Fiorentina – Milan Streaming Gratis Come vedere Diretta live Tv no Rojadirecta



Fiorentina  – Milan  Streaming, dove vedere la partita in tv

La partita Fiorentina – Milan verrà trasmessa Sabato 11 Maggio in diretta e in esclusiva da Sky e nello specifico su Sky sport Serie A canale 102 Sky Sport 251. Tutti gli abbonati Sky potranno seguire la partita in streaming anche da dispositivi mobili come smartphone, pc, tablet e attraverso le piattaforme online Sky Go e Now TV. Molti sono i portali che danno la possibilità di assistere ad eventi sportivi in diretta streaming e sono davvero tanti. Esistono anche tanti siti che propongono eventi dal vivo, ma che non sono legali e danno anche nella stragrande maggioranza dei casi problemi e scarsa qualità video e audio. In genere questi siti vengono anche essere oscurati dalla Polizia informatica, proprio per la violazione del diritto di riproduzione. Esistono quindi dei portali legali che danno la possibilità di poter vedere le partite di calcio in streaming live, offrendo anche una qualità HD. Tra queste non possiamo non citare Sky Go e Premium Play che sono a pagamento, mentre altri sono gratuiti.



Rojadirecta Fiorentina – Milan

ROJADIRECTA Fiorentina – Milan – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.

per uno come lui al quale – lo ha ribadito anche ieri – non piacciono «le carezze »ma«il bordello e l’aria tesa», di certo non c’è motivo per lamentarsi. Negli ultimi due mesi il Milan di bordelli a Gattuso ne ha serviti a ripetizione: comportamentali, disciplinari, di gioco e di classifica. Sono questi i contesti in cui si sente a suo agio, racconta Rino. E probabilmente è anche così che la gente rossonera vuole sentirlo sempre parlare, sebbene l’aria tesa sia meglio respirarla a boccate piccole: meglio l’ossigeno dell’anidride carbonica. Quella che si conclude, per esempio, è stata la settimana del caso Bakayoko. Quello del mancato ingresso col Bologna e dei vaffa in panchina.Quello seguito ad altri due fatti poco edificanti: l’ostensione della maglia di Acerbi e il ritardo all’allenamento che ha scatenato l’ira dell’allenatore con conseguente ritiro punitivo plenario. Bordello su bordello, talmente affastellati da far dire all’allenatore: «La cosa che mi spiace di più è che la vittoria sulBologna è passata in secondo piano perché si è parlato soprattutto di Bakayoko.

Ho detto che era una cosa da chiarire nello spogliatoio e così abbiamo fatto. Ce la siamo cercata, ma poi ho visto una squadra che si è allenata bene e ha fatto quello che ho chiesto». Nessun rancore Sì, Rino e Timù si sono chiariti. Lo hanno fatto sotto gli occhi di Leonardo e Maldini anche se non è che ora escano a cena insieme tutte le sere. Ma probabilmente hanno individuato il modo per concludere la stagione insieme nel modo migliore per il bene comune. Hanno bisogno uno dell’altro e questo è un concetto chiaro. Il francese ha bisogno dell’allenatore per provare a lasciare un ricordo migliore di sé. E l’allenatore ha bisogno di lui perché, al di là dei comportamenti inopportuni, Bakayoko nella seconda parte di stagione è stato – con Piatek – il rossonero col rendimento migliore. Come fare di necessità virtù, insomma, concetto che Gattuso fa capire bene: «Ci sono gli episodi, ci sono i confronti ma l’importante è metterli da parte perché c’è il club e ci sono i risultati. Io non ho mai portato rancore ai giocatori e loro mai a me». In parole povere il francese stasera giocherà dal primo minuto perché il chiarimento c’è stato, il caso è rientrato e in campo c’è bisogno di lui. Convocato d’esempio Così come di Suso, tornato finalmente al gol e chiamato a elargire quella fantasia venuta a mancare con la squalifica di Paquetà. Semmai è interessante analizzare la convocazione, a sorpresa, di Biglia. In realtà non si tratta di un recupero miracoloso, ma di ben altro: «È convocato ma non è a disposizione, però è giusto che stia a contatto con la squadra perché è una presenza importante». Il parallelo per far capire chi nello spogliatoio è un esempio da seguire è piuttosto evidente. Bakayoko per necessità allora (cosa che fa discutere molti tifosi sull’opportunità). Bakayoko che ieri pomeriggio campeggiava in un abbraccio di gruppo sul profilo Facebook del club, perché per inseguire il quarto posto occorre pensare positivo e «non è tutto deludente come viene detto – dice Gattuso -. Siamo davanti alla Lazio e assieme alla Roma. Ora proviamo a vincerle tutte, voglio vedere la voglia di saper soffrire. E per quanto mi riguarda so solo che devo raggiungere il quarto posto. Poi si vedrà». Il Milan a questo punto della stagione non era così vicino alla Champions da sei anni: sarebbe un delitto mollare ora.

