Serie A Milan – Bologna Dove vedere Diretta Live TV Streaming Gratis Sky o Dazn (Ore 20: 45)



Questo articolo in breve

Vedere Milan Bologna streaming live e diretta tv gratis. Si gioca alle 20:45 di lunedì 21 settembre 2020, la partita Milan Bologna: posticipo che chiude la 1a giornata del campionato di calcio di Serie A 2020-21. Milan e Bologna si affrontano alla prima giornata del massimo campionato per la terza volta in Serie A. Bilancio in perfetta parità con una vittoria per parte (nel 1998 per i rossoneri e nel 2008 per i felsinei). Il Milan ha vinto otto delle ultime nove sfide contro il Bologna in Serie A (1N), incluse tutte le ultime tre.



Manca  qualcosa, certo. Per esempio un difensore centrale di scorta, o un vice Ibrahimovic. L’attesa per il debutto del Milan, vincitore del virtualissimo scudetto post-lockdown, è alta. Manca qualche tassello, ma la squadra si è compattata. Sta per recuperare Rafael Leao, Romagnoli ha ricominciato il percorso atletico dopo l’infortunio al polpaccio. Ecco, in difesa, al centro della difesa, al momento ci sono nodi da sciogliere. Nel complesso però Pioli sa di avere a disposizione una squadra, la sua squadra, quella alla quale ha dato una identità, dall’inizio della stagione. Non è tutto, non è poco.

Ritocchi Difesa da arricchire? Si aspetta Milenkovic, anche in mezzo al campo potrebbe servire qualcosa in più. L’affare Bakayoko, un ritorno che sarebbe gradito a tutti gli attori in commedia, si complica, e allora ecco l’alternativa Zambo Anguissa del Fulham. Perché la squadra sta acquisendo una fisionomia definita e certa, una trama nella quale non trova posto Paquetà, costoso acquisto di qualità dell’era Leonardo. «Ha delle difficoltà tattiche.

Vediamo che cosa ci dirà il mercato», ha dichiarato il tecnico Pioli alla vigilia della prima di campionato contro il Bologna. Tradotto: il brasiliano non ha una collocazione tattica del Milan. Cederlo sarebbe la soluzione migliore per finanziare magari l’acquisto di un centrale di difesa come Milenkovic, sempre che le pretese della Fiorentina si abbassino. Intanto si parte con quelli che c’erano e che sono rimasti. Sembrava una squadra da smantellare, sono tutti ancora lì, con molta voglia e qualche rivincita da prendersi.

Ora vediamo Scarsiachi, vecchi perché? Rebic, che oggi fa il suo esordio in stagione (in Europa League era squalificato e lo sarà nel prossimo turno e nell’eventuale playoff) vuole dimostrare di essere davvero quello che i tifosi del Milan hanno visto dall’inizio del 2020. Gol, voglia di lottare, grande praticità, estrema compatibilità con Ibrahimovic e non è poco. A 39 anni Zlatan ancora gioca e combatte,è una cosa bella, ma può durare? Ibra è il top, peccato che gli anni passino. Al Milan serve un altro top player, che sarebbe Zlatan, non fosse per l’età, questa è la percezione e  l’idea dei tifosi.

Desideri che viaggiano nell’aria prima dell’esordio in campionato. Il Milan ha fatto cose eccezionali dopo il lock down, ma deve capire se è stato soltanto un fuori giri di alcuni suoi uomini di punta, come Theo Hernandez, o se invece non possa essere la continuazione di un percorso. Il Milan ha recuperato posizioni? Forse, ma servono verifiche, a partire da oggi con il Bologna. A Dublino la prova del fuoco per molti, i pregi si vedono e i dubbi restano.

Però il Milan non riparte come un anno anno. Sempreverde E non riparte come un anno fa Pioli, arrivato a stagione in corsa, con poca fiducia e molte lacune. Il talismano è ancora Ibrahimovic, che ha catalizzato attenzioni e pressioni nel Però con Zlatan in squadra i ragazzi hanno preso coraggio e ora gli obiettivi sono diversi. Il Milan non è ancora completo, non è lo squadrone di tanti anni fa: è un palazzo uscito più bello dal lockdown, quando tutto si è fermato. L’obiettivo resta il ritorno in Champions League, competizione che manca da anni, che rappresentava il marchio di fabbrica e che con i proventi che genera potrebbe risolvere molti problemi.

