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La soluzione all’emergenza si chiama M&M’s. E’ l’acronimo della coppia-gol di Ancelotti, che di recente ha dimostrato di convivere più che bene quando si gioca insieme dal primo minuto, come già successo quest’anno contro Udinese e Bologna. Don Carlo si affida a Milik-Mertens anche per la squalifica di Insigne, uno dei 4 titolari assenti stasera per le decisioni del giudice sportivo o per infortunio nel delicato match con la Lazio. Il Napoli cerca la vittoria nella prima sfida del 2019, anche per allungare ulteriormente sul quinto posto, che diventerebbe distante 15 punti in caso di successo.



Non sarà semplice, dovendo affrontare una Lazio desiderosa di rientrare in zona Champions, dopo il sorpasso di ieri della Roma, e con il dente avvelenato di chi da tempo ha nel Napoli una formazione-tabù: negli ultimi 13 incontri di campionato al San Paolo, 10 successi degli azzurri, una sola vittoria dei biancocelesti e 2 pareggi. Mai come questa volta la formazione di Ancelotti, che ieri non ha tenuto la consueta conferenza stampa prepartita, può essere interpretata alla vigilia di una sfida che il Napoli non perde dal maggio del 2015 (2-4) nella notte dell’addio alla zona Champions e di Benitez. 

Il posto “scippato” a Koulibaly da una sentenza discutibile sarà preso da Maksimovic, che affiancherà Albiol rimasto in forse fino alla fine per quel fastidio al tendine che lo ha costretto ad allenarsi soltanto due giorni in questa settimana. Il dubbio vero riguarda le corsie esterne, anche se sembra molto probabile l’impiego di Hysaj a destra e Ghoulam a sinistra. La zona centrale sarà priva di Allan (squalificato) e Hamsik (infortunato), sostituiti rispettivamente da Diawara (sarebbe la sua seconda da titolare per la prima volta in stagione, dopo la gara di Coppa con il Sassuolo) e Fabian Ruiz, con Zielinski dirottato sulla corsia mancina.

La squalifica di Insigne permetterà ad Ancelotti di schierare nuovamente Milik e Mertens, anche per sfruttare il buon momento dei due attaccanti che hanno totalizzato 11 gol a testa finora. Per il polacco il momento “sì” è cominciato ad inizio dicembre con una media realizzativa da bomber vero: 7 gol in 6 partite giocate. L’ultimo dei quali il 29 dicembre, con la doppietta al Bologna, quando ricominciò a fare gol anche Mertens che non andava a bersaglio dal 2 novembre. E la Lazio è un ottimo avversario per prolungare la loro vena prolifica: è la squadra contro la quale gli azzurri hanno realizzato 19 gol nelle ultime 6 partite casalinghe in campionato, per una media di 3,2 gol a gara. Però la storia ha una finalità solo statistica e don Carlo è consapevole che la Lazio sia una formazione di alto rendimento, che ha perso solo una gara in trasferta delle ultime 6 (a Bergamo il 17 dicembre) e arriverà al San Paolo con la spinta in più dell’emergenza in casa azzurra. Mai così pesante quest’anno, tanto da trasformare il turnover in una regola ed immaginare anche ipotesi ulteriori per ragioni fisiche e tattiche. E’ stato allertato Luperto, con una doppia opzione, da eventuale alternativa ad Albiol, oppure al suo fianco se Maksimovic venisse spostato sulla corsia destra, per creare una maggiore protezione alla Lazio che sa attaccare anche con 4 uomini. Sono tutti in preallarme, anche Malcuit e Mario Rui che solo stamattina sapranno se partiranno dalla panchina o direttamente dal primo minuto, così come Verdi, Rog e Ounas che rappresenta l’unica, vera alternativa all’incerto Mertens, reduce da una leggera distorsione alla caviglia. Sarà una serata impegnativa, questa prima sfida del girone di ritorno, ed i 30mila spettatori previsti a Fuorigrotta daranno la spinta che serve ad una formazione in piena emergenza.

Ecco una breve lista che potrebbe risultare utile ai fini delle ricerche:

Portogallo con Rádio e Televisão de Portugal;
Svizzera con Schweizer Radio und Fernsehen;
Turchia con Turkish Radio and Television Corporation;
Serbia con Radio-televizija Srbije;
Paesi Bassi con Sanoma Media Netherlands;
Paraguay con Sistema Nacional De Television;
Slovacchia con Slovenská Televízia;
Suriname con Surinaamse Televisie Stichting;
Repubblica Ceca con Ceská Televize;
Svezia con Modern Times Group.

DOVE VEDERE NAPOLI LAZIO  IN TV

Per vedere Napoli –  Lazio  in TV hai bisogno di un abbonamento Sky con il pacchetto Sky Calcio. Se soddisfi questo requisito, la gara sarà visibile con ampio pre partita e post partita su Sky Sport HD e Sky Sport Champions League Serie A, canale 202.

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DOVE VEDERE NAPOLI – LAZIO SASSUOLO IN STREAMING

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NAPOLI. Ancelotti ha voluto che il Napoli trascorresse a casa la vigilia del match con la Lazio, per poi ritrovarsi a fare colazione insieme stamattina a Castelvolturno. Ci saranno tutti i convocati e tra loro mancherà Koulibaly, suo malgrado, costretto a saltare la sfida di questa sera per una squalifica giusta, sì, ma non corretta dalla Corte d’Appello che avrebbe dovuto prendere una decisione tale da dare una svolta storica nella lotta al razzismo. Kalidou resterà a casa con la famiglia a pranzo, per provare a dimenticare quanto accaduto il giorno prima nell’udienza a Roma, e poi stasera andrà a vedere la partita al San Paolo, seduto in tribuna al fianco di un De Laurentiis particolarmente inferocito. «Koulibaly è stato umiliato due volte – aveva detto il patron – e mi vergogno di far parte di questo sistema dal quale uscirò molto in fretta se la Figc non userà misure drastiche contro il razzismo». I tifosi del Napoli stanno preparando una accoglienza particolare al loro K2. 

Il mercato d’inverno della Lazio sembra la favola della cicala e la formica. La Lazio, nella sua testa, si è sempre vista formica e dietro quel «prima le uscite poi semmai un arrivo», sembra quasi celarsi l’auto convinzione di esser stati troppo previdenti d’estate per potersi quindi permettere di alleggerirsi d’inverno. La realtà non sta proprio così, perché nel frattempo le competitor (non tutte, va detto) si stanno rinforzando.Simone Inzaghi diciamo che ha sempre usato altri mezzi rispetto alle parole per mostrare il suo malcontento alla società. Non lo dirà mai, limitandosi come ieri a sostenere pubblicamente che «si sta lavorando, con la società c’è sintonia, abbiamo gli stessi intenti». E poi ribadendo che «la rosa è di 29 giocatori, dovrà uscire qualcuno, il mercato è partito in modo lento, finora è uscito solo Rossi, per me è difficile allenarli tutti. Voglio gente che vuole rimanere alla Lazio. E in entrata vogliamo prendere giocatori che vogliamo realmente prendere, non quelli che gli altri vogliono vendere. Venticinque elementi di movimento più tre portieri sono tanti». 

Quindi alla vigilia di un Napoli-Lazio che nessuno in casa biancoceleste si augura possa mettere a nudo tutte le imperfezioni di una creatura a cui manca davvero poco per lo slancio definitivo verso l’olimpo Champions, il tecnico laziale passa al contrattacco con le sue scelte. Non convocando per esempio Caceres e Murgia, entrambi in partenza. Il primo in contatto costante con il Flamengo, l’altro meditando una soluzione in stile Cataldi nelle ultime due annate e cioè in prestito in serie A (la Spal fa sul serio, ma non solo) dove può giocare di più: «Caceres e Murgia non sono stati convocati anche se si sono allenati bene», sostiene Inzaghi, preferendo presentarsi a Napoli senza doppioni per reparto. «Stanno facendo delle valutazioni, sono ottimi professionisti – prosegue il tecnico -, Murgia è cresciuto con noi, ha dato tanto a me nelle giovanili e nello scorso anno, ha fatto un gol che rimarrà nella storia. È un po’ chiuso nel ruolo, ha avuto meno spazio di quello che pensavo, si sta valutando di mandarlo a giocare nel girone di ritorno. Anche Caceres mi ha sempre dato disponibilità. Per Napoli li ho risparmiati, vedremo cosa si farà in questa finestra». E dopo le parole, i fatti: Lulic sulla fascia destra al posto dello squalificato Marusic, anziché Patric. Chiaro il messaggio alla società: serve un esterno destro di ruolo che possa interpretare sia la difesa a tre sia quella a quattro. Uno forte, alla Zappacosta. Resta il blues in cima alla lista dei desideri di Inzaghi.  

Una montagna da scalare. Prima il Napoli stasera, poi la Juventus domenica prossima. La Lazio vuole ripartire da dove aveva interrotto il campionato prima delle feste, cioè dalla vittoria. Invocarla, però, alla vigilia di una trasferta su un campo dove quest’anno non ha mai vinto nessuno, sembrerebbe quantomeno strafottente. Non se a dirlo è Simone Inzaghi, che non si è mai fatto problemi sull’avversario da affrontare, e poi perché lo dice sempre: «Dobbiamo cominciare il girone di ritorno come era finita l’andata, cioè giocando bene a calcio e facendo un risultato positivo a Napoli», ha incalzato ieri il tecnico biancoceleste in conferenza stampa. Una Lazio reduce dal successo netto e preventivato sul Novara in Coppa Italia, ma anche da tre risultati utili in serie A. I due successi su Cagliari e Bologna e poi il pareggio interno con il Torino che ha lasciato l’amaro in bocca ai biancocelesti per la mole di gioco costruita.  

Una Lazio che da stasera torna a fare i conti con le solite critiche di fare la grande con le piccole e la piccola con le grandi. Inzaghi sogna il successo per scacciare certi fantasmi, ma spiega pure che «abbiamo dimostrato l’anno scorso contro grandi squadre di poter fare bene. Dovremo essere bravi in questi match a mantenere alta la concentrazione e a far girare gli episodi a nostro favore». Ma se gli si chiede un desiderio per il girone di ritorno non ha dubbi: «Migliorare e fare in modo che in certe partite gli episodi girino dalla nostra parte. All’andata abbiamo colpito un palo interno con Acerbi, non avrebbe cambiato tanto la classifica, ma sarebbe stato un punto importante per noi. Sono soddisfatto della settimana post Novara, dovremo essere concentrati e propositivi, avere la giusta personalità». Personalità che sotto sotto auspica possa perdere un po’ la squadra di Ancelotti, visto che mancheranno l’indisponibile Hamsik e gli squalificati Insigne, Allan e Koulibaly. Se proprio deve scegliere il miglior vantaggio, tuttavia, il tecnico biancoceleste non ha dubbi: «Il Napoli è una grande squadra e per Ancelotti parla il curriculum e il fatto che il Napoli non ha perso nulla con il cambio di allenatore. Ma Insigne, Hamsik e Allan spesso li ho visti in panchina», mentre «Koulibaly fuori non l’ho mai visto e può essere un vantaggio per noi. Ma Maksimovic e Albiol hanno dimostrato di essere giocatori importanti».  

 Detto che difficilmente sarà una Lazio “fantasia” come definita da alcuni, cioè con Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Correa e Immobile tutti insieme spensieratamente. Non soprattutto perché su un campo del genere, nonostante le assenze dell’avversario Inzaghi non si avventurerebbe mai all’harakiri preventivo. Anche perché contro la squadra che tira di più in Serie A, meglio filtrare di più a centrocampo evitando di rinunciare a uno come Parolo al fianco di Lucas Leiva. L’ipotesi fino a ieri più accreditata resta quindi quella dello spagnolo alle spalle di Immobile con Correa pronto a subentrare a gara in corso: «Luis è un giocatore importante – spiega Inzaghi -, ci può aiutare in ogni zona di campo. Sta tornando ai suoi livelli, da qui alla fine ci darà tante possibilità». La novità sembra quindi quella di Senad Lulic deviato sulla fascia destra con l’opzione Lukaku a sinistra: «Ho la fortuna di averlo a disposizione – precisa Inzaghi parlando del capitano bosniaco -, è duttile, può giocare in più ruoli. Non è detto che giochi lì. Farò le mie valutazioni, ho provato alcune cose poi deciderò la formazione. Sono tutti arruolabili eccetto Marusic squalificato».

La grande occasione di Amadou per prendersi il Napoli in mano. Diawara sino ad ora non ha convinto e quella crescita che si attende da due anni dal ragazzo arrivato da Bologna, come prospetto di grande qualità, ha tardato a evidenziarsi. Ma oggi contro la Lazio ecco che il ventunenne mediano guineano deve mostrare personalità nel giorno in cui, per un motivo o l’altro, mancano giocatori importanti e per forza di cose il gioco passerà ancora di più per i suoi piedi. Tra l’altro Ancelotti ha sempre curato il lavoro tecnico di questo centrocampista per fargli capire meglio come intende sviluppare il gioco.

INFLUSSI DIMERCATO Da tempo il giocatore, attraverso il proprio agente, ha fatto intendere che prenderebbe in considerazione l’opzione di andare da qualche altra parte, per giocare di più. Ma, per assurdo, con l’arrivo del 2019 la situazione sembra essere girata completamente: Diawara sempre titolare in Coppa Italia, come in campionato, mentre le pressioni del Psg su Allan non accennano a diminuire.

