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Inter – Roma  Streaming, dove vedere la partita in tv

La partita Inter – Roma verrà trasmessa Sabato 20 Aprile in diretta e in esclusiva da Sky e nello specifico su Sky sport Serie A canale 102 Sky Sport 251. Tutti gli abbonati Sky potranno seguire la partita in streaming anche da dispositivi mobili come smartphone, pc, tablet e attraverso le piattaforme online Sky Go e Now TV. Molti sono i portali che danno la possibilità di assistere ad eventi sportivi in diretta streaming e sono davvero tanti. Esistono anche tanti siti che propongono eventi dal vivo, ma che non sono legali e danno anche nella stragrande maggioranza dei casi problemi e scarsa qualità video e audio. In genere questi siti vengono anche essere oscurati dalla Polizia informatica, proprio per la violazione del diritto di riproduzione. Esistono quindi dei portali legali che danno la possibilità di poter vedere le partite di calcio in streaming live, offrendo anche una qualità HD. Tra queste non possiamo non citare Sky Go e Premium Play che sono a pagamento, mentre altri sono gratuiti.



Rojadirecta Inter – Roma

ROJADIRECTA Inter – Roma – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.

Vinci e poi decidi. Scegli. Pianifichi, chiarisci. In una parola: progetti. Ecco perché questo Inter-Roma è un acceleratore di gravità, una porta sul futuro. Match point, perché una vittoria vorrebbe dire gioco partita e incontro per il club nerazzurro, certezza (anche se non ancora matematica) della qualificazione alla prossima Champions. Con tre conseguenze più o meno immediate. La prima è la schiarita sul fronte allenatore, ruolo sul quale sono in corso ragionamenti societari nonostante un contratto leghi Spalletti al club ancora per altre due stagioni. La seconda è sul mercato, perché la vittoria oggi garantirebbe all’Inter un anticipo di programmazione rispetto alle avversarie. Logica conseguenza del terzo punto, che poi è quel che più interessa a Suning, ovvero la conferma del trend di crescita nel fatturato garantito anche per il bilancio 2020 (quello 2019 beneficerà degli introiti della Champions già giocata), alla ricerca dell’obiettivo dei 400 milioni entro il 2021: questo prevede il piano Zhang. Lo prevede dopo aver superato lo scoglio del fair play finanziario, che ieri Spalletti in conferenza ha definito «il nostro socio di maggioranza», come a ricordare i paletti dell’Inter che è stata e dell’Inter che verrà, per la quota plusvalenza di circa 40 milioni comunque da coprire entro il 30 giugno.

PANCHINA Il discorso allenatore è quello centrale. E l’incertezza non può durare all’infinito. L’Inter ha deciso che mollerà Spalletti solo per due potenziali profili: il primo è quello di Antonio Conte, il secondo porta il nome di Massimiliano Allegri, pista evidentemente percorribile solo in caso di rottura con la Juventus. Spalletti ha però diverse carte da giocarsi. E Zhang Jindong non sarebbe così convinto della svolta tecnica, anche per ragioni economiche. Ragioni in fondo non così distanti da quelle che hanno spinto ieri Spalletti a difendere il lavoro del d.s. Piero Ausilio della scorsa estate: «Lo scambio Zaniolo-Nainggolan? Abbiamo dovuto prendere delle decisioni per salire un gradino in maniera veloce, Zaniolo era un sacrificio necessario per avere una differenza immediata di risultato ». Differenza cha lo stesso Spalletti ha tenuto a sottolineare, per rimarcare il suo lavoro: «Se siamo qui a sei giornate dalla fine, vuol dire aver ridotto il gap con squadre che sono state stabilmente sul podio negli ultimi anni, ovvero Roma e Napoli. Le nostre avversarie europee in semifinale? L’eliminazione con l’Eintracht non mi crea nessun imbarazzo, eravamo in difficoltà di formazione come lo è stato il Napoli con l’Arsenal o la Juve con l’Ajax. Piuttosto, siamo stati bravi a rialzarci». E ancora, un altro paio di passaggi significativi dopo il dribbling su Totti («Lui dirigente? Preferisco non dire nulla, comunque vada la Roma sarà forte»). Il primo è una frecciata a Ranieri, che ha più volte detto di non apprezzare il gioco costruito con il portiere: «Nei migliori club europei se il portiere non sa giocare con i piedi non viene nemmeno guardato in faccia, e noi continuiamo a dire che la costruzione bassa è un danno». Il secondo è sulla partita: «La nostra corda è tirata al punto giunto, l’obiettivo è la vittoria».