Il fondo Elliott, proprietà poco compresa, sta andando avanti con la sua filosofia e intanto i sogni ricompaiono e non dipendono da un giocatore unico. Scudetto? Operazione complicatissima, degna di James Bond, più che del bravo Pioli. Ma soltanto il sogno è più di quello che si prospettava uno o due anni fa. Pioli ha delle buone carte in mano. Non tutte vincenti, ma dopo il matto calcio post-Covid i tifosi sperano

Come sto? Bene bene. Adesso sembro anche il colonnello Kurtz, quello di Apocalypse now», quello interpretato da Marlon Brando.

Sinisa Mihajlovic, tonicissimo, è ancora a un passo da Ibra. «Speriamo non faccia come l’ultima volta quando mi diede cinque pappine: quest’estate in Sardegna ci siamo visti, ora spero davvero faccia meno degli ultimi tempi…». E gli ultimi tempi furono MilanBologna 5-1 nel post-Covid. «L’obiettivo è crescere – dice Sinisa –. Dobbiamo giocare le partite e non si può perdere senza combattere: l’anno scorso è successo in due occasioni, una col Milan. Ma era una situazione strana dopo il Covid e qualche scusa l’ho trovata, quest’anno se succede di nuovo è un casino. Se giochiamo come sappiamo, possiamo battere chiunque».

Il romanzo Ibra-Sinisa apre altre pagine. Rock. Là c’è lui Il rapporto fra Mihajlovic e Zlatan – poi diventato amicizia che dura da 15 anni – non cominciò con un abbraccio. No. Fu una zuccata, tre giornate di squalifica per lo svedese e con aperitivo retroscena che Sinisa (ai tempi dell’Inter in cui lui faceva il vice Mancio e Ibra il vice di nessuno) raccontò così. «Branca – disse Sinisa – andò da Zlatan e gli disse “Ti vuole l’Inter”, lui rispose “Là c’è Mihajlovic”. Branca venne a parlarmi, per i nostri precedenti con la testata e io dissi che se si fosse comportato e allenato bene non ci sarebbero stati problemi, non doveva chiedere a me. Poi siamo diventati grandi amici, abbiamo un ottimo rapporto». Dominanti Caratteri totalitari, dominanti: gente che ha la stessa corteccia. Gente che ha la volontà di essere com’è: senza coperture o altro. Lo è stato Sinisa ai tempi in cui ha combattuto la leucemia, presentandosi com’era. «Avanti amico e fratello – disse in un video a “Verissimo” Ibra con Sinisa sotto i riflettori –. Siamo tutti contenti che sei tornato in panchina. Sapevo che eri il più forte di tutti. Ti aspettiamo in campo ma non crearmi troppe difficoltà quando giocherò contro la tua squadra». Finì appunto 5-1, i due si abbracciarono prima della partita e Ibra postò una foto della loro amicizia scrivendo «All love Sinisa Mihajlovic».

Quel sogno Anche a San Siro ci saranno i mille ingressi («Non ci fosse stato Bonaccini a far aprire a mille persone saremmo ancora qui a farci il tifo da soli… Ha avuto coraggio, non pare quasi di sinistra… detto senza polemiche»). Anche Miha, nel gennaio scorso, voleva Ibrahimovic che alla Gazzetta aveva detto «lo farei solo per Sinisa»: si sono sentiti e sarebbe stato tutto diverso con Zlatan vicino a Palacio. «Con noi si sarebbe divertito di più» ha detto Sinisa tempo fa. E pensare che la loro storia cominciò appunto con quella zuccata del 2005, Sinisa giocatore dell’Inter, Zlatan nella Juve e 1-0 nerazzurro.

Esempio Poi, i due si ritrovarono proprio a Milano, due scudetti e una supercoppa insieme, chi in panca da vice e chi a srotolare calcio. «A volte Ibra non si allenava bene e io gli dicevo di dare l’esempio – disse Mihajlovic –. In un derby voleva uscire a fine primo tempo per un problema fisico, ma io gli dissi: “Ma ca…, Ibra! Non sei italiano, sei slavo! Vieni dai Balcani, hai le palle, non puoi uscire così”. Fece gol». Ora, si aggiunge un altro capitolo: rock anche questo ovviamente.

Milan – Bologna in streaming e in tv: ecco dove vederla

La partita Milan – Bologna potrà essere seguita su Dazn, canale 209 della piattaforma satellitare Sky, e potrà essere vista anche in diretta streaming con l’app Dazn.

