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Basta guardarlo in faccia per capire. Zlatan Ibrahimovic vuole vincerlo. Vuole altri tre punti, vuole colorare nuovamente il derby di rossonero. Vuole segnare ancora. Vuole essere decisivo, vuole dimostrarlo prima di tutto a se stesso. «Giudicatemi per quello che faccio, non per la mia età». E’ sempre stato così per lui. Lo sarà anche oggi. Da quando è uscito dalla quarantena non ha fatto altro che lavorare a Milanello a testa bassa. Nessuna distrazione, nessun sorriso regalato a nessuno.



Niente di niente. Qui si fa sul serio, si gioca per vincere, per rimanere ancora primi, magari da soli. Il Milan è davanti, l’Inter insegue. Non è capitato spesso nelle ultime stagioni Nella sua testa vuole restarci, vuole fare qualcosa di impossibile. Qualcosa che nessuno si aspetta. Arrivare in Champions League è l’obiettivo non dichiarato, vincere lo scudetto il sogno impossibile che Zlatan vorrebbe regalare, regalarsi prima, magari, di salutare non solo il Milan. Nella sua testa c’è questo, c’è la voglia di dimostrare in campo di poter fare ancora la differenza. Farla sempre. Ha fatto di tutto per esserci. Ha sfidato il virus, lo ha battuto a modo suo: dimostrando carattere, grintae quella sua arroganza del ragazzo cresciuto in periferia, del campione che non si accontenta mai.

COME NEL 2006 Zlatan è rimasto lo stesso ragazzo di sempre, quello che arrivò a Milano per la prima volta nel 2006. Non è mai cambiato ma nemmeno si è mai fennato. Ieri come oggi. Questo è Ibra, prendere o lasciare. Si è allenato a casa, aspettando il via libera. Uno, due tamponi negativi. Tutto a posto. Contro l’Inter è una sfida speciale per lui che ha il Milan tatuato sul cuore. Oggi la sfida è vincere, riportare il suo Milan alla vittoria. Non ci riesce da quattro anni, da quando cera Sinisa Mihajlovic seduto in panchina. Ne è passato di tempo ma ora con l’attaccante svedese in campo tutto sembra fare meno paura. Un vantaggio per Ibra, per tutti i suoi compagni. Gigio Donnarumma per primo. «Tutti noi volevamo che Ibra ci fosse in questa partita. Ci darà una grande mano. E’ molto carico ». Una partita che lui sente tantissimo, sente più di altre. Per lui è un derby vero, una di quelle partite che vorrebbe sempre vincere, sempre essere protagonista. In quello di febbraio, l’ultimo che ha giocato, ha segnato sotto la Nord ma non è bastato.

NESSUNO LO FERMA Nessuno può fermarlo. Il covid-19 l’ha Hakan Calhanoglu, 26 anni bloccato a casa, gli ha impedito di entrare in campo nelle ultime quattro del suo Milan. Questa però non poteva proprio mancare. Ibra ha giocato fin qui 10 stracittadine, cinque con l’Inter e altrettanti con i rossoneri. Quella di oggi è la numero undici, la più importante. Forse anche la più difficile. Non c’è il pubblico, non c’è la pressione degli ottantamila di San Siro. Non ci saranno nemmeno i fischi per lui, quei cori irripetibili e tante altre cose che caricano a molla un giocatore come Zlatan. Un leone pronto a ruggire al primo pallone buono. Zlatan ha segnato 7 reti sotto i riflettori della Madonnina.

Numeri che possono ancora cambiare, migliorare come sempre. E’ quello che vuole fare. Pioli ci spera ma non solo lui. Sarà il punto di riferimento là davanti per tutti i suoi compagni. Lui insieme a Calhanoglu, Saelemaekers e uno tra Brahim Diaz più che Castillejo. Niente Rafael Leao e nemmeno Rebic bloccato ormai dal 27 settembre per un gomito dolorante. Un attacco da tre gol in tre partite con l’ex Reai Madrid in campo. Sarebbero di più se ci fosse Rafa in campo. Ma sono scelte, non tocca a noi decidere. Un attacco rossonero che deve preoccupare Antonio Conte. La sua Inter deve fare a meno di qualche giocatore importante dietro, in difesa. Un vantaggio per Ibrahimovic, ma anche per tutti isuoi compagni…

Inter Milan Serie A tim, dove e come vedere la partita, valevole per la quarta giornata di campionato. Le due squadre milanesi si affronteranno nel derby della quarta giornata di Serie A. Qui di seguito vi daremo tutte le informazioni sulla gara sulle probabili formazioni e dove e come poter guardare il match in TV e in streaming.