ZHANG A SAN SIRO Vittoria che vorrebbe gustarsi anche il presedente Zhang, tornato a Milano e oggi presente in tribuna a San Siro. Naturale che la  prossima settimana potrebbe essere quella buona per affrontare anche discorsi di mercato. Che Dzeko sia l’obiettivo numero uno in attacco e che Icardi sia in uscita non ci piove. Che la Champions possa dare lo slancio per altri colpi alla Godin, pure. L’Inter insegue un grande colpo a centrocampo, quel che la scorsa estate non è stato Modric: Rakitic, Barella e Pellegrini sono nella lista della spesa. Per provare a salire altri gradini: in cima alla montagna, in fondo, ci si arriva un po’ alla volta.

La domandona è la stessa anche stavolta: Lautaro o Icardi, chi giocherà dal primo minuto contro la Roma? Per la seconda settimana di fila, dopo il reintegro di Maurito e il ritorno dall’infortunio del Toro, Spalletti si ritrova con tutti e due gli attaccanti. A Frosinone domenica scorsa ha scelto l’ex capitano anche perché il diffidato Lautaro arrivava da soli tre giorni di allenamenti in gruppo. Stasera l’allenatore potrebbe seguire le nuove gerarchie, che danno il numero 10 in vantaggio per il presente ma anche per il futuro nerazzurro. Niente anticipazioni, però. «Mi viene difficile dover dire chi giocherà tra Icardi e Lautaro perché vanno fatte delle valutazioni – ha detto Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia –. Stanno bene tutti e due, la scelta sarà fatta in maniera coerente ma sarà difficile perché tutti e due meriterebbero di giocare contro la Roma».

IN RIALZOLuciano parla di «coerenza » e forse si riferisce a quello che è successo negli ultimi mesi: ecco perché le quotazioni di Lautaro puntano verso l’alto in questo sabato prepasquale. Viste le risposte del 21enne attaccante ex Racing di Avellaneda durante la «latitanza » di Icardi, sembra difficile che avendolo recuperato al 100% Spalletti pensi di farlo tornare in panchina, riportandolo al ruolo avuto prima di metà febbraio. È vero che Mauro alla Roma ha già segnato 6 gol (compreso l’ultimo realizzato su azione, nell’andata del 2 dicembre), ma stavolta potrebbe entrare a partita in corso in caso di necessità. Lautaro all’Olimpico quasi 5 mesi fa giocò 9’, subentrando a Perisic, però ora all’Inter i tempi sono cambiati e il Toro è maturo per affrontare un nuovo spareggio Champions da titolare, proprio come nel derby, ultima sua apparizione in Serie A, datata 17 marzo e bagnata con il rigore che ha fatto la differenza.

PANCA Vedere Icardi in panchina, comunque, è una vera rarità: quest’anno il numero 9 non è stato titolare con Parma, Cagliari, Genoa e Frosinone ed è rimasto tutti i 90 minuti a sedere solo contro i rossoblù sardi e i rossoblù genovesi. Per il resto, al di là delle partite saltate durante il braccio di ferro con la società (6 quando era ancora sul lettino, una quando era già rientrato nel gruppo), Icardi è sempre stato un giocatore che all’Inter si fa tutta la partita. E intanto di Maurito è tornata a parlare Wanda. A Verissimo, che andrà in onda oggi dalle 16.10 su Canale 5, la moglieagente dell’argentino ha detto: «Mauro continua a segnare. Lui va avanti perché è il forte della famiglia. Adesso è più sereno. Abbraccia tutti perché ha sempre avuto un rapporto bellissimo con tutti. Saremo qui anche il prossimo anno». Parole concilianti, anche per il futuro prossimo dell’ex capitano. Ma la realtà, al momento, è molto diversa: le strade dell’Inter e di Mauro, se non ci saranno clamorose sorprese, si divideranno a fine stagione. Perché su Lautaro non ci sono più dubbi.