Ovviamente è possibile poter guardare la diretta anche su siti streaming, ritenuti però illegali come Rojadirecta. Ma non solo, ci sono anche molte alternative: da TvTap per Android He’s goal, StopStream, Cricsports, Live3s e Sports Live Streaming solo per citarne alcuni.

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Come molti boss, anche Stefano Pioli ha cominciato la propria carriera come esecutore materiale, nei bassifondi della difesa; e proprio durante l’addestramento a Torino il giovane Pioli ricevette uno dei più bei complimenti che si possano fare a un difensore. «Orcozio, ragazzino – gli disse Giovanni Trapattoni – hai diciott’anni ma picchi come un trentenne». Da onesto timbratore di cartellini e caviglie, Pioli oggi è diventato un affidabile organizzatore di ogni aspetto del racket, e dopo aver deluso la Milano nerazzurra, troppo raffinata per i suoi gusti, oggi guida quella rossonera, un manipolo di ragazzini che vengono dalle periferie e cercano riscatto attraverso colpi su scala internazionale.

Per questo il movente, per i rossoneri, può essere uno solo, e si chiama Europa: quella vera, dove lo champagne si beve in coppe dalle grandi orecchie. Ma prima di brindare bisogna essere perlomeno invitati alla festa, e il Milan operaio in certi ambienti non è più gradito da troppo tempo. Ad aiutare Pioli, il miglior luogotenente che potesse augurarsi: Zlatan Ibrahimovic, uno il cui motto è «puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo» e che conosce benissimo la situazione.

Da capo scafato, Ibra sa benissimo che ai primi colpi andati bene i novellini tendono ad esaltarsi e a distrarsi, ed è consapevole che uno dei suoi compiti principali, oltre a far paura alle difese avversarie, è spaventare i propri compagni di reparto. Certo, lo svedese per tornare ha preteso che alla spartizione del malloppo gli venisse assicurata la fetta più grossa,mai compagni sono stati ben felici di riabbracciarlo, così come lui: all’arrivo a Milanello li ha salutati uno per uno, informandosi sulle condizioni di salute dei vecchi e segnandosi le targhe delle automobili dei nuovi. Una leadership si impone dall’alto, ma si mantiene dal basso.

ALBERTO PASTORELLA
Rinfrancato, ma non troppo, dalla vittoria in Europa League (buono il passaggio del turno, meno buone le amnesie difensive…) il Milan è pronto a tuffarsi in campionato, per la gara d’esordio contro il Bologna. E lo fa subito con una novità molto importante rispetto alla gara contro lo Shamrock Rovers: la presenza di Ante Rebic, finalmente recuperato dopo la squalifica in Europa. E’ lui il giocatore che, con Zlatan Ibrhaimovic, ha maggiormente contribuito al filotto della scorsa stagione post Covid, è giusto che Pioli ne sotto linei il recupero con la giusta enfasi: «E’ un giocatore importantissimo per noi, ha qualità, forza fisica, profondità. Completa il nostro reparto offensivo, ha patito il fatto di non poter aver giocato in Europa, è pronto e preparato per dare supporto alla squadra». Un rientro importante, specie in una squadra che ha nuovamente dimostrati di segnare meno di quanto produce: «La cosa più importante è creare sempre più occasioni da gol. Più alziamo le capacità di realizzazione, più abbiamo possibilità di vincere».

L’OBIETTIVO
Una domanda che non può mancare, questa stagione, è fissare gli obiettivi. Dove può arrivare questo Milan? Pioli si prende la responsabilità della risposta: «Avere delle pressioni è un privilegio, vuol dire che hai raggiunto certi livelli, il nostro obiettivo è migliorare la nostra stagione, ma non dobbiamo pensare alle griglie. Dobbiamo essere ambiziosi, siamo il Milan, dobbiamo continuare a crescere. Siamo una squadra molto giovane con ampi margini di miglioramento. Poi, se mi chiedete se possiamo vincere lo scudetto, dico che non lo so, che è difficile rispondere adesso a queste domande. Dobbiamo continuare a crescere e dimostrare di essere una squadra forte. I pronostici sono fatti spesso per essere smentiti, il Milan negli ultimi due campionati ha perso la prima e dobbiamo puntare a vincere».