Inter Milan Serie A tim, fischio d’inizio alle ore 18.00

La partita tra Inter e Milan sarà visibile su Sky ed il fischio d’inizio è fissato per le ore 18 di oggi, sabato 17 ottobre 2020. Insomma, la quarta giornata di campionato di serie A riparte con il derby di Milano. Si tratta di una sfida molto importante visto che entrambe le squadre sono piuttosto in forma e hanno grandi ambizioni. Da una parte c’è la squadra Capitanata da Antonio Conte che dopo il pari con la Lazio nell’ultimo turno, adesso ha voglia di portare a casa i tre punti. Dall’altra invece c’è la squadra di Pioli capolista con 3 vittorie in altrettante partite e reduce di un finale di stagione piuttosto importante. Volendo fare un bilancio del derby, questo sarebbe almeno sulla carta a favore dell’ Inter che ha vinto le ultime quattro sfide. L’ultima Vittoria della squadra rossonera, risale al gennaio 2016. Inter Milan si giocherà quindi nel primo pomeriggio di oggi sabato 17 ottobre 2015 allo stadio Meazza in San Siro a Milano.

Come e dove poter guardare la partita

Il match sarà visibile in diretta su Sky e nello specifico sui canali Sky sport Serie A numero 202 e 249 del satellite. Potremmo, inoltre, guardare il match sui canali 473 e 483 del digitale terrestre ed ancora su Sky Sport numero 251 del satellite. Tutti gli appassionati potranno anche seguire il match Inter Milan in diretta streaming utilizzando la piattaforma Sky Go. La partita potrebbe essere vista anche su dispositivi mobili come tablet e smartphone, scaricando l’app per sistemi iOS e Android sul proprio notebook o Pc collegandosi direttamente sul sito ufficiale della piattaforma. La partita si potrà anche guardare in streaming su Now TV. Questo è un servizio live e on demand di Sky che viene offerto a coloro che attivano uno dei pacchetti offerti.

Probabili formazioni

Per il Milan Pioli non recupera Rebic e schiera Castillejo. Confermato Saelemaekers sulla destra. Conte, invece, dovrà fare a meno di ben sei giocatori tra Coronavirus e infortuni.

INTER (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Kolarov; Hakimi, Barella, Brozovic, Vidal, Perisic; Lukaku, Lautaro Martinez

MILAN (4-2-3-1): G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessié, Bennacer; Castillejo, Calhanoglu, Saelemaekers; Ibrahimov

Sono lontani i tempi delle sfuriate. Antonio Conte versione ’20-21 è un altro uomo. Evidentemente rincontro di Villa Bellini a fine agosto è servito a tracciare una linea da seguire non solo sul mercato, ma anche nella quotidianità. Ieri il tecnico nerazzurro, dopo una sosta che ha falcidiato la sua squadra con 6 positivi al Covid, con 16 giocatori partiti per giocare due o tre gare con le proprie nazionali, e un solo vero allenamento per preparare il derby, avrebbe potuto alzare la voce. Invece…

Certo, qualche messaggio Conte lo ha spedito – a Eriksen e ai propri giocatori, come vedremo -, ma il tecnico salentino ha voluto principalmente inviare dei segnali di grande saggezza: «In un momento molto difficile come questo, dovremo essere bravi in tutti i campi a essere collaborativi, propositivi e accettare la situazione in essere, perché fermarsi di nuovo sarebbe disastroso per tutti – ha spiegato Conte -. Abbiamo passato un periodo molto duro e forse ce lo siamo dimenticati in fretta, quindi è inutile ora lamentarsi e dire chi è più o meno penalizzato da eventuali assenze».

RICHIAMO GENERALE L’Inter dopo il pari con la Lazio del 4 ottobre, vuole riprendere il suo percorso: «Dobbiamo cercare di fare bene in tutte le partite che giochiamo, perché ogni vittoria, vale 3 punti e questa sarà solo la prima di sette gare in tre settimane. Sicuramente il derby porta delle difficoltà maggiori – ha spiegato Conte -, affrontiamo una squadra forte che ha finito il campionato scorso in maniera importante e ha iniziato bene questo».

