TripAdvisor, multa da 100 mila euro per informazioni ingannevoli su recensioni



Dopo tanto tempo finalmente il Consiglio di Stato ha posto fine alla vicenda che ha interessato Tripadvisor e che si è conclusa con una multa da bene €100.000 per avere diffuso delle informazioni ingannevoli sulle recensioni. Ricordiamo che era stata l‘antitrust nel 2014 a far iniziare questa diatriba giudiziaria sanzionando Tripadivisor con una multa da ben €500.000, ma poi dopo 7 mesi si fa una sentenza annullando la multa in considerazione del fatto che TripAdvisor non poteva essere ritenuta responsabile perché le recensioni erano effettuate dagli utenti. Lo scorso 15 luglio è arrivata poi una pronuncia del Consiglio di Stato che ha confermato il provvedimento originale dell’Antitrust riducendo però l’ammontare della sanzione.



Il giudizio riguarderebbe soltanto alcune frasi che sono state utilizzate dal Tripadivisor per promuovere alcuni servizi che secondo il Consiglio di Stato sono idonei a generare nell’utente medio di internet il falso convincimento della sensibilità e della genuinità delle recensioni pubblicate. Tutto ciò vuol dire semplicemente che TripAdvisor pare facesse pubblicità ingannevole e che dunque non può garantire l’affidabilità delle sue recensioni.

“Non importa se preferisci le catene alberghiere o gli hotel di nicchia: su Tripadvisor puoi trovare tante recensioni vere e autentiche, di cui ti puoi fidare. Milioni di viaggiatori hanno pubblicato on-line le proprie opinioni più sincere su hotel, bed & breakfast, pensioni e molto altro”, questa è una delle frasi contestate. Ed ancora “Vuoi organizzare un viaggio? Passa prima su TripAdvisor. I viaggiatori della community di TripAdvisor hanno scritto milioni di recensioni sulle loro vacanze migliori e peggiori che ti aiuteranno a decidere cosa fare”.

Ad essere particolarmente soddisfatta del risultato di questa diatriba burocratica è stata Federalberghi che in queste ore ha pubblicato un post dove si legge: “Il pronunciamento” conferma la necessità di bonificare un sistema inquinato dalle fake reviews e di radicare un sistema in cui prevalgano le vere recensioni, scritte da veri clienti, che raccontano una vera esperienza, è un deciso stop alle recensioni anonime e ai nickname di comodo.” Ad ogni modo Tripadivisor, non accoglie bene questa sentenza e ha fatto sapere di non vorresti rassegnare per nessuna ragione al mondo è sostiene che la stessa decisione del Consiglio di Stato conferma che non ci sono prove che Tripadvisor, abbia ingannato i consumatori tanto che non c’è richiesta di cambiare alcunché sul sito.



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