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Verdi ha la grande possibilità di togliersi qualche “sfizio” contro quel Napoli che non ha creduto in lui e che dopo una sola stagione lo ha dato via. Con la maglia azzurra, infatti, in campionato ha collezionato 22 presenze ma per un totale di soli 699 minuti: una miseria, questi.



Questa sera, alle 18, scenderà in campo vicino a Belotti per aiutare il Toro a superare il momento difficile che nessuno s’aspettava. Perché dopo l’inizio straripante, due vittorie nelle prime due giornate tra cui il colpo esterno contro l’Atalanta, sembrava che i tempi della precarietà fossero soltanto un lontano ricordo. E, invece, sono poi arrivate tre sconfitte contro squadre tutt’altro che irresistibili: a cominciare dal Lecce e dalla Sampdoria, che occupano le ultime posizioni della classifica.

L’unico sorriso, dopo le prime due giornate, è arrivato con il Milan. Poi il flop di Parma. Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’esperienza di Verdi con Ancelotti. L’11 giugno 2018 viene acquistato a titolo definitivo dal Napoli per 25 milioni. Realizza il suo primo gol con la maglia azzurra il 23 settembre nella vittoria (segno del destino) per 1-3 sul campo del Torino. Il 3 ottobre il suo debutto in assoluto in Champions League, subentrando al sessantottesimo minuto nella partita vinta in casa contro il Liverpool per 1-0. Durante la gara in trasferta contro l’Udinese del 20 ottobre subisce un infortunio, a causa del quale rimane lontano dal campo per circa due mesi. Il primo gol in casa, nonché il secondo in campionato, giunge il 2 febbraio 2019 nella partita vinta per  3-0 contro la Sampdoria. Il 21 febbraio segna il suo primo gol in carriera nelle competizioni Uefa per club nella partita vinta per 2-0 al San Paolo contro lo Zurigo. Tutto qui, niente di più. Un’esperienza da cancellare. Basti dire delle presenze da titolare in A, col Napoli: appena 9 prima di  ripetute sostituzioni. E la media di minuti giocati per ogni gettone di presenza in campionato? Bassissima: 31 minuti.

E adesso il Toro. La squadra che ha scelto per ripartire. Il giocatore ha spinto con forza per il ritorno in granata. Conosce l’ambiente per averci giocato nel 2011  al 2013. Sino a oggi ha collezionato 4 presenze; con il Milan la prima da titolare e a un certo punto della partita, per trovare più spazi, ha fatto anche l’esterno. Pure a Parma ha cominciato tra i titolari. «Sta crescendo – ha confermato ieri Mazzarri in conferenza -, ma per raggiungere la condizione migliore ha bisogno ancora di un po’ di tempo». La speranza è che contro il Napoli continui a migliorare in modo deciso, perché il Toro ha bisogno di lui. E’ stato l’acquisto più caro della storia granata: serviva e serve per compiere un importante salto di qualità. E’ il giocatore che mancava a Mazzarri, alla ricerca in primo luogo di un assistman in grado di ottimizzare il lavoro negli ultimi venti metri, battere le punizioni e cercare la conclusione da fuori area. E questo pomeriggio, a partire dalle 18, può riprendersi (anche se solo in parte) quello che gli è stato tolto nell’ultima stagione a Napoli. L’occasione è da sfruttare senza se e senza ma. Anche se la condizione non è al massimo.

