Trombosi, un rischio da non sottovalutare



Livelli elevati di zucchero provocano danni alle pareti interne delle arterie. Vediamo quali sono le conseguenze di questi danni e come prevenire il rischio di malattie cardiovascolari.



Ormai te lo avranno detto in tanti, fra dottori e amici: se hai il diabete hai un rischio maggiore di avere una malattia cardiovascolare. Ma sai esattamente perché? Proviamo a spiegartelo senza spaventarti, ma con l’unico obiettivo di darti un motivo in più per controllare la tua glicemia e migliorare la tua qualità di vita.

I danni alle arterie Il diabete provoca un aumento degli zuccheri nel sangue, questo ormai lo sai: questi zuccheri non riescono ad arrivare alle cellule che ne hanno bisogno e stazionano nel sangue. Il sangue, troppo carico di zuccheri, irrita le pareti interne del sistema delle arterie, che reagiscono infiammandosi: l’infiammazione a sua volta provoca trombosi e aterosclerosi.

È per questo motivo che le arterie di chi ha il diabete si ammalano e la persona rischia di soffrire di malattie cardiovascolari come l’infarto, l’ictus e l’arteriopatia periferica. “Lo scorso anno ho avuto un infarto”, racconta Michele, 55 anni, con diabete da 4 anni. “Per fortuna sono stato subito soccorso e sono sopravvissuto. Sapevo di essere a rischio: il mio diabetologo me lo aveva spiegato, ma non gli avevo dato molta importanza. – Sono ancora giovane, pensavo – ho tempo per curarmi”. Sono in molti a fare come Michele: non vedono il danno immediato alle arterie e quindi non si curano come raccomandato loro dai medici.

Le arterie vengono colpite tutte: dalle coronarie, che distribuiscono il sangue al cuore, alle carotidi che portano il sangue al cervello, alle arterie renali e a quelle periferiche. Andando a colpire tutto il sistema circolatorio, il diabete può provocare infarto del miocardio, ictus cerebrale, arteriopatia periferica e piede diabetico. Inoltre, l’eccesso di zucchero nel sangue altera il metabolismo di altri nutrienti, come i grassi e le proteine, provocando la formazione di placche aterosclerotiche sulle pareti delle arterie.

La presenza di una placca ha tre conseguenze pericolose: 1) restringe il lume delle arterie e quindi provoca un afflusso ridotto di sangue in periferia (e quindi di ossigeno e sostanze nutritive agli organi); 2) tende sempre ad aumentare di volume per l’accumulo continuo su di essa di sostanze circolanti, e così il lume tende a restringersi sempre di più fino a chiudersi del tutto (trombosi); 3) talora da una placca si possono staccare dei frammenti più o meno grandi che poi vanno ad ostruire il lume più a valle, dove si restringe (in questo caso si parla di embolia) con conseguenze analoghe a quelle sopra descritte.

Come fermare questo iter dannoso? Il controllo glicemico e quello del peso sono i due fattori chiave per disinnescare la miccia. Il diabete di tipo 2 ha diversi fattori di rischio: fra questi il sovrappeso e il fumo sono definiti fattori di rischio modificabili, perché possono essere appunto modificati cambiando stile di vita. Quindi occorre mangiare in modo sano, ridurre il peso in eccesso e smettere di fumare.

Un’alimentazione povera di grassi e ricca di fibre provenienti da frutta, verdura e cereali integrali riduce il deposito di grassi sulle pareti interne delle arterie e quindi la formazione di placche aterosclerotiche e di trombosi. “Ero entrata in un circolo vizioso – ci confida Marta, cinquant’anni e diabetica da quasi dieci. – Ero obesa e quindi pensavo che ormai il danno era fatto. Quindi continuavo a mangiare senza controllo, mi iniettavo l’insulina perché era mio marito a ricordarmelo, altrimenti avrei lasciato correre.

Fino al giorno in cui mio padre ha avuto un ictus e ho visto come ne è uscito”. Il papà di Marta, obeso e diabetico anche lui, a 72 anni ha avuto un ictus ed è rimasto semiparalizzato. “Ho capito che poteva succedere anche a me”, aggiunge. Non è stato facile per Marta perdere 30 chili, ma ce l’ha fatta. “Mi sono affidata al mio diabetologo, che mi ha affiancato una brava nutrizionista e una psicologa. In tre anni ho perso tutti quei chili che mi impedivano di muovermi. Ora sono scrupolosa tanto nella terapia quanto nella dieta e vado in palestra tutti i giorni”. Se tieni la glicemia sotto controllo attraverso l’alimentazione, la terapia e l’attività fisica, se riduci il peso in caso di sovrappeso e obesità, e se smetti di fumare, allora il rischio cