Lamberto Sposini dopo 8 anni dall’ictus chiede giustizia alla Rai



E’ una battaglia senza fine quella tra Lamberto Sposini e la Rai. A otto anni dal pomeriggio che ha cambiato per sempre la sua vita – il 29 aprile 2011 è stato vittima di un ictus con emorragia cerebrale – il giornalista aspetta ancora risposte concrete dall’azienda di viale Mazzini, che ha chiamato in causa per presunti ritardi nei soccorsi e negligenze dei medici interni.



Il conduttore umbro si è sentito male poco prima di andare in onda con uno speciale de La vita in diretta, il programma che conduceva su Raiuno con Mara Venier. Ci sono voluti cinquanta minuti prima che l’ambulanza arrivasse a soccorrerlo. Ma non fu solo quello a ritardare l’intervento dei medici perché l’auto pubblica lo portò all’ospedale Santo Spirito, dove la neurochirurgia era chiusa da qualche mese.

Così, quando la tac evidenziò che era in corso un’estesa emorragia cerebrale, Sposini fu nuovamente rimesso in viaggio e trasferito al Policlinico Gemelli per essere operato. Un’odissea per lui: dal momento del malore all’arrivo al Gemelli passarono più di quattro ore, con ventotto telefonate al Pronto soccorso e presunte diagnosi sbagliate. Nella causa che ne è seguita nel 2015 il tribunale del Lavoro di Roma ha respinto la domanda di risarcimento di undici milioni di euro per danni «gravi e permanenti» avanzata nei confronti della Rai e dei medici che hanno prestato i primi soccorsi.

Ma Lamberto non si è arreso e nemmeno l’ex compagna Sabina Donadio, che rappresenta la loro figlia Matilde, ancora minorenne. I due hanno impugnato la sentenza di primo grado perché il ritardo nei soccorsi avrebbe comportato un danno permanente molto più elevato di quello che ci sarebbe stato se l’operazione
fosse stata fatta subito.

«Da mesi il giudice d’Appello ci invita a cercale una soluzione e noi l’abbiamo trovata e messa a verbale», spiega a Nuovo l’avvocato Bruno Tassone, legale di Sposini. «Ma dopo quattro udienze e una potenziale intesa su un risarcimento di 350.000 euro, nessuna risposta dalla Rai. Speriamo che la prossima udienza, il 21 maggio, sia decisiva. In fondo parliamo di una cifra ragionevole, che sarebbe coperta dalle varie assicurazioni. Certo, se la sentenza fosse negativa, andremmo in Cassazione», avverte il legale.

Nel frattempo, mentre si decide parte del suo futuro in tribunale, Sposini vive un presente scandito da sedute di fisioterapia,esercizi di riabilitazione e logopedia, supportato dall’affetto dei suoi cari. La sua ex gli sta sempre vicino «Con Lamberto ci vediamo tutti i giorni, facciamo colazione insieme, leggiamo i giornali e chiacchieriamo», racconta a Nuovo Sabina Donadio. Nonostante lei si sia rifatta una vita sentimentale, si prende cura di Sposini dal momento in cui ha avuto il malore.

«Ho la fortuna di avere un marito illuminato il quale ha capito che io sono prima di tutto una madre e così mi ha permesso di accompagnare la vita di Matilde, che era piccolina, verso Lamberto. E io ho potuto dimostrare a mia figlia che tutto si può affrontare con il sorriso, la gioia e l’amore, senza vivere le situazioni come un peso. E lei ha capito di essere il frutto di un rapporto che si è evoluto e trasformato nel rispetto dei legami più profondi».



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