Streaming Serie A Milan – Roma come vedere diretta Live Tv Gratis ( Sky o Dzan)



È durata poco più di un tempo l’assenza per infortunio di Simon Kjaer. Il centrale danese, uscito lunedì scorso al 40′ della prima frazione a Lecce (sostituito da Gabbia), è già pronto per giocare dal primo minuto oggi pomeriggio a San Siro contro la Roma. Troppo importante l’esperto difensore, 31 anni, in questo momento nel collettivo di Pioli. E troppo forte il desiderio del giocatore di non perdere il confronto contro una delle sue squadre italiane, la Roma dove ha giocato nella stagione 2011-12. Entrambe le circostanze hanno favorito il recupero rapido di Kjaer che già due giorni fa aveva effettuato l’intero allenamento con la squadra. Anche ieri ha rispettato la stessa tabella di marcia.



Era il requisito posto da Pioli per schierare oggi il centrale ingaggiato a gennaio dall’Atalanta. Test confennato: quindi Kjaer a fianco di Romagnoli dall’inizio. L’allenatore emiliano, fin da gennaio, ha subito puntato su Kjaer, preferendolo a Musacchio, al momento runico infortunato della rosa rossonera insieme a Ibrahimo-vic. Domani il difensore centrale definirà ufficialmente il suo prolungamento di due mesi fino al termine della stagione, insieme agli altri calciatori milanisti che hanno il contratto in scadenza al 30 giugno.

Aumentano le alternative in difesa per Pioli: oggi tornerà in panchina il brasiliano Duarte per la prima volta dal 10 novembre a Torino con la Juventus. Per l’ex Flamengo è la fine di una lunga assenza
provocata da un’operazione alla caviglia. Con il recupero di Kjaer si va verso la conferma della fonnazione titolare vittoriosa lunedì a Lecce. Il Milan ha beneficiato di sei giorni di intervallo tra le prime due partite della ripresa del campionato. Un periodo nonnaie che di fatto per i rossoneri cancella la programmazione della 27a giornata in infrasettimanale. Non c’è ragione di modificare una squadra che vinto in scioltezza in Salento: prima punta nel 4-2-3-1 sarà ancora Rebic con Leao pronto a subentrare a partita in corso. Potrebbe esserci qualche accenno di turnover mercoledì a Ferrara con la Spai, quando tornerà Ibrahimovic. Nonostante U calcio d’inizio a metà pomeriggio (non in serata) Pioli ha comunque deciso di risparmiare il ritiro pre-partita alla squadra. Il ritrovo è fissato questa mattina alle 10 a Milanello.

Dove e come vedere Milan – Roma in Streaming

Come sappiamo la bellissima gara, tra Milan e Roma si giocherà oggi domenica 28 giugno 2020. Il big match sarà trasmesso in diretta streaming da Dazn, ma sarà anche visibile in televisione ovviamente nel caso in cui si è in possesso di un modello Smart compatibile con l’App.

In alternativa si potrà collegare anche la televisione ad una PlayStation 4 Oppure ad una Xbox o ancora a dispositivi quali Google Chrome Chromecast o Amazon Fire TV stick. Gli utenti Dazn, quindi che sottoscritto l’abbonamento, potranno guardare la partita anche da dispositivi mobili PC o Netbook tablet, collegandosi alla pagina ufficiale della piattaforma oppure scaricando l’applicazione.

La gara tra Milan – Roma  verrà trasmessa oggi pomeriggio alle 17:15 in diretta TV da Sky sui canali Sky sport Serie A al numero 202 e 249 del satellite ed ancora numero 473 e 483 del digitale terrestre e Sky Sport al numero 251 del satellite. Coloro i quali invece sono abbonati alla TV satellitare potranno seguire la partita anche in diretta streaming attraverso Sky Go, che si può utilizzare o su PC e su network ma anche su dispositivi mobili come tablet e smartphone. In questo caso però bisognerà utilizzare o il sistema Android Oppure quello iOS. Esiste anche un altro modo per poter Seguire la partita, ovvero in streaming acquistando un pacchetto su Now TV che è il servizio live e on demand di Sky che dà la possibilità quindi di poter acquistare l’evento che si vuole seguire.

Tutte finali verso un’ipotetica finale, che potrebbe portare in cassa circa quaranta milioni. Non una cifra pazzesca, ma una pietra angolare per la ricostruzione. Anche perché il ritorno in Europa calmerebbe molto i nervi al Milan e ai suoi tifosi.

Non per i soldi, che comunque aiutano, ma per il valore simbolico che il ritorno nelle coppe continentali assicurerebbe al mondo rossonero. Il Milan manca dalla Champions League da anni, l’ultimo a qualificarsi fu il gruppo di Allegri, prima di molti accadimenti e di un viavai continuo di allenatori e dirigenti. Correva l’anno 2014, mese di marzo, quando il Milan ha ballato per l’ultima volta nei saloni che gli erano familiari. Poi, altre uscite in Europa League forse anche snobbate, perché il pubblico rossonero era abituato ad altro.

Adesso, dopo il terremoto provocato la scorsa estate dal Financial Fair Play e il sisma ben peggiore seguito al Covid, un ingresso in Europa League sarebbe salutato come un primo passo verso la rinascita. Anche se le incognite sono ancora tante, a partire da una guida tecnica che pare definita, ma di fatto non lo è: Stefano Pioli sta facendo di tutto per uscire a testa alta da Milanello, Rangnick non è un nome sussurrato, però ancora non ci sono stati incontri né firme.

Mentre le altre squadre cominciano a muoversi sul mercato, il Milan resta sottotraccia. Scontro diretto E la partita con la Roma, giocata ancora senza Ibrahimovic, neppure in panchina, resta fondamentale per misurare le possibilità dei rossoneri di entrare almeno nella coppa meno importante. Con la qualificazione alla fase a gironi di Europa League il Milan potrebbe guadagnare una ventina di milioni, sempre che si possano immaginare partite a porte aperte.

Il Milan dall’ultima partecipazione alla coppa ha riportato comunque quasi 15 milioni in cassa (14,7), botteghino escluso. Non una quantità di euro che cambia la vita di un club così importante, e infatti il ritorno in Europa avrebbe prima di tutto un valore simboli coe servirebbe in ogni caso ad avviare una rivalutazione del marchio a livello commerciale. L’a.d. Gazidis viene dall’Arsenal e in Premier i ricavi di marketing e merchandising rappresentano una voce che incide molto sul fatturato. L’Europa League non vale la Champions, ma potrebbe rappresentare il primo step per la rinascita. Con una squadra un po’ giovane e un po’ no e un progetto di lungo periodo. Che però sarebbe difficile da avviare al termine di questa stagione infinita. Incognite E qui si arriva al primo nodo da sciogliere: la guida tecnica. L’incontro definitivo con il manager tedesco Ralf Rangnick è atteso ma ancora non è avvenuto. L’a.d. Gazidis continua a ritenere più importante che prima si finisca la stagione, e si veda dove la squadra è stata capace di arrivare. Ulteriori incontri su rinnovi, piani di ristrutturazione, acquisti da mettere a punto, arriveranno soltanto al termine di questo campionato anomalo.

Il destino sembra ormai segnato e Rangnick molto vicino a Milanello, ma la sua macchina non è ancora parcheggiata. Così come non sono stati definiti i destini dei giocatori a scadenza di contratto. Attesa Prima di tutto il campo, i punti che servono, i responsi necessari da parte di alcuni, come Rafael Leao e ancor di più Paquetà, che non hanno reso secondo le aspettative. MilanRoma è solo una partita, ma rappresenta un crocevia per molti. Perché i test decisivi arriveranno adesso, con gli incroci difficili. La partenza sprint a Lecce è stata molto apprezzata e ha restituito fiducia all’ambiente, la squadra ha dimostrato di saper esorcizzare l’assenza di Ibrahimovic, l’allenatore ha dato conferma di avere ancora il polso del gruppo, che lo segue. Ma queste settimane non saranno facili per nessuno. Il Milan dovrà saltare molti ostacoli e i 20 milioni che finirebbero a bilancio con una qualificazione alla fase a gironi di Europa League (il Milan dovrebbe comunque sostenere almeno un turno preliminare) sarebbero la cosa meno importante fra le cose importanti.

