschile cui tendere, la persona che dona stabilità, sicurezza e fermezza. L’adolescente mette in discussione la figura del padre per stimolare in lui la fermezza del suo comportamento, la stabilità del suo esserci, la determinazione rispetto alle regole da seguire. Tutto ciò, per un adolescente, è essenziale per potersi costruire come persona.
Fabrizio Corona invece sovverte le regole, le stesse che l’adolescente ha bisogno di rompere sapendo di avere un contenimento paterno che lo sostiene e lo protegge.

Corona trasgredisce, irrompe nella vita con la ferocia di un leone. Come può Carlos Maria trovare quel sostegno sicuro che un adolescente ha necessità di avere? Come può introiettare all’interno di sé una figura solida, ferma, coerente, stabile, per trasformarla in qualcosa di essenziale per la sua vita? Corona queste qualità non le ha di certo! Emerge invece l’identificazione imitativa che Carlos Maria ha verso il padre. In lui ritrova la figura che si assimila al bisogno trasgressivo dell’adolescenza: diventano compagni di gioco, sgretolando il ruolo di padre e figlio. Questo può essere preoccupante, poiché il giovane potrebbe assorbire e far sua la modalità ci comportamento del padre, il suo modo di irrompere nella vita con arroganza. Un padre così crea quella dimensione da “figo” che a questa età non guasta mai.

C’è da augurare a Carlos Maria che nel corso della sua vita incontri punti di riferimento solidi, sani, sicuri, che gli permettano di sperimentare altre situazioni, sicuramente più normali. Per esistere ed essere apprezzati non c’è solo la strada della trasgressione. La ferita narcisistica, che hà la sua piena stabilizzazione in età adolescenziale, può trovare cura solo in un contenimento amorevole vero, non in una vita dove l’unico mito è irrompere sotto gli sguardi altrui, sentendosi potenti e unici.

Era una spada di Damocle che pendeva da tempo sulla sua testa e alla fine il filo sottilissimo che la reggeva è caduto. Fabrizio Corona è tornato in carcere lunedì 25 marzo, soltanto poche ore dopo aver inscenato una nuova violenta polemica con Vladimir Luxuria, tipica del suo stile, a Non è l’arena e dopo alcune settimane in cui l’ex manager fotografico aveva fatto parlare di sé, e non in modo positivo, per tutta una serie di episodi che, come vedremo, hanno pesato, e non poco, sulla perdita della libertà.

Facciamo un passo indietro. Corona sta scontando una condanna cumulativa a otto anni e otto mesi per una serie di reati, tra cui estorsione (ai danni di Trezeguet e altri calciatori) frode fiscale, bancarotta fraudolenta, evasione fiscale e persino corruzione ai danni di una guardia carceraria. Il 21 febbraio 2018 il magistrato di sorveglianza ha disposto l’affidamento di Corona a
una comunità di Limbiate, soprattutto per consentirgli di disintossicarsi dalla cocaina, ma anche perché i magistrati avevano ritenuto che il modo migliore per lui di riabilitarsi fosse quello di continuare a fare la sua professione di manager nel mondo dello spettacolo.

Da quel momento però, di giorno in giorno, i comportamenti di Corona si sono fatto sempre più trasgressivi e la Procura già qualche mese fa aveva chiesto la revoca dell’affidamento in prova e quindi il ritorno in cella. Dopo di che la situazione è precipitata velocemente. Sono tre gli episodi incriminati, per cui alla fine il giudice Simone Luerti ha deciso di dar ragione alla Procura. 11 primo è strettamente tecnico: Corona ha violato la disposizione che gli imponeva di non lasciare il territorio della Lombardia e in ogni caso di comunicare alle autorità dove avrebbe passato la notte. A dicembre, ad esempio, dopo una serata nel Vicentino, ha raggiunto Udine senza autorizzazione, tornando a Milano solo alle 4 di notte, due ore dopo la visita di controllo dei Carabinieri.

La seconda “follia” con cui Corona si è giocata la libertà è la rissa ingaggiata con degli spacciatori nel “boschetto della droga” di Rogoredo, dove era andato come inviato di Non è l’arena. Il giudice ha fatto notare che non è il caso che un condannato che è in libertà per seguire una terapia di disintossicazione abbia contatti con spacciatori, neanche se, come in questo caso, decisamente ostili. Infine ha pesato, e non poco, il comportamento aggressivo contro Riccardo Fogli nelFormai arcinota, e famigerata, puntata dell’Isola dei famosi. Un atteggiamento “non congruo”, secondo il giudice, a un condannato che deve riscattarsi. Ora Corona torna in carcere. Fino a quando? Entro una ventina di giorni dovrebbe esserci una nuova decisione del Tribunale di sorveglianza. E se questa fosse negativa, il manager fotografico rischia di trascorrere in cella tutta la pena residua, che ammonta a circa due anni. Salvo nuovi processi e nuove condanne.



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