Derby a cui Conte avrebbe voluto arrivarci in maniera diversa: «Avrei preferito un giorno in più per prepararlo, ma sappiamo che ci sono calendari da rispettare e ci adeguiamo – ha aggiunto Conte mantenendo un profilo basso -. Non abbiamo tantissimo tempo, con la video analisi e alcune situazioni spiegate alla lavagna, cercheremo di accorciare i tempi». Una mano, Conte, confida di averla dall’entusiasmo dei nazionali: «Se fai bene lì, arrivi con il morale più alto, dovremo sfruttare questa loro voglia». Detto ciò, Conte ha voluto richiamare tutti i suoi giocatori a un nuovo step: «In futuro avremo altre gare importanti e prove di maturità, mi aspetto una crescita dei ragazzi, in particolare chiedo maggiore responsabilità, sotto tutti i punti di vista ». Un richiamo, visto il periodo e i contagi, che sembra andare oltre l’aspetto tecnico.

REPLICA CHIARA Parlando dei singoli, Conte, a proposito di responsabilità, ha chiesto a Sanchez, tornato con un affaticamento muscolare dal Cile, di essere chiaro sulle proprie condizioni («È stato visitato e faremo le valutazioni, ma dobbiamo sentire la sua opinione e il feeling che lui ha col suo corpo»). Ma soprattutto Conte ha risposto per le rime a Eriksen che con la Danimarca ha fatto scintille, in campo (3 gol in 3 gare) e fuori, dichiarando di non voler stare in panchina e di essere felice quando va in nazionale perché gioca: «Se all’Inter lui giochi poco o meno, questo non lo so, ma secondo me in questo momento sta giocando il giusto – la replica del tecnico -.

Io prendo decisioni per il bene della squadra e sono contento di come Eriksen si sta integrando, penso che pure lui sia felice di lavora qua. Ci sarà spazio per lui, la stagione sarà lunga ed estenuante. Penso che Eriksen abbia avuto il suo spazio per dimostrare il suo valore». Alexis Sanchez non preoccupa. L’attaccante cileno è tornato dal Sud America con un lieve affaticamento muscolare dopo le due partite delle qualificazioni mondiali con Uruguay e Colombia, nelle quali ha segnato due gol e subito un’entrata molto dura da parte di James Rodriguez, per fortuna senza conseguenze.

Anche il fastidio muscolare non provoca allarmi. Ieri lo staff medico dell’Inter ha potuto constatare che non c’è alcun problema fisico rilevante. Sanchez può andare in panchina oggi pomeriggio nel derby. Antonio Conte comunque doserà accuratamente l’utilizzo del Nino Maravilla, tenendo conto dell’impegno ravvicinato con il Borussia Moenchengladbach in Champions League. Inoltre Sanchez è tornato a Milano solo alle 10 di sera di giovedì. Un motivo in più per cercare di farlo riposare al massimo, se il suo ingresso in campo non sarà indispensabile. La prima scelta per modificare il corso della partita sarà Christian Eriksen, galvanizzato dalla settimana trascorsa con la Danimarca (tre gol in tre partite). L’ex Tottenham è protagonista dell’unico ballottaggio nella testa di Conte che dovrebbe preferire Marcelo Brozovic al fantasista scandinavo.

Il centrocampista croato è tornato alla Pinetina un giorno prima del compagno. E, considerato che le alternative in panchina non sono molte, può essere più utile tenere Eriksen come grimaldello partita in corso. L’altro dubbio riguarda la posizione in campo di Nicolò Barella. Dalla collocazione del motorino cagliaritano dipende il sistema di gioco di Conte perii derby: 3-5-2 o 3-4-1-2. La val lante è legata alla decisione di schierare Barella sulla stessa linea di Brozo vie e Arturo Vidal, oppure qualche metro avanti, come all’olimpico con la Lazio, in modo da conservare il modulo utilizzato quando gioca Eriksen. La seconda opzione sembra la più probabile per sfruttare gli inserimenti di Barella e la sua propensione al pressing infaticabile per interrompere le linee di passaggio dei giocatori rossoneri verso Bennacer. Il numero 23 ha rimediato una botta al ginocchio in Nazionale, ma ieri ha regolannente effettuato tutto l’allenamento insieme al gruppo: stringerà i denti per dare il suo apporto sempre più indispensabile. Conte ha limato qualche minuto alla seduta di rifinitura per non appesantire troppo le gambe dei tanti nazionali appena rientrati e dare più spazio alla riunione tecnica con analisi video e lavagna tattica.



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