Storie slave. Di quelle fatte di talento più o meno cristallino, inciampi imprevisti e rivalità sotto traccia. Spalato e Sarajevo disterebbero solo 250 chilometri, ma questo pomeriggio a San Siro bisognerà aggiungere otto anni e tanti obiettivi diversamente masticati, perché a sfidarsi ci saranno il croato Ante Rebic, 26 anni, e il bosniaco Edin Dzeko, 34. Per entrambi, quatto lettere nel nome, cinque nel cognome. Totale 9: numero da centravanti. Per informazioni chiedere ad una altro slavo adottato in latitudini nordiche, Zlatan Ibrahimovic, che oggi guarderà tutti dalla tribuna, con tanta nostalgia. Pioli benedice Il 2020 di Rebic ha un passo alla Dzeko: Ante si è scoperto bomber all’improvviso, marchiando le porte avversarie 7 volte su 9 tra gennaio e la ripresa post Covid, esattamente come ha fatto Edin nella stessa fetta di campionato. L’asticella l’ha alzata Ibra, aprendogli prima spazi preziosissimi nel cuore dell’area e lasciandogli poi – controvoglia, ovvio – il centro del palcoscenico. Rebic ha steccato alla prima (la follia che ha lasciato il Milan in dieci contro la Juve in coppa è figlia dell’ansia da prestazione), ma si è rifatto alla grande lunedì scorso a Lecce: la freddezza con cui ha infilato Gabriel dopo una traversata palla al piede in ripartenza è stata solo la ciliegina su una torta da vero centravanti, farcita da duelli aerei, sponde e naturalmente tiri. Ovvero tutto quello che un 9 deve fare, e che Pioli si augura di rivedere questo pomeriggio a San Siro: «Ante deve giocare con la stessa intensità di Lecce, ha una forza fisica importante e ha lavorato con generosità», ha detto ieri il tecnico. Pioli ci crede perché il Rebic di questi giorni è apparso persino più affamato di inizio anno: Ante si è speso come e più di prima, presentandosi al centro sportivo rossonero anche nel giorno di riposo e ha preparato la sfida alla Roma con un perfezionismo quasi maniacale. Nulla può essere lasciato al caso, perché il ritorno di Ibra è rimandato e il Diavolo ha bisogno dell’istinto di Ante per rompere il tabù contro le big. Non che Rebic abbia nulla da rimproverarsi: finora ha fatto la sua parte anche nelle giornate speciali segnando nel derby e alla Juve nella semifinale di andata. Quei gol però non sono bastati per festeggiare una vittoria al novantesimo, ecco perché riuscirci contro un 9 di razza come Dzeko varrebbe doppio. Fonseca e il gioiello Chi se lo coccola, ovviamente, è Paulo Fonseca, che però – nonostante negli occhi tutti gli appassionati di calcio abbiano i due gioielli con cui ha affondato la Sampdoria – nega il fatto che la Roma sia Dzeko-dipendente. «Edin è importante ma penso che tutti i giocatori lo siano. La squadra non dipende da un giocatore in particolare, dipendiamo da tutti». Tutto come recita il manuale del perfetto allenatore. Ma un attaccante che, grazie ai 104 segnati in maglia giallorossa, è al quinto posto nella storia dei cannonieri della Roma, è logico che sia uno in grado di spostare da solo gli equilibri. Un dato? Nelle ultime 10 partite di campionato ha messo lo zampino in 11 reti: 8 segnandoli e 3 rifinendo per i compagni. Quanto basta perché il club presto gli allunghi il contratto, spalmandolo, fino almeno al 2023, e il Milan faccia gli scongiuri per evitare la beffa, perché Dzeko è tra quegli attaccanti cresciuti nel mito dello Shevchenko rossonero. Insomma, se la squadra di Pioli vuole alzare la voce, ha senz’altro bisogno di Rebic, su cui Fonseca però dispensa solo cortesia. «Il Milan ha tanti giocatori di qualità, non dobbiamo preoccuparci solo di lui». Proprio vero. Ma nel vuoto di San Siro il primo anti-Dzeko che i tifosi rossoneri avranno in mente sarà proprio il croato. Che, siamo convinti, sogni un giorno di avere di fare la storia del suo club proprio come Super Edin.



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