Comunicherà la formazione solo all’ultimo: «Non posso concedere vantaggi ad una grande squadra come il Napoli», ha puntualizzato Mazzarri nella conferenza stampa di ieri. Il tecnico, prima di indicare gli undici titolari, si confronterà comunque anche con il suo staff per valutare fino all’ultimo le condizioni fisiche del giocatori. Contro gli azzurri, infatti, ci vorrà una squadra motivata, ma soprattutto che abbia la forza di correre e fare adeguato pressing. E ancora una volta sarà fondamentale anche lo spirito con cui entreranno in campo 3 riserve. E adesso veniamo alle indiscrezioni sulla formazione. In porta, ovviamente, Sirigu. Da sempre il portiere, assieme a Belotti, è una garanzia assoluta. Se non ci fosse stato lui la situazione, da difficile, sarebbe diventata drammatica in queste settimane: una sicurezza, insomma, contro i campioni che Ancelotti presenterà in attacco. Izzo e Nkoulou sicuri di giocare. L’ha ribadito Mazzarri. L’assestamento (si spera definitivo) della difesa ripartirà da loro. Resta da decidere il terzo che dovrà andarsi a posizionare sulla sinistra. Senza Bremer squalificato, in corsa restano Lyanco, Djidji e Bonifazi, con il brasiliano favorito. Difesa a tre con la possibilità, in caso di necessità, di trasformarsi a quattro. VARIABILE DE SILVESTRI Qui le soluzioni sono diverse. L’impressione è che Aina e Meité, deludenti nell’ultimo periodo, partano dalla panchina. Possibile a questo punto che le corsie esterne siano occupate da Ansaldi a destra e Laxalt a sinistra. L’argentino è in buone condizioni e può tranquillamente agire nella fascia a lui meno congeniale, in teoria. Per l’ex rossonero potrebbe essere arrivato il momento di esordire dal primo minuto. La sua velocità può mettere in difficoltà la difesa del Napoli. De Silvestri, dal canto suo, deve ritrovare la forma delle prime partite. Nel cuore del centrocampo diamo a Lukic qualche possibilità in più. Il serbo è lineare, geometrico, tiene la posizione e in mezzo può far bene. Con lui Rincon più a destra e Baselli verso la sinistra. Centrocampo rigorosamente a 5: bello tosto con Lukic, Rincon e Baselli. E con i 2 esterni.

LA LIBERTÀ DI VERDI In attacco non ci sono dubbi. Zaza non è stato convocato per l’affaticamento muscolare rimediato in allenamento, dopo il Parma. Belotti punto di riferimento centrale per tutti. Con Verdi. L’ex napoletano potrà gestire gli spazi abbastanza liberamente: stare al fianco del Gallo oppure arretrare di qualche metro. Potrà anche allargarsi a destra o a sinistra, l’importante è che non dia punti di riferimento agli azzurri. E in panchina Iago: pronto a entrare nella ripresa.

Torino – Napoli streaming, ecco dove vedere il match

La partita Torino-Napoli sarà trasmessa in esclusiva in diretta tv da Sky sui canali Sky Sport Serie A (numero 202 e 249 del satellite, numero 473 e 483 del digitale terrestre) e Sky Sport (numero 251 del satellite). Gli abbonati Sky potranno seguire il match anche in diretta streaming sul loro pc e su dispositivi mobili come tablet e smartphone mediante Sky Go.

Squalifica scongiurata, Walter Mazzarri si potrà giocare dalla panchina la partita a cui, per mille motivi, tiene di più: perché non si può cancellare con un colpo di spugna tutto quello che di bello ha fatto a Napoli. «Il ricorso mi restituisce giustizia. A volte l’area tecnica è più larga o più stretta, io istintivamente sono andato un metro fuori a Parma dopo uno scontro, e lì l’area tecnica è stretta. Mi sembrava una ingiustizia essere squalificato per questo motivo». Detto, fatto. Rieccolo protagonista: naturalmente pensava di arrivare in una posizione di classifica diversa e, invece, deve metabolizzare il brutto risultato del Tardini. «Vero, sperava di giocare contro il Napoli dopo un risultato positivo. A Parma ci sono stati diversi errori, ma finché eravamo in undici il Toro ha dato l’impressione di poter vincere.

Adesso basta, archiviamo l’ultima trasferta. In questa settimana ho lavorato molto anche sulla testa dei giocatori ». Anche perché le motivazioni, davanti ad una partita del genere che sarà trasmessa anche in tanti Paesi del mondo, saranno tante. «Il Napoli ci rispetta, ha messo sotto il Liverpool che è campione d’Europa. Ancelotti in Champions ha fatto alcune scelte pensando a noi, significa che non ci sottovalutano. Se giocano con rabbia e concentrazione, come se affrontassero una partita di Champions, possono mettere in difficoltà chiunque: hanno fatto qualche passo falso solo quando pensavano di avere vita facile». WM torna sul match di Parma, per preparare il Napoli: «Ci sono state delle ingenuità. Quando dico che i miei dopo una sconfitta devono essere tristi, lo dico in senso generale. Abbiamo una rosa di 26- 27 ragazzi. A parte gli 11 che giocano e i 3 che entrano, gli altri sono scontenti. Li capisco, ma che ci posso fare? Per questo chi gioca poco quando entra non sempre è così motivato. Io non posso controllare l’umore di tutti quelli che trovano poco spazio, non so come stiano dentro e come interpretino la situazione del momento». Questo, per la cronaca, è un argomento che nel mercato di gennaio affronterà con i dirigenti: sarà necessario dare via, magari in prestito, qualche giocatore.

«NOI, TECNICI PIÙ LONGEVI» Ma torniamo alla partitissima di questa sera. WM le sta provando tutte per dare ai suoi giocatori la regolarità che manca da tanto, troppo tempo. «Noi andiamo a caccia della continuità: quest’anno abbiamo più alibi, sapete come siamo partiti, abbiamo svolto la preparazione prima degli altri e disputato i preliminari di Europa League, tutte cose che già sapete. Non voglio più cali di concentrazione o intensità al 50%: contro l’ultima in classifica occorre preparare il match come se si affrontasse la prima. Un atteggiamento da tenere sempre. A volte ci è mancato questo: col Lecce, probabilmente, non siamo scesi in campo con la dovuta concentrazione. Forse inconsciamente ci siamo sentiti troppo bravi e questo, invece, non va fatto. E se non sentiamo la sfida con il Napoli al massimo, vuol dire che non possiamo fare i calciatori». Oggi trova Ancelotti, uno dei tecnici più esperti. Proprio come lui, la vecchia guardia che va sempre di moda. «Noi siamo tra i più longevi in A. Non ci sentiamo spesso e non siamo mai andati a cena assieme, ma ho sempre avuto grande stima e rispetto e penso che anche lui lo abbia nei miei confronti. Ma voglio rendergli la vita difficile».

LA DIFESA CHE PRENDE GOL Il tecnico torna sulla sfida di Parma per sottolineare alcune situazioni che hanno compromesso la partita. «L’espulsione di Bremer? A volte capitano degli episodi così, ma non lo voglio colpevolizzarlo anche perché quel tocco di gomito punito col rigore e col rosso lascia aperte diverse valutazioni ». Il brasiliano, ovviamente, non ci sarà, ma la difesa sembra confezionata. «Izzo e Nkoulou partono leggermente più avanti degli altri, mentre il resto dei difensori è alla pari. Vedrò all’ultimo chi scegliere, in base alla forma. E schierarne 3 non vorrà dire non poter fare la difesa a 4, nel caso: ho giocatori duttili». Il ballottaggio è tra Lyanco, Bonifazi,Djidji (nella scorsa stagione, titolare sino a che non ha avuto problemi fisici: poi gli è subentrato Moretti). Sulle delusioni Aina e Meité: «Vale per loro e vale per tutti, è un discorso che riguarda la crescita. Alcuni sono partiti presto, altri hanno avuto momenti altalenanti. Hanno attraversato periodi di discontinuità su cui devo andare ad intervenire». Ma c’è anche spazio per gli applausi. Non solo per Belotti, che ha abituato tutti a grandi prestazioni. E’ il momento di esaltare Sirigu: «Non mi piace fare paragoni con altri portieri. De Sanctis, per esempio, l’ho avuto per quattro anni a Napoli e mi ha dato il 120%. Sirigu secondo me in questo momento è tra i più forti in Italia e lo posso dire anche se sono di parte, però non fatemi fare raffronti o dare indicazioni al ct Mancini ». Infine, Falque: «Non ha il minutaggio per giocare dall’inizio, però sono sicuro che se entrerà giocherà a un buon livello. E’ una bella risorsa a gara in corso»



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