La decisione é presa: domani arriva l’ ordinanza per il lockdown



Sarà definita entro la giornata di domani, domenica 25 ottobre, l’ordinanza che predispone il lockdown in Campania anche se non sappiamo al momento quando andrà in vigore, presumibilmente martedì prossimo. Il segnale del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è chiaro ed era già stato espresso stamane con una nota in cui condannava gli scontri di Napoli: “Vado avanti per la mia strada, non cambio i miei piani”.



Ora la Regione Campania, ma soprattutto l’Unita’ di Crisi regionale per disporre le misure di chiusura attende anche il Dpcm che sarà pubblicato stasera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per analizzare i provvedimenti nazionali e adattare gli ulteriori provvedimenti per la Campania. L’orientamento di un nuovo lockdown, ha dichiarato oggi il governatore “deve però essere supportato prima di tutto da un piano socio-economico nazionale”.

È probabile che uno degli “spazi” in cui De Luca spiegherà la ratio del suo provvedimento, cercando anche politicamente di recuperare consenso, ormai in calo netto a poco più di un mese dalla sua rielezione, sarà il salotto di Fabio Fazio a Che tempo che fa, in programma domenica in prima serata su Rai3.

La Regione Campania nelle ultime ore ha fatto “filtrare” la notizia di voler andare avanti a testa bassa sulla chiusura annunciata venerdì via Facebook da De Luca. I motivi sono due: il primo è che De Luca non vuole far passare l’idea di essersi fermato a causa delle violente proteste di venerdì notte a Napoli.

La seconda è che vuole “pressare” il governo Conte affinché sganci quattrini: il piano di aprile della Campania a sostegno delle attività imprenditoriali e delle famiglie valeva un miliardo e 17 milioni. Ora il problema è questo: non ci sono più fondi per questi scopi nel 2020.

Occorre attendere il 2021 ed è troppo tardi. Dunque il problema non è solo sanitario ma anche economico: se Palazzo Chigi non vara un pacchetto di norme le attività rischieranno di chiudere senza alcuna prospettiva di ristoro. E quella parte “grigia” di lavoratori, a nero e precarissimi, senza contratto e con retribuzione a settimana (i fattorini dei bar, i camerieri, cuochi, commessi e così via) resterebbero senza quattrini fino alla riapertura degli esercizi commerciali.



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