Marina La Rosa è la vera vincitrice dell’Isola dei Famosi



Cattivi, anzi di più, cattivissimi. C’è chi metterebbe sotto con la macchina una ragazzina di 16 anni perché non ne condivide le idee ecologiste, chi trova che la suddetta attivista con le treccine assomigli a un personaggio da film horror e lo dice malignamente via social, chi dà pubblicamente del vecchio e cornuto a un 70enne in difficoltà, e chi dice che tra un immigrato e il suo gatto salverebbe il gatto.



E, a proposito di felini, c’è chi è risorta dalle ceneri mai spente della “gattamolta” di gieffina memoria e, a suon di fusa e graffi, si sta avviando verso il gran finale dell’Isola dei famosi con il vento in poppa. Se è presto per gridare alla vittoria di Manna La Rosa, un dato è certo: l’ammaliante messinese è riuscita a far fuori tutti gli avversari più temibili (anche i “politicamente cornetti”) non con un’artigliata definitiva, ma tenendoli sadicamente fermi per la coda come topolini e guardandoli agitarsi fino allo sfinimento. Insomma, con la raffinata arte della… cattiveria. O meglio, una forma particolare di cattiveria che sembra andare molto di moda: la sincerità a tutti i costi, il libero sfogo di mal di pancia e semplici fastidi suscitati dai comportamenti altrui, la distruzione cinica di ideali, moralismi e buoni sentimenti.

Certo, Marina ha trovato la giusta misura, tanto che il pubblico ha visto in lei (e premiato) più l’aspetto nobile e coraggioso di un simile atteggiamento che quello maligno. «È una donna con gli attributi. Una vera leader: carismatica, sincera e schietta, sa tenere il gruppo e non le manda certo a dire», ha detto l’opinionista Alda D’Eusanio sin dalle prime battute del reality. «Una sincerità disarmante e un carattere dominante, indomita, machiavellica, diabolica… Non fa feriti, ma solo “morti”. Essere spudoratamente “str…” e non voler piacere a ogni costo non è da tutù», ha ribattuto la collega Alba Parietti. Ma c’è anche chi la giusta misura la supera continuamente, incurante dei consensi e, anzi, intimamente compiaciuto dei dissensi. Se poi la conseguenza è la galera poco importa.

È il caso di Fabrizio Corona, apparso -divisola per informare Riccardo Fogli del presunto tradimento da parte della moglie e umiliarlo senza mezzi termini («Noi che scegliamo di stare con donne giovani, dobbiamo accettarlo. Alla fine siamo tutti un po’ cornuti»). Pare che anche questa “bravata” abbia contribuito alla sospensione dell’affidamento terapeutico e al suo ritorno a San Vittore. «Corona periodicamente deve andare in carcere per dimostrare a tutti di essere inguaribilmente un fesso», è stato il commento impietoso di Vittorio Feltri, un altro che sa essere cattivo e tagliente come pochi ogni volta che dice la sua.

E la dice su tutto, spesso più per il gusto di dare una lezione di anticonformismo condita con una battuta greve e scorretta (ormai è gara aperta con l’imitazione che di lui fa Maurizio Crozza) che per un vero interesse all’argomento («Chi se ne fotte» è uno dei suoi tormentoni). Tra le uscite più recenti, quella sui migranti: «Tra un senegalese e un gatto salvo il gatto senza dubbio. E il mio gatto e ha il diritto di essere salvato da me prima di qualunque str…». Su Greta Thunberg, la giovane svedese paladina della battaglia contro il riscaldamento climatico: «Greta continua a strillare perché il pianeta si scalda. Lei però vive in Svezia dove fa un freddo cane e dovrebbe essere contenta di godere di un po’ di tepore. Stupidina». O addirittura sui suoi nipotini: «Non chiederei mai di non portarli, ma se mi chiedete se sono felice di avere i nipotini, non posso dire di sì».

Un’altra che di sicuro non ha fatto del politicamente corretto la sua bandiera è l’opinionista Maria Giovanna Maglie. Dopo la vittoria di Mahmood all’Ariston aveva espresso chiaramente 0 suo disappunto: «Il vincitore di Sanremo è Maometto, il meticciato è assicurato, la canzone importa poco». Ma è su Greta Thunberg che ha dato il “meglio”: « «Adesso non si può dire niente di male di lei, perché mi hanno detto che ha la sindrome di Asperger, cioè è malata di autismo. Allora il politically correct e anche il buon senso mi vietano di dire quello che avrei detto se fosse stata sana. Cioè che l’avrei messa sotto con la macchina. Ma non si può dire!». Tant’è che l’ha detto. Poi di fronte alla pioggia di critiche si è difesa: «A Roma si usa dire così quando ti sta antipatico qual cuno, è quasi un vezzeggiativo». Giustificazioni che non hanno convinto i piani alti della Rai, che stavano per affidargli una striscia quotidiana dopo il Tgl e poi hanno fatto marcia indietro. Come quella innescata da Rita Pavone, insospettabile cattivista, quando sui social è stata messa alla gogna per un suo tweet sulla solita Greta. «Quella bimba con le treccine che lotta per il cambio climatico, non so perché ma mi mette a disagio. Sembra un personaggio da film horror», aveva scritto prima di scoprile che la ragazzina ha la sindrome di Asperger. A quel punto si è scusata, ma nel frattempo ha avuto modo di scoprire che i social sono pieni di persone cattive…



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