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Anche ieri Fonseca è stato chiaro. «Il rinnovo di Edin era un mio desiderio, ma penso abbia fatto felice un po’ tutti. Io però ci ho sempre creduto, fin dal primomomento in cui ho messo piede qui a Roma ». Già, ed infatti proprio Fonseca è stato il principale artefice della permanenza di Dzeko nel club giallorosso. Perché ci ha lavorato su non solo dal punto di vista tattico, ma soprattutto da quello psicologico.



E la sua Romache oggi parte ufficialmente in campionato contro il Genoa si poggerà molto proprio sul centravanti bosniaco. Perché ha bisogno dei suoi gol, delle sue giocate e della sua leadership. Senza Daniele De Rossi è proprio Dzeko l’uomo di maggiore peso, carisma, personalità. E la Roma di Fonseca riparte proprio da lui. La scalata Dzeko è alla quinta stagione in giallorosso e finora ha segnato ben 87 reti. Nella classifica dei marcatori giallorossi di sempre è al settimo posto, al fianco di Abel Balbo, un altro che ha lasciato il segno eccome. Se però tanto dà tanto e se le premesse stagionali saranno confermate, allora Edin potrebbe arrivare addirittura a ridosso del podio.

Già, perché davanti a lui c’è Montella a 102, Manfredini a 104 e Volk a 106. Insomma, tutta gente che nell’arco di una stagione può essere agguantata, considerando poi anche che la Romadi Fonseca giocherà un calcio molto offensivo ed è destinata a segnare molti gol (e, di conseguenza, Dzeko con lei). Considerando anche che il recente rinnovo di contratto lo ha portato a legarsi in giallorosso fino al 2022, non è escluso che Dzeko alla fine della sua avventura romanista non riesca a superare anche Amadei e Pruzzo, dovendosi arrendere alla fine solo al totemdei totem, Francesco Totti. Insomma, nelle prossime tre stagioni il bosniaco può diventare davvero il miglior cannoniere della storia giallorossa.

Totti escluso, ovviamente. Al via In questa speciale rincorsa Dzeko ripartirà dal Genoa, una delle squadre a cui ha segnato di meno in Italia. Esattamente un solo gol in 7 sfide personali, anche se un gol pesante, perché è stato uno dei tre con cui la Roma superò il Genoa per 3-2 all’ultima partita del 2016-17, acciuffando in extremis la qualificazione in Champions. E c’è da scommetterci su che stasera sarà carico a pallettoni, anche perché il rinnovo e la fiducia di Fonseca lo hanno di fatto rigenerato. La moglie Amra è alle stelle per la permanenza a Roma, Edin anche ha rimesso il sorriso, dopo un’estate di dubbi e incertezze.

Il fatto poi che la Roma si poggi fortemente su di lui, è una responsabilità in più. Perché Dzeko è davvero il centravanti perfetto per il gioco di Fonseca. Perché fa da regista offensivo, apre gli spazi, dialoga con i trequartisti e lavora per gli inserimenti da dietro dei compagni. Insomma, Fonseca non aveva il minimo dubbio su chi volesse davvero al centro del suo attacco, Dzeko quei dubbi se li è tolti strada facendo. Il suo vice Che poi il problema ci sarà eventualmente quando Dzeko dovrà riposare o si fermerà ai box magari per un infortunio o una squalifica. Lì ci sarà da capire cosa farà poi Fonseca, considerando la scarsa fiducia del tecnico portoghese in Schick (confermata anche ieri: «Ci sono giocatori che ci mettono più degli altri a capire cosa voglio in campo») e la partenza di Defrel alla Sampdoria. Nei giorni scorsi alla Roma è stato offerto Christian Stuani, 33 anni, attaccante uruguaiano del Girona, con cui ha un contratto fino al 2022. Stuani può giocare sull’intero fronte d’attacco, anche se oggi è più centravanti che non attaccante esterno. In Spagna nelle ultime due stagioni ha segnato 41 gol in 67 partite. La Roma ci penserà su, la prossima settimana sarà decisiva anche in tal senso.

L’Aurelio ritorna a casa. Andreazzoli e la Roma, una storia iniziata molti anni fa quando l’unione con Luciano Spalletti, suo compagno a Coverciano, aveva creato un rapporto fra toscani così solido da ritrovare i due insieme prima a Udine e poi proprio nella capitale. Era il 2005: Andreazzoli curava principalmente la parte tattica. Dopo l’addio di Spalletti alla Roma, però, l’attuale allenatore rossoblù rimase a Trigoria, con Ranieri, Montella, Luis Enrique e Zeman, di cui poi avrebbe ereditato la panchina. Un matrimonio giallorosso interrotto solo due anni fa, quando a sorpresa era arrivata la chiamata dell’Empoli. Per l’allenatore rossoblù è il primo ritorno da avversario all’Olimpico contro il suo passato: «L’anno scorso ero a riposo, andavo in bici… Ma a Roma ho tanti amici, anche perché lì ho vissuto alcuni fra i migliori anni della mia vita. La Roma è stata importante per me, ma spero di darle un dispiacere». Anche perché i primi «cinquanta giorni di governo» (rossoblù), come li chiama lui, sono stati positivi. Andreazzoli, l’uomo che a Trigoria era riuscito a imporre le sue idee con il ragionamento e le buone maniere, ha fatto altrettanto a Genova, e la ricetta s’è rivelata vincente. La piazza genoana ai suoi piedi: in due mesi, le amarezze della stagione passata sono state dimenticate. E oggi Andreazzoli si può godere anche Criscito: temeva di non poterlo schierare per via dell’influenza e invece il difensore sarà regolarmente in campo all’Olimpico.

