Frosinone, condannata a 30 anni la madre che uccise il figlio di 2 anni strangolandolo



Ricorderete tutti la tragedia familiare avvenuta il 17 aprile 2019 a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone. Il Tribunale di Cassino adesso ha condannato Donatella Di Bona, 29enne per aver strangolato il figlioletto di appena 2 anni.



Tragedia familiare a Piedimonte San Germano

Si chiama Donatella Di Bosa, la mamma di Gabriel Feroleto, il bimbo ucciso dalla 29enne, circa un anno e mezzo fa. La donna adesso è stata condannata a 30 anni per l’omicidio del figlio che aveva soltanto 28 mesi. La sentenza è arrivata soltanto nella giornata di ieri dal tribunale di Cassino. La donna pare si trovasse in compagnia dell‘ex marito Nicola Feroleto, con il quale pare si fosse appartata in auto in una stradina in campagna. All’interno dell’auto pare ci fosse anche il loro figlio, il quale nel tentativo di convincere i genitori a riportarlo a casa, avrebbe iniziato ad urlare. Il comportamento del piccolo, avrebbe letteralmente scatenato l’ira della donna, scoppiata poi nel modo che tutti sappiamo.

La donna e mamma del piccolo condannata a 30 anni, ora rischia tanto anche il papà

La donna avrebbe ucciso il piccolo strangolandolo. Di Bona, pare che in un primo momento avesse fatto di tutto per depistare le indagini e aveva fatto intendere che ad uccidere il figlio fosse stato un pirata della strada. Questa ipotesi sarebbe stata poi sgonfiata con la confessione dell’omicidio da parte della donna. Quest’ultima avrebbe così deciso di confessare, scegliendo il rito abbreviato al contrario del marito che ha scelto poi il rito ordinario. La sentenza adesso è fissata per il prossimo 20 novembre 2020. Ovviamente anche l’uomo rischia tanto, visto che era presente nel momento in cui la donna ha ucciso il piccolo e pare che non abbia fatto nulla per impedire che l’ex moglie provocasse la morte del figlio.

L’autopsia sul corpo del piccolo non ha lasciato alcun dubbio

A causa delle varie contraddizioni emerse dalle continue versione dei fatti fornite dai genitori, sempre diverse, la Procura guidata dal Pm Valentina Maisto, ha disposto gli esami sul corpo di Gabriel. Dopo qualche giorno sarebbero arrivati i risultati che hanno confermato il fatto che il piccolo sarebbe morto a causa di un’asfissia meccanica. In medicina per asfissia meccanica si intende “un’interruzione degli scambi respiratori che può attuarsi con differenti meccanismi: per occlusione degli orifizi respiratori (soffocamento), per occlusione delle prime vie aeree (strozzamento, strangolamento, impiccamento, intasamento), per occlusione delle basse vie aeree (annegamento, aspirazione di sangue o di altri liquidi), per compressione del torace (morte tra la folla), per mancanza o povertà di ossigeno nell’ambiente (asfissia da confinamento o da seppellimento, sostituzione dell’ossigeno con gas inerti)”.

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