«Succede che chi guadagnava 900 euro al mese, lavando i piatti, facendo le pulizie, insomma gli uomini di fatica, la manovalanza che è la ricchezza di un ristorante perché senza di loro camerieri, cuochi e chef poco possono fare, ora se ne sta bellamente a casa. Hanno ottenuto il reddito di cittadinanza, chi 600, chi 700, e se ne guardano bene di sfacchinare tutta la giornata. A’ cazzimma ormai la fa da padrona», spiega Parisi. Lo chef aggiunge ancora che queste persone, pur lavorando il minimo riescono comunque a guadagnare e superare i mille euro di stipendio, rinunciando al posto fisso e puntando sugli extra per arrotondare.
“I sabati e le domeniche il lavoro si trova facilmente, soprattutto ora che manca la manodopera e siamo nella stagione delle ferie estive. Nu guaglione che ti fa un turno nel weekend prende 50 euro. Se di domenica fai mattina e sera ne prendi 100. Bastano quattro domeniche e arrivi a 400 euro più i sei-settecento del reddito di cittadinanza, eccolo lì che guadagni più di prima lavorando quattro giorni al mese. Poi se fatichi un po’ pure di sabato diventi “ricco”, si fa per dire, il reddito di cittadinanza è una pacchia».
Lo chef ne è più che certo, il reddito di cittadinanza sta uccidendo questo paese. «Sono in ferie di cittadinanza perché il lavoro c’è, ora mancano i lavoratori. Le aziende di servizi, che hanno manovalanza, sono nelle stesse condizioni. Qui, nel napoletano, è un grosso problema. Ad un operaio edile il lavoro extra non manca: sui grossi lavori c’è sempre richiesta supplementare di manodopera. Basta che ti fai un servizietto a settimana, vai ad aggiustare qualcosa in un appartamento, fai le mattonelle nel bagno, ecco che tiri fuori la giornata e sommi al reddito. Ma sto reddito non dovrebbe durare in eterno», ha concluso lo chef.