Dove vedere la partita Roma– Genoa

Sarà un incontro tutto da vedere e piuttosto incandescente. Sarà possibile assistere al match a partire dalle ore 20.45 di oggi, domenica 25 agosto 2019, in tv grazie a Sky sport, in esclusiva per gli abbonati all’emittente satellitare. La partita, inoltre, verrà trasmessa in diretta sui canali Sky Sport Serie A e sul 251 del satellite. Sarà inoltre possibile vedere la partita sui canali Sky Sport Serie A e su 251 del satellite. Chi vorrà, potrà anche seguire Roma- Genoa anche in streaming grazie all’applicazione SkyGo, ovviamente da utilizzare su tutti i dispositivi portatili, tablet e computer.

iva l’allegria, viva la leggerezza. Il ciuff o di Paulo Fonseca emana benessere ed entusiasmo all’inizio di quella che lui stesso ha defi nito «una grande sfi da». Usa un’espressione portoghese, «dor de cabeça», per spiegare l’imbarazzo che gli procura la scelta dei giocatori da mandare in campo, ma il suo è un mal di testa performante, l’eff etto collaterale necessario di una mentalità diff erente dall’ordinario: «A me non basta vincere, voglio dominare le partite attraverso il gioco. Su questo principio io non arretro». Lo ha detto quando era lontano da Roma, non cambia idea a Trigoria. Non è una visione onirica, è un teorema concreto che ha già conquistato i giocatori. Nella conferenza stampa che lo accompagna al debutto contro il Genoa, Fonseca aggiunge: «Sono convinto che il modo migliore di difendersi sia tenere la palla. E quindi insisteremo su questo tipo di calcio per la maggior parte del tempo, occupando la metà campo avversaria. E’ ovvio poi che dovremo contrastare le ripartenze, dovremo essere pronti. Anche a me interessa fare risultato, l’allenatore è appeso ai risultati. E io qui alla Roma voglio restare molto a lungo, altrimenti non avrei fi rmato un contratto di due anni più uno». LA ROSA. Da settimane chiede pubblicamente un difensore centrale. Aspettando di essere accontentato, chiarisce: «Io sono molto soddisfatto dell’organico che mi è stato messo a disposizione, non sono per nulla preoccupato. Qualunque tecnico vorrebbe lavorare con la squadra al completo sin dal primo giorno di ritiro, ma non è così facile prendere un giocatore che migliori la rosa. Petrachi, con il quale sono perfettamente in sintonia, non sta cercando un difensore qualsiasi. Ci serve un calciatore di livello, di esperienza ». Intanto Mancini e Çetin, i due nuovi centrali, restano fuori: «Ora giocano Fazio e Juan Jesus. Mancini ha bisogno di tempo perché si deve abituare a un sistema difensivo diff erente, mentre Çetin è un investimento che la società ha fatto per il futuro. E’ una specie di scommessa». OLD STYLE. Il sorriso si allarga quando viene nominato Edin Dzeko, sulla cui conferma Fonseca si è speso in prima persona: «Sono contento che sia rimasto. Ma vi confesso che sin dal primo giorno ero fiducioso rispetto a questa possibilità. Desideravo che rinnovasse il contratto, per fortuna la trattativa ha avuto un esito positivo. Per noi ovviamente è un calciatore importante ». Schick invece è in bilico e potrebbe lasciare la Roma nei prossimi giorni: «Per adesso è con noi ed è convocato. Ci sono calciatori che hanno bisogno di più tempo per far emergere il proprio talento. Patrik è uno di questi. E capisco che la concorrenza di Dzeko non sia semplice». Un centravanti dunque può arrivare. Invece un attaccante esterno serve meno perché «abbiamo Florenzi, l’ho provato spesso in allenamento più avanti. E’ una soluzione che possiamo sfruttare adesso che c’è un terzino come Zappacosta». LO SCAMBIO. Per correttezza preferisce non commentare le indiscrezioni su Rugani, «un buon difensore, ma siccome non fa parte della Roma non è il caso di parlarne», però fotografa con obiettività la situazione di Alessio Riccardi, che potrebbe essere coinvolto nello scambio con la Juventus: «Nessuno mi ha comunicato la sua partenza, quindi immagino che la trattativa non sia diventata concreta. Vedremo. Sicuramente devo conoscerlo meglio, perché da quando sono arrivato lui è stato spesso infortunato. Molti lo descrivono come una grande speranza per il futuro però è meglio non caricarlo di pressioni ». Sembra di capire che neppure l’eventuale addio di Riccardi gli toglierebbe il buon umore.



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