Mascherine ffp2 ffp3 e chirurgiche, differenze quali sono le migliori e quali scegliere



Questa classificazione, inventata dal chirurgo Alessandro Gasbarrini del Rizzoli di Bologna per i suoi figli, è diventata virale. Meglio impararla



TUTELA CHI CI STA DI FRONTE È il modello più “generoso”, nato per essere indossato dal medico a tutela del paziente in sala opertatoria: una volta calata su naso e bocca protegge gli altri, non chi le indossa.

GARANTISCE SOLO CHI LA INDOSSA Non importa che sia del tipo FFP2 o FFP3, cioè con diverso potere filtrante: se indossate una mascherina con valvola, filtrerà l’aria in entrata, ma non quella in uscita.

LA PIÙ GIUSTA, PERCHÉ PRESERVA TUTTI La mascherina più giusta, conclude Gasbarrini, è una FFP2 o una FFP3 senza valvola, con alto potere filtrante sia in entrata sia in uscita: è garanzia per tutti.

In questo momento di grande confusione e di emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del coronavirus, ci sono alcuni oggetti che sono diventati praticamente introvabili ma impensabile. Stiamo parlando delle mascherine che al giorno d’oggi sono molto importanti per poter evitare e contenere la diffusione del contagio da coronavirus. Sostanzialmente le mascherine per parecchio tempo sono state davvero introvabili e per circa due mesi sembra che qualsiasi tipo di mascherina sia stata ritenuta giusta purchè coprisse il volto. Oggi però le cose non stanno così e per poter convivere con il virus dovremmo munirci di mascherina che ci proteggono e proteggono anche da altri. È importante quindi fare chiarezza sui tipi di mascherine che esistono oggi in commercio per cercare di scegliere quella giusta. Si è parlato di mascherina chirurgica, di mascherina con filtro ffp2 e ffp3. Che differenza c’è tra le tre?

Mascherina chirurgica, ffp2 o ffp3: quale scegliere?

Prima di parlare dell’una o dell’altra Mascherina è bene dire che l’utilizzo di queste può dirsi efficace soltanto nel caso in cui vengano rispettate Comunque tutte le norme igieniche. Partiamo dalla prima ovvero dalla mascherina chirurgica, che viene utilizzata per lo più in ambienti sterili come la sala operatoria di un ospedale. Questo tipo di mascherine non aderiscono ai contorni del viso, ma impediscono che le goccioline tutte le secrezioni di grandi dimensioni Possano raggiungere delle superfici coperte.

Ad ogni modo restano comunque delle mascherina il cui apporto non è stato definito poi così tanto significativo. Va detto che affinché le mascherine siano comunque efficaci, devono assolutamente coprire il naso così come i respiratori. Questi ultimi definiti anche filtranti facciali sono le cosiddette mascherine ffp2 e ffp3 che hanno una funzione differente rispetto alle mascherine chirurgiche.

Mascherine FFP2 e FFP3 con o senza valvola

Queste mascherine FFP2 ed FFP3, infatti aderiscono bene ai contorni del viso e tengono quindi a freno anche le particelle più piccole. Queste all’interno presentano una valvola e per questo motivo si dice che siano poco protettive nei confronti di chi ci sta intorno. Ad ogni modo per un soggetto a rischio, questo tipo di mascherina è una buona protezione. Esistono anche le ffp2 e ffp3 senza valvola ed anche in questo caso riescono ad aderire bene al Volto ed è previsto un limitatissimo passaggio delle particelle sia in entrata che in uscita. Visto che queste mascherine però sono difficili da reperire in mancanza è bene usarne una qualsiasi, l’importante è che il viso ed il naso siano completamente coperti.