Soltanto quattro giorni fa, Pioli esponeva tutta la sua preoccupazione in vista dell’esordio in Europa League. Ora appare molto più rilassato, alla vigilia della prima in campionato: «Nelle prime partite sono sempre combattuto, ho la consapevolezza di aver preparato bene la squadra, ma le partite sono imprevedibili. Nella gara in Irlanda c’erano delle insidie, venivamo da una sosta e da alcune buone amichevoli. Non ho dubbi sulla squadra che alleno, il nostro percorso è iniziato dallo scorso ottobre, abbiamo una nostra identità, un modulo che piace ai giocatori, ma le certezze vanno riproposte, dobbiamo essere convinti delle nostre qualità con grande rispetto nei nostri avversari».

Lo scorso anno contro il Bologna fu una passeggiata di salute. Un 5-1 che fece vergognare Mihajlovic della sua squadra. Oggi sarà tutto diverso: «Sarà un’altra partita rispetto allo scorso campionato, loro avi-anno il massimo delle motivazioni ma anche noi ce le abbiamo. Il Bologna è cambiato qualcosa nella fase di costruzione, hanno mantenuto quell’aggressività che può metterti in difficoltà, hanno ottime qualità, vanno affrontati con lucidità puntando sulle nostre convinzioni». E anche dalla crescita di diversi giocatori, Calhanoglu in testa «Si parte dalle qualità dei giocatori, le prestazioni dipendono da questo. E’ un giocatore che sa stare molto bene in campo, la sua collaborazione con Ibra in campo è importante, sanno attaccare le linee e la profondità.

E’ un elemento che ha tanta qualità e tanta generosità, ha tutto per fare bene e continuare ad essere un punto di riferimento». Discorso chiuso, invece, per Paquetà, che viene indirettamente “venduto” anche dal tecnico: «Ha qualche difficoltà per le posizioni che prendiamo in campo, è un giocatore con caratteristiche particolari, vediamo cosa ci dirà il mercato». Per Tonali e Brahim Diaz, all’inizio, ci sarà solo la panchina. Ma Pioli progetta di farli entrare a partita in corso: «Li vedo già bene inseriti, sanno già cosa fare nel nostro sistema di gioco, mi auguro di potergli dare il prima possibile più minu-taggio. Giocheremo tante partite». L’ultimo pensiero, infine, è per il pubblico: «E’ un primo passo importante ma è solo un primo passo, non vediamo l’ora che lo stadio possa riempirsi, abbiamo bisogno dei nostri tifosi e vorrebbe dire aver vinto la battaglia contro il Covid».

KristofFer Ajer e Wesley Fofana sono due tra i nomi che il Milan sta cercando per rinforzale il proprio reparto difensivo. La necessità numerica e tecnica di prendere un altro titolare è evidente e nota da tempo ed è anche per questo motivo che Maldini e Massara non stanno con le mani in mano, ma si scontrano con alcune difficoltà oggettive legate a questa finestra di mercato dove tutti devono prima vendere per poi reinvestire.

Sotto questo aspetto, la cessione di Lucas Paquetà rappresenta il tappo alla fluidità economica del Milan nella parte finale della campagna acquisti, ma le parole di ieri di Pioli hanno confermato quanto il brasiliano sia ai margini del progetto tecnico e di come si attenda la mossa ufficiale del Lione, che insieme al Valencia, hanno preso contatti con Eduardo Uram, agente di Paquetà II Milan ha una ne cessità economica di vedersi garantiti almeno 23 milioni dal cartellino delexFlamen-go, il che permetterebbe alla dirigenza di potersi muovere senza i picchetti e di modificare anche alcuni dettagli economici delle proposte che hanno in mente di fare.

Il Celtic, perù non è una boutique facile dalla quale attingere. Ajer, classe 1998, è uno dei titolari dei biancoverdi di Scozia che vogliono almeno 20 milioni per il suo cartellino e li vogliono, anche in questo caso, garantiti. Il Milan, dal canto suo, sta provando a lavorare sulla formula del prestito oneroso con diritto di riscatto che diventerebbe obbligo in caso di raggiungimento di determinati step. Anche ieri, dalla Francia, sono rimbalzate delle nuove indiscrezioni sul fatto che il Milan sia ancora interessato a Wesley Fofana. 1 contatti tra gli agenti del giocatore del Saint- Etienne e la dirigenza milanista sono andati avanti nonostante il Leicester abbia presentato un’offerta da 28 milioni per il cartellino di Fofana. Sempre più complicato arrivare a Milenkovic o Pezzel-la della Fiorentina, poiché Commisso continua a tenere alti i prezzi di entrambi i cartellini. Ma domani ci potrebbe essere un nuovo incontro tra Maldini, Massara e Fati Ramadan!, agente del difensore serbo e uomo anche molto vicino a Federico Chiesa. Va vinta la resistenza di Commisso, che vuole soldi e non contropartite tecniche.