LE SIRENE FRANCESI Alla fine potrebbero spingere il mediano brasiliano ad accettare le offerte da capogiro degli sceicchi qatarioti. Saggiamente Ancelotti ha detto: «A parte Rog, credo non parta nessuno. Ma se qualcuno vorrà andare io non lo tratterrò». Dunque significa che se da qui a fine mese il Psg lancerà una nuova offensiva, offrendo una cifra superiore ai 70 milioni per il cartellino, difficilmente si potrebbe trattenere un giocatore che a Parigi guadagnerebbe almeno il triplo. Tutto ciò – mentre il Napoli si tutela con la trattativa su Barella – è chiaro che creerebbe per Diawara ancora più possibilità di mettersi in mostra e di trovare quella continuità di rendimento che finora gli è mancata.

SENZA SPINA DORSALE Oggi per la prima volta il Napoli deve far a meno contemporaneamente di Koulibaly, Allan e Insigne (squalificati) e Hamsik (infortunato). Statistiche alla mano i giocatori dai cui piedi si sviluppa l’intera azione del Napoli. Per questo, oltre a motivare Diawara, Ancelotti deve «inventarsi » qualcosa per rendere imprevedibile ed efficace la propria manovra contro la Lazio. Probabilmente sia Fabian Ruiz sia Zielinski dovranno prendersi maggiori responsabilità. Lo spagnolo finora ha mostrato di gradire una posizione più centrale, mentre il polacco ha evidenziato qualche difficoltà. Ma anche da esterno sinistro c’è la possibilità di giocare tra le linee e inventare un assist o trovare lo spazio per il tiro. E mentre Albiol stringe i denti dietro per dare alla difesa un assetto più affidabile, ecco che la linea dei centrocampisti sarà chiamata a un maggiore movimento per evitare di giocare in modo troppo prevedibile per una Lazio che non aspetta altro per colpire.

Un traguardo speciale da festeggiare con un risultato speciale. Stasera a Napoli Simone Inzaghi tocca quota 132 panchine con la Lazio, stacca Reja, fermatosi a 131, e diventa il sesto allenatore per numero di partite nella storia del club biancoceleste. E il secondo dell’era Lotito, dietro al solo Delio Rossi, arrivato a 184 (precedono Inzaghi pure Maestrelli, con 183 panchine, Eriksson con 188, Lorenzo con 196 e Zoff con 202). Un momento particolare che non può essere mortificato da un risultato negativo. Anche se l’avversario è difficile. Anzi, il più difficile, almeno per Simone. Visto che è l’unica grande che, da allenatore, non è mai riuscito a battere. Collezionando addirittura quattro sconfitte e un solo pareggio nei cinque precedenti confronti con la formazione partenopea.

IL VANTAGGIO Un bilancio che, peraltro, non impedì al presidente De Laurentiis di pensare a lui come sostituto di Sarri la scorsa primavera prima di virare su Carlo Ancelotti. Acqua passata, comunque. Il presente vede per Inzaghi ancora il Napoli come avversario da aggiungere alla collezione degli scalpi eccellenti. Il destino gli dà una mano, togliendo ai partenopei quattro titolari. Ma il tecnico della Lazio giustamente non si fida. «Le assenze del Napoli sono certamente un vantaggio per noi – la premessa di Inzaghi -, ma non è che i sostituti siano degli sprovveduti. Anche perché, a parte Koulibaly, gli altri tre (Hamsik, Allan e Insigne, ndr) hanno già saltato qualche partita perché l’allenatore li ha fatti rientrare nella rotazione dei giocatori utilizzati. Troveremo quindi ugualmente una grande squadra. Che con Ancelotti è cambiata rispetto a Sarri, ma restando ugualmente forte».

IL TABU’ Un Napoli decimato dalle assenze è comunque un’occasione da sfruttare per la Lazio. In ballo c’è anche la possibilità di invertire il trend stagionale di risultati negativi contro le grandi. Il girone di andata dei biancocelesti si è chiuso con il pesante bilancio di quattro sconfitte e un solo pareggio nei cinque confronti con le formazioni migliori della Serie A (Juve, Napoli, Inter, Milan e Roma). «In queste tipo di partite dobbiamo esprimerci meglio – ammette Inzaghi -. Dobbiamo essere bravi a far girare dalla nostra parte gli episodi decisivi ed avere più personalità. Non credo tuttavia che ci sia un tabù. Perché negli anni scorsi abbiamo ottenuto risultati importanti contro le big». Una consuetudine che Inzaghi spera di ricominciare stasera.



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