Un Danilo sulla fascia destra l’Inter ce l’ha già ed è D’Ambrosio. Ma nel futuro nerazzurro ce ne potrebbe essere anche un altro: Danilo, appunto, 27enne brasiliano del Manchester City, potrebbe essere il nome nuovo per sistemare la difesa. È lui ad affiancare Matteo Darmian nella corsa a un ruolo che l’Inter deve coprire, considerando che Cedric non sarà certamente riscattato.

CONTATTI È la storia dei contatti allacciati dal club nerazzurro con l’entourage di Danilo, che ha già espresso il gradimento alla destinazione italiana. Ma l’Inter gioca su più tavoli, nulla è stato ancora definito. La scorsa estate in quel ruolo era arrivato Sime Vrsaljko, fresco di secondo posto mondiale con la Croazia: frenato dai problemi fisici, non ha mai inciso ed è uscito definitivamente di scena a inizio 2019; a fine gennaio è arrivato in prestito in extremis Cedric: il portoghese si è visto poco e non verrà riscattato dal Southampton; alla fine la carretta l’ha tirata praticamente tutta la stagione Danilo D’Ambrosio, che fin qui ha giocato 33 partite. Ecco perché Marotta e Ausilio adesso stanno pensando a un rinforzo. Danilo, arrivato a Manchester nell’estate 2017 per 30 milioni, guadagna 4,5 milioni netti a stagione fino al 2022. Per portarlo via dall’Inghilterra servono tra i 20 e i 25 milioni di euro, ben più dei 17,5 che l’Inter aveva programmato di spendere la scorsa estate per il riscatto di Vrsaljko. Sbarcato in Europa, al Porto, nel 2011 dal Santos, Danilo ha fatto anche due stagioni al Real Madrid: con i Blancos ha vinto due volte la Champions, nel 2016 quasi da protagonista (per lui 68’ in campo a San Siro nella finale- derby con l’Atletico) e nel 2017 da comprimario. Prima di passare al City anche il Chelsea di Antonio Conte gli aveva fatto la corte – e chissà che non sia un indizio ulteriore – ma lui alla fine aveva preferito la squadra di Guardiola. Ora ecco il sondaggio dell’Inter, frutto di un’idea che viene da lontano. Tra l’altro il d.s. nerazzurro Piero Ausilio è stato in Inghilterra di recente, il 9 aprile per l’andata dei quarti Champions tra Manchester City e Tottenham: Danilo non era convocato, ma l’occasione potrebbe essere servita all’Inter per fare un passo in avanti nell’affare.

DUELLO Vicino a Danilo non è giusto dimenticare il nome di Darmian. Il terzino del Manchester United vuole rientrare in Italia, nonostante sia scattato il rinnovo automatico fino al 2020 con l’attuale club. Ausilio lo aveva trattato anche la scorsa estate prima di virare su Vrsaljko, anche a gennaio era stato un’opzione prima di Cedric. All’Inter ha diversi estimatori, tra cui lo stesso Beppe Marotta, che più volte lo ha inseguito ai tempi della Juventus. Rispetto a Danilo, Darmian ha il vantaggio di rappresentare un affare molto più vantaggioso dal punto di vista economico: per portarlo via da Manchester potrebbero bastare 10 milioni, a fronte dei 12 di valutazione dei Red Devils. Chissà che non sia un elemento decisivo.