ATTESA BAKA

Non è ancora finita, ma è in standby, la trattativa per riportare Timoué Bakayoko al Milan. I dialoghi con il Chelsea proseguono e c’è ancora un po’ di distanza tra domanda e offerta. Ma l’operazioneè avviata esi potrebbe sbloccare nel caso in cui i rossoneri ottengano il passaggio alla fase a gironi di Europa League. Il francese, con il doppio impegno, diventerebbe fondamentale perché Pioli potrebbe così avere quattro titolari per le due maglie centrali del suo 4-2-3-1. Anche se negli ultimi giorni è stato proposto, a Maldini e Massara, il profilo di Zambo-Anguissa del Fulham, senza mai dimenticare Soumaré del Lille.

SPEZIA SU POBEGA
Tommaso Pobega, dopo aver effettuato la fase di preparazione con la prima squadra e anche qualche spezzone nelle amichevoli pre campionato, verrà mandato in prestito a giocare dandogli così la possibilità di proseguire il percorso intrapreso lo scorso anno a Pordenone. Su di lui c’è l’interessamento dello Spezia, pronto a prenderlo in prestito.

Sinisa Mihajlovic è in gran forma, dopo il Covid preso in Sardegna e la negatività in coda alla quarantena che gli ha consentito di tornare in campo a Ca-steldebole, saltando in toto il ritiro di Pinzolo. Si vede che ha voglia di riprendere, nonostante la ripartenza da San Siro rappresenti subito salita dura: «Cominciamo un lungo viaggio -dice il tecnico serbo – che speriamo ci riservi poche curve. Una cosa deve essere chiara in questa stagione: le partite vanno giocate tutte. Si può perdere, ma non senza combattere. Lo scorso anno è successo due volte; se ricapita sarà un casino. Col Milan speriamo di fare meglio dell’ultima volta. Non sarà diffìcile, prendemmo 5 pappine».

LA POLEMICA
Mihajlovic non teme nemmeno di gettarsi nella polemica politica. Il calcio in acquario non l’ha mai mandato giù: «In spiaggia a Rimini erano tutti uno sopra l’altro. Non c’è una logica, come in quasi tutti i decreti. Mille persone in uno stadio sono come se non ci fosse nessuno. Per fortuna che c’è il presidente Bonaccini, sennò stavamo ancora a farci il tifo da soli. Manco sembra uno di sinistra…». E poi invita i giornalisti in trasferta a portare il megafono per farsi sentire, prima di una grassa risata.

Per quanto riguarda i temi di campo, dopo essersi proposto per una mezz’oretta da centrale in assenza di un rinforzo, torna serio ribadendo piena fiducia a Tomiya-su, spostato dalla fascia al cuore della difesa rossoblù: «E’ una posizione tra le più difficili in Italia: un errore costa spesso il gol, come quelli del portiere. E’ comunque il suo ruolo. Affronta Ibra alla prima partita, così si toglie il pensiero. Se farà bene, con altri poi sarà più facile. Con il Covid una persona intelligente deve accettare di rivedere le cose. Io non fisso gli obiettivi, cerco di adattarmi. Visto che non c’è la possibilità di investire tanti soldi per avvicinarsi all’Europa, allora è meglio presentare una delle squadre più giovani d’Italia, senza via di mezzo. Valorizzarli è distinguersi dagli altri».

TRE DUBBI
Oggi col Milan ha tre dubbi, non resi espliciti, uno per reparto. Se Mihajlovic ammette che i rossoneri possano essere più avanti nella preparazione, d’altro canto esprime una convinta fiducia nel suo grup-po. Con ogni probabilità ci sarà un solo volto nuovo in partenza tra gli undici, quello dell’ex granata De Silvestri: «I ragazzi si sono allenati benissimo. I più giovani lo hanno fatto mostrando una crescente autostima. Sono contento anche perchè vedo che sono aiutati dai più anziani. Un buonissimo mix».



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