Non servono, lasciamole ai sanitari, anzi sì e sono obbligatorie per tutti. I politici le indossano, i tecnici no, i cittadini si chiedono quali. E poi certo sono gratis, o meglio lo saranno: perché per adesso le mascherine, emblema della confusione che scandisce le nostre giornate ai tempi della pandemia, non sono ancora arrivate. Una selva di ordinanze e raccomandazioni contradditorie tra le quali abbiamo provato a districarci con l’aiuto di Paolo D’Ancona, medico epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità, che di seguito fa chiarezza sugli aspetti più controversi. Come le mascherine ci possono proteggere dal virus. Le mascherine possono aiutarci a ridurre la trasmissione del virus tra le persone, agendo come filtro delle goccioline prodotte dalle respirazione, dagli starnuti e dalla tosse, sia delle persone che indossano la mascherina che di quelle intorno. Le chirurgiche sono più efficienti di quelle non mediche o fatte in casa. Queste ultime però spesso sono lavabili e riusabili a differenze di quelle chirurgiche che nascono come monouso. Quando vanno indossate. Vanno indossate soprattutto in presenza di altre persone, in luoghi chiusi e quando non è possibile rispettare la distanza fisica. Qual è il senso delle ordinanze che ne prevedono l’obbligatorietà. Poiché il virus nell’aria aperta non c’è, fuori casa e in assenza di altre persone la mascherina non ha una reale utilità protettiva. Tuttavia indossarla favorisce i controlli e abitua la popolazione al suo uso diffuso laddove poi è veramente necessaria, cioè in spazi chiusi e in presenza di altre persone, per esempio nei negozi. Le chirurgiche: a chi servono. Le mascherine chirurgiche sono in tessuto non tessuto (Tnt) a più strati. Sono destinate principalmente all’uso sanitario, per la protezione degli operatori e dei malati grazie alla capacità filtrante e la capacità di fermare le droplets, le goccioline che espelliamo responsabili della trasmissione del virus. Le FFP: a chi sono consigliate. I filtranti facciali o respiratori sono dispositivi di protezione individuale di diversi materiali. Ne esistono tre tipi, FFP1, FFP2, FFP3, in base alla loro capacità di filtrazione di particelle, rispettivamente 80%, 94% e 99%. La capacità di filtrare dipende anche dall’aderenza al volto, che impedisce che aerosol o aria possano entrare nel naso o nella bocca senza essere filtrati. La FFP1 trova spazio nei luoghi lavorativi dove vengono prodotte modeste quantità di polveri, FFP2 e FFP3 sono invece utilizzate nell’ambito sanitario e permettono di filtrare particelle veramente piccole come quelle che veicolano malattie a trasmissione aerea (per esempio il morbillo) o aerosol prodotto nell’assistenza sanitaria di pazienti con coronavirus. Quelle con valvole: chi deve portarle. I modelli con le valvole facilitano la respirazione poiché la valvola permette l’uscita dell’aria attraverso il filtro. Tuttavia l’aria che esce potrebbe essere non filtrata, dunque non è adatta ai malati, che devono indossare la chirurgica che assicura il filtraggio dell’aria anche in espirazione. Hi-tech, elasticizzate o lavabili: quelle in commercio, ma non certificate. Sono utili anche queste, perché fanno comunque da barriera: non essendo certificate non è possibile sapere quanto effettivamente proteggano rispetto a una mascherine chirurgica e sono destinate ad ambiti non sanitari. Possono essere riusate e vanno sempre associate alla distanza fisica.

L’Iss valuta le richieste di autorizzazioni a produrre e commercializzare mascherine da parte delle aziende.Le richieste di autorizzazione sono diverse centinaia, molte delle quali scartate perché relative alla produzione di mascherine non chirurgiche, che non hanno bisogno di autorizzazione. Circa 70 sono state accettate per la produzione, ma, prima che possano essere commercializzate, le ditte devono completare il processo di autorizzazione con altra documentazione necessaria per attestare, in sintesi, le capacità filtranti e la sicurezza dopo la produzione. Un processo lungo, ma indispensabile per garantire la sicurezza degli operatori sanitari. In assenza di mascherine, foulard o sciarpa a coprire naso e bocca. La Lombardia ha lanciato il messaggio che coprirsi la bocca è una forma di “etichetta respiratoria”, come tossire nella parte interna del gomito. Le mascherine semplici possono servire a questo scopo. E mantenere la distanza è indispensabile. Mascherine gratuite per tutti: sì o no? Dipende da che tipo di mascherine saranno distribuite: se fossero lavabili e riutilizzabili lo sforzo potrebbe essere sostenibile. L’importante è che siano garantite le chirurgiche, le FFP2 e FFP3 e gli altri dispositivi di protezione ai sanitari. Come vanno indossate e tolte. Le mascherine vanno prese sempre dall’elastico, senza toccare la parte esterna che potrebbe essere stata contaminata. I lavaggi e il riutilizzo. Si possono riutilizzare solo quelle in tessuto nate per questo e lavabili. Non le mascherine chirurgiche monouso, che perderebbero le caratteristiche di sicurezza. La sanificazione fai da te suggerita dai tutorial su Internet. Sono metodi non sicuri. Diffidate. La disinfezione ad alte temperature. Anche l’Istituto Superiore di Sanità sta lavorando a livello internazionale per capire come procedere lasciando inalterate funzionalità e sicurezza. Sembra più facile con i respiratori facciali, mentre con le mascherine chirurgiche pare poco promettente. Il problema è che le mascherine sono diverse fra loro, quindi il processo potrebbe non dare gli stessi risultati. Sia le mascherine chirurgiche che i respiratori facciali sono nati per essere monouso, almeno nell’impiego professionale.



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