Occhio ai testacoda, sulla strada come nella vita, perché potrebbe capitare di ritrovarsi proprio nella direzione opposta da quella in cui si è partiti. Lorenzo Pellegrini lo sa e così stasera gioca contro l’Inter una partita non certo come le altre, visto che sfiderà quel club che in estate farebbe carte false per averlo. Insomma, il paradosso è dietro l’angolo, anche perché in ballo c’è un posto per la Champions League della prossima stagione.

DINAMICHE «La partita arriva nel momento migliore per la Roma – dice il centrocampista –. Oltre a d aver vinto, sono due partite che va bene e non prendiamo gol. Dobbiamo continuare così, cercando di vincere anche a Milano, nonostante sappiamo che l’Inter vorrà fare lo stesso. Speriamo di arrivare in Champions perché altrimenti sarebbe un grande dispiacere ». Lo stesso potrebbero dire i nerazzurri, che lo stanno corteggiando da tempo, forti del fatto che la clausola di rescissione da circa 30 milioni, per giunta pagabile in due anni, è abbordabile. «Il futuro non lo so – ammette Pellegrini –. Io l’ho detto tante volte: qui sto bene. Sono a casa, la Roma è una delle società più importanti d’Italia e non cerco altro. Vediamo, io l’ho sempre detto che rimanere qui mi renderebbe molto orgoglioso, ma si sa a volte ci sono delle dinamiche che non sei l’unico a gestire».

COMPATTEZZA Il mercato, però, per il momento non è al centro dei suoi pensieri. D’altronde, con l’Inter alle porte, ogni punto può essere prezioso. «Il match non sarà decisivo, però è molto importante, visto che ci permetterebbe di accorciare sull’Inter, anche perché siamo tutti in pochi punti e può succedere di tutto. Il nostro obiettivo è entrare in Champions». Secondo Pellegrini, adesso è più facile con Ranieri in panchina. «Siamo sicuramente più compatti di prima – spiega –. Lavoriamo in settimana molto sullo stare corti, ma questo lo provavamo anche con Di Francesco, anche se forse nell’ultimo periodo ci è mancata un po’ di compattezza. Poi è normale che con le vittorie, ci sia un po’ di serenità. In questo Ranieri è veramente forte, perché ci ha dato la giusta tranquillità per venire al campo ed allenarci». Meglio così, perché dovrà vedersela con l’amico Nainggolan, con cui è rimasto in contatto «Sono contento che stia bene. So che ha avuto qualche problemino; speriamo che contro di noi non sia al top».

MEDIANA AZZURRA Dopo i complimenti a Zaniolo, Pellegrini sa bene come il centrocampo della Roma – che conta anche Cristante – sia sempre sotto gli occhi del c.t. Mancini. «In questa stagione mi sono tolto qualche soddisfazione, però non è stata come me l’aspettavo. Non sono mai però riuscito a giocare sempre per gli infortuni. In generale, però, credo che Mancini sia contento se tutti e tre riusciamo a trovare la giusta continuità. Il fatto che dei giovani giochino in una squadra importante è ottimo per la Nazionale». Proprio vero, mal’azzurro oggi sarà alternato al nero. E non saranno colori amici. Almeno per una notte.