La vigilia del duello se n’è andata in archivio all’insegna del fair play, parola che al Milan evoca sinistri scenari svizzeri, ma che qui ha soltanto significati positivi. Vincenzo Montella e Rino Gattuso hanno avuto parecchie storie tese, da quando il secondo ha sostituito il primo sulla panchina rossonera. Ora, però, mentre entrambi attendono di capire il proprio futuro, le polemiche paiono sotterrate, almeno a giudicare dalla parole dette prima del rendez-vous in Fiorentina-Milan. «Quando il settore giovanile venne affidato a Rino, consigliai alla dirigenza di sostituirmi con lui, se si fosse reso necessario – ha raccontato l’Aeroplanino ieri –. Lo saluterò con grande piacere». Da Milanello, Gattuso s’è limitato a ribadire «grande rispetto» per il collega. Eppure il fuoco ha continuato a lungo a covare sotto la cenere, dopo l’avvicendamento in panchina avvenuto a fine novembre 2017. Il motivo? I rilievi di Rino sulla condizione atletica non brillante della rosa che aveva ereditato. «Ho trovato una squadra in difficoltà, ma non posso cambiare tutto in una settimana, sebbene la mia metodologia sia molto diversa da quella Montella», disse Rino dopo il pazzo pari di Benevento (firmato dal portiere Brignoli). Finché il suo predecessore, stanco di sentirsi chiamato in causa, affidò alla Gazzetta la replica lo scorso dicembre. Parole pesanti: «Rino sbaglia a insistere sul discorso atletico, alleno da più tempo di lui e ho conoscenze maggiori, sfido chiunque a un confronto pubblico, dati alla mano». Attacco rinforzato da Emanuele Marra, preparatore al Milan durante l’era Montella (poi «sacrificato» dallo stesso Vincenzo su richiesta dei dirigenti): «Ho sentito inesattezze su carichi di lavoro e diete vegane, tentammo di innovare con idee molto diverse da quelle di Gattuso». Acqua passata, pare. Ma questo incrocio col passato, sulla via per la Champions, il Milan se lo sarebbe evitato volentieri.

Imperatore è in viaggio per Rize. La corsa scudetto continua. Il suo Galatasaray ha anche un altro impegno in agenda. Mercoledì disputerà la finale di Coppa contro l’Akhisar. E lui vuole aggiungere un altro trofeo al suo ricco albo d’oro. La voglia di andare a insegnare calcio in giro per il mondo è sempre nel suo cuore. Ma Fatih Terim, alla fine, ha scelto di restare a vivere e a vincere in Turchia. La sua «casa». La Serie A, però, continua a essere oggetto delle sue attenzioni. L’Imperatore sa tutto del nostro torneo e delle sue protagoniste. E non ha mai smesso di fare il tifo per Fiorentina e Milan, le due squadre italiane che ha guidato. Stasera al Franchi saranno una contro l’altra. L’analisi del tecnico del Galatasaray parte dai rossoneri. Da un Gattuso che prima di salutare il Milan sta cercando di portarlo in Champions. «Gattuso – osserva Fatih Terim – prima di tutto è un grande uomo. E ha un carattere formidabile. Come giocatore è stato eccezionale. Ha vinto tutto con la maglia del Milan e con la nazionale italiana». 3Da allenatore, invece, sta ancora cercando la sua dimensione. «È già un buon tecnico. E sono sicuro che farà una buona carriera. Ha solo bisogno di tempo, di maturare esperienze. E di sentire fiducia». 3Il Milan è sempre in corsa per un posto in Champions. «Ho visto la classifica di Serie A. I rossoneri sono a tre punti dalla zona Champions. Non è perso niente. Anzi, una grande società come il Milan ha nel suo dna la possibilità di realizzare imprese importanti. Per me la squadra di Gattuso può tranquillamente vincere le prossime tre partite e qualificarsi per la Champions. È tutto nelle sue mani». 3I rossoneri avrebbero bisogno di ritrovare i gol di Piatek. «Il centravanti che è arrivato dal Genoa è un buonissimo giocatore. Ed è un grande bomber come dicono i numeri. Se non sbaglio ha ancora la possibilità di vincere la classifica dei cannonieri. È un centravanti da Milan e grazie al Milan può solo migliorare». 3La nuova proprietà si è affidata a Leonardo e Maldini. «Sono stati grandi giocatori e bandiere del Milan. Credo che faranno bene anche da dirigenti perché loro sanno cosa è il Milan e quali sono le normali ambizioni del club». 3La Fiorentina, invece, sta chiudendo una stagione fallimentare. «Quando punti sui giovani può capitare di sbagliare un campionato. La Fiorentina è la squadra più giovane della Serie A e una delle più giovani d’Europa. Però tra i viola ci sono talenti importanti. Ci sono le basi per costruire una squadra più forte». 3Firenze ancora nel cuore. «Firenze e la Fiorentina per me rappresentano qualcosa di speciale. Stiamo parlando di una città che ha delle bellezze uniche nel mondo e di una squadra che è circondata da una passione incredibile. Ho dei bellissimi ricordi e amicizie che, nonostante siano passati tanti anni, conservo ancora con grande gioia. Io sono un tifoso viola». 3Sulla panchina della Fiorentina è arrivato Montella. «Un tecnico giovane e preparato. Che, nel suo precedente ciclo, ha già regalato ai tifosi viola momenti emozionanti. Mi sembra una scelta giusta». 3Il gioiello della Fiorentina è Federico Chiesa. «Ho avuto l’onore di allenare suo padre. Enrico Chiesa è stato un grande del calcio italiano e ha aiutato la Fiorentina a vincere una Coppa. Anche il figlio ha colpi straordinari. Non mi sorprende che lo corteggino i grandi d’Europa. Nei movimenti e in alcuni colpi ricorda il padre. Ma ha anche tanta forza, tanta grinta. Piatek da una parte e Chiesa dall’altra: al Franchi il divertimento è garantito».

