Coronavirus, arriva lo sconto sull’affitto: ecco come funziona l’accordo tra inquilino e proprietario



Questo articolo in breve

L’emergenza coronavirus ha messo in difficoltà molti affittuari. Ecco cosa fare per chi intende contrattare con il proprietario una riduzione dell’affitto. Sconto sugli affitti causa Coronavirus: è un diritto? Possono ottenerlo tutti gli inquilini? E cosa deve fare chi è in difficoltà se il proprietario non accetta riduzioni? Tante le domande che ci arrivano dopo l’articolo sulle modalità per stipulare questi accordi. Ecco le risposte.



La riduzione dell’affitto è prevista dalla legge per tutti?
No. Non c’è nessuna norma di legge o che riconosce un diritto per gli inquilini o un obbligo per i proprietari di rivedere l’ammontare del canone. Nessuna agevolazione per i pensionati né per chi ha lasciato la casa nella sede di lavoro e effettua smart working altrove. Non esiste un modello di domanda ma è necessario contattare il proprietario. Se l’inquilino se ne vuole andare può dare disdetta per Coronavirus e il proprietario la deve accettare?

Se l’inquino non è più in condizione di pagare l’affitto avendo perso il reddito può dare disdetta per giusta causa. Il contratto però va rispettato, per cui è dovuto il pagamento del preavviso. Il proprietario non può opporsi alla disdetta, né avrebbe interesse a farlo dal momento che l’inquilino non è più in grado di pagare. Per semplificare ci si può accordare per utilizzare a questo scopo la somma versata a titolo di cauzione. Qualunque comunicazione va fatta via pec, o altrimenti chiedendo conferma della ricezione della mail ordinaria.

Ci sono agevolazioni per i fuori sede?
No, niente sconti per i fuori sede tornati in famiglia. Può chiedere una riduzione solo lo studente che pagava l’affitto con il suo lavoro e lo ha perso, o lo ha perso il genitore del quale è a carico. Il fatto di lasciare la casa vuota non ha nessuna rilevanza, dato che il canone è dovuto anche se non si usa l’appartamento.
Possono invece chiedere la sospensione del pagamento gli studenti Erasmus richiamati nel loro Paese, dal momento che in questi casi non viene pagata la borsa di studio. Si potrà quindi prevedere il prolungamento della durata del contratto alla riapertura degli Atenei.

E per gli affitti per uso commerciale?
Il decreto Cura Italia ha previsto un credito d’imposta del 60% del canone di locazione per gli inquilini che hanno in affitto locali accatastati C/1. L’agevolazione al momento è per il solo il mese di marzo. Per ottenere il bonus è necessario pagare il canone per intero. Cosa fare se il proprietario non accetta l’accordo?Se il proprietario non accetta di ridurre provvisoriamente l’affitto, chi non può o non vuole lasciare l’immobile potrà rivolgersi alle associazioni degli inquilini. Gli inquilini di locali commerciali si possono rivolgere alle associazioni di categoria, che hanno attivato a questo scopo servizi di assistenza ad hoc. Possibile anche contattare gli organismi di mediazione, in quanto la mediazione è ammessa anche per queste problematiche.

Dove si prevede lo sconto sulle tasse per chi accetta di ridurre il canone?
Le imposte si pagano sull’importo dichiarato al momento della registrazione, quindi se si riduce l’ammontare si deve comunicare il nuovo importo per evitare di pagare in più, o di aprire un contenzioso in caso di controlli. La registrazione è gratis per legge e la circolare 12/2016 illustra le regole. In seguito alla chiusura degli uffici è indicata sul sito la possibilità di inviare i documenti via mail. Si può comunque attendere il mese di giugno perché anche per questi atti (circolare n. 8) i termini sono sospesi.



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