Se la vedi a occhio nudo è una partita di calcio eccitante ma come tante altre (la Champions League okay, nemmeno poi così decisiva), se inforchi l’occhiale da ciclope è un caleidoscopio pazzesco. Un bordello di suoni, storie e umori che vanno da una parte all’altra del creato, quanto scorre nelle vene tra San Siro, l’Olimpico e ritorno. Un crocevia di sfide esplicite e sotterranee, confessabili e inconfessabili. Piena di ex non troppo sereni. Prendi i due allenatori. Spalletti e Ranieri. Improprio dire che Lucio gioca contro il suo passato. La Roma è e resterà il suo presente. Tutta la fatica di esistere è “presente” nella testa di Spalletti. Gioia e sofferenza. Troppe cose lo inchiodano a quella storia lì. Due volte arriva alla Roma che ha “le gomme nel fango” (espressione spallettia- ne), Cenerentola senza una scarpa. Due volte le rimette la scarpa, la rimette al mondo e due volte è quasi costretto a scappare. Due volte si è sentito più colossale del Colosseo e due volte si è sentito e detto insopportabilmente piccino. Due volte se n’è andato, a San Pietroburgo e a Milano, con l’anima in tumulto inseguito da nemici reali e immaginari. Totti in tribuna a San Siro. Lo spauracchio. Lincu- bo della sua più recente storia romana. Il più temibile e spaventoso dei suoi mulini a vento.
DZEKO IN CAMPO. Cosa frullerà nella testa enigmatica del ragazzo di Sarajevo? Faccia a faccia con l’uomo che lo bastonava in privato e in pubblico. Non segnava? Edin non è cattivo abbastanza. Ne faceva uno? Dovevano essere due. Ne faceva due? Dovevano essere tre. Via così, con la pedagogia del bastone. Ci si mangiava il fegato quasi tutte le notti l’insonne e tormentato Lucio. Come faccio a trasformare questo delicato cammellone in una belva semidivina? Una versione sniper, cecchino assassino. Si torturava Lucio a occhi spalancati: cosa sarebbe di questo amabile ragazzone e di tutto il suo bendidio calcistico se iniettato di sangue di tigre, alla Mandzukic per capirci? L’Inter vuole Dzeko, immaginando di non volere più Icardi. Cosa vuole Dzeko? Nessuno lo sa, lui per primo. Che Dzeko sarà stasera a San Siro? Stasera, forse, capiremo qualcosa del suo domani. Si riprenderà la Roma o aggiungerà un tassello al suo possibile addio?
OCCHI DI TIGRE. Come quelli del
prediletto, magnifico e ingovemabile Ninja. Se l’è portato a Milano, Spalletti, infischiandosene di chi lo sconsigliava, sapendo che l’In- ter aveva bisogno del suo furore, ma non sapendo quanto lui avesse bisogno di Roma e della Roma, di quanto fossero pezzi del suo cuore selvaggio. Nainggo ha confessato a modo suo lo strazio d’aver lasciato Roma, rompendosi in pochi mesi come nemmeno in tutta la sua storia di calciatore. Ferite sintomatiche. Radja è un errante inquieto che cerca ogni volta la sua tana. L’aveva trovata a Cagliari e poi a Roma. L’hanno spiantato. Si è sentito violentato. Monchi si è dissolto, ha puntato allora il suo mirino di fighter sulle tenere carni di chi l’ha soppiantato. Zaniolo. L’erede presunto. L’altro ex di serata. “Ha fatto venti partite, riparliamone tra dieci anni”, sibila Radja. Che, di solito si squaglia quando gioca contro le sue ex (contro il Cagliari non è mai esistito). Che Radja sarà questa sera, la sua prima contro se stesso? Più sete di vendetta o più botte di languore? La prima, immagino. Farsi rimpiangere sarà come farsi amare. CHE ZANIOLO SARÀ? Contro la squadra che l’ha lasciato andare a cuore così incomprensibilmente leggero, contro i dirigenti che non hanno saputo riconoscere il suo talento? Raccoglierà il guanto di sfida lanciato dal magnifico e furioso selvaggio, lui ragazzo di buona famiglia, sentimenti adeguati ma, per quanto s’è visto, bello cazzuto di testa? I due contro, la sfida tutta da gustare, la cruna da cui passerà verosimilmente il verdetto Champions.
E, a proposito di vendette tremende vendette, che Ranieri sarà? Se il Leicester è stato il suo Zenit, il passaggio all’Inter è stato il suo Nadir Uomo fintamente pacioso e spaventosamente orgoglioso pagherebbe di tasca sua stasera per raddrizzare la pagina meno raccontabile della sua storia.
Ah, dimenticavo, Ricky Massara. Altro ex in tribuna. Alla sua prima, dopo l’investitura bostoniana e fuori dal marsupio di Walter Sabatini (altro rimpiantissimo ex), flnalmente libero di mostrare tutto il suo talento.



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