11 digiuno di Krzysztof Piatek inizia a preoccupare. E attaccante del Milan non aveva mai attraversato un periodo così difficile da quando è approdato in maglia rossonera a gennaio. E’ il momento più complicato del polacco dopo un avvio decisamente vibrante, quando si eia presentato con la doppietta al Napoli in Coppa Italia. Ora però il Pistolero ha le polveri bagnate e ultimamente non riesce più ad andare a segno. Solo due tiri nello specchio della porta negli ultimi 292 minuti di gioco in campionato, quattro partite e zero gol in serie A (più una in Coppa Italia), quando precedentemente ne aveva effettuati sei, con due gol, in 270 minuti. Per uno come lui vivere un periodo così lungo di astinenza da gol è sicuramente rilevante, considerando le 21 reti stagionali in serie A tra Genoa e Milan in 34 partite. La stanchezza si è presentata nel momento più importante dell’anno, quando bisognava imprimere l’accelerata finale per conquistare il quarto posto, invece Piatek non è più produttivo come prima. Un fase di appannamento coincisa con la crisi della squadra, che ha perso punti dolorosi neH’ultimo mese, e soprattutto è uscito dalla Coppa Italia contro la Lazio. In questa fase Piatek è sembrato il fantasma di se stesso, un giocatore lasciato troppo solo e in balia delle difese avversarie.

FASE DOWN. Non è tutta colpa del polacco se le occasioni da rete sono diminuite drasticamente. Poiché Gattuso ha cercato di variare schemi di gioco per riattivare una fase offensiva in grande affanno, ma senza grossi risultati. Tranne nella sfida vinta di recente contro il Bologna, in cui ha ritrovato il gol Suso, il Milan ha faticato parecchio contro Parma e Torino, dove ha ottenuto solo un pareggio. Addirittura in trasferta contro i granata, match che ha spedito i rossoneri al settimo posto, Piatek non è partito nemmeno titolare, a conferma che nemmeno lui è intoccabile. Dall’ultimo gol segnato dal polacco, ovvero in casa della Juve nella sconfitta per 2-1, sono passate cinque partite senza lasciare il segno, e quest’aspetto preoccupa molto Menatole. Domani contro la Fiorentina partirà titolare e tutto il Milan si aspetta che il bomber riprenda a macinare record e aiuti il gruppo a giocarsi nel modo migliore le residue speranze Champions.

VOLONTÀ’. Piatek grazie ai suoi 21 gol in campionato per un lungo periodo si è trovato in testa alla classifica marcatori, ma ora Quagliarella ha preso il largo. In queste ultime rie partite vorrebbe tomaie in carreggiata, dando sicuramente un apporto maggiore alla fase realizzativa. Un sentimento che condivide anche il terzino rossonero Andrea Conti, anche lui pronto a fare di più per il bene del Milan: «Sicuramente so che non sto bene come prima dell’infortunio, non sono in condizione, vorrei dare di più, ma so che ci vorrà del tempo, devo trovare la condizione e la continuità per tornare ai miei livelli», ha confessato il rossonero a Media- set «Cerco sempre di dare il massimo. Soffro perché so di non essere quello che si vede ultimamente, sapere di poter dare di più è la cosa che mi fa più male». Ma sulla corsa al quarto posto tutti sono convinti di potercela fare: «Ci crediamo al 100%, però sappiamo che non dipende solo da noi. C’è rammarico perché sappiamo di aver sprecato tante occasioni, ma comunque ci crediamo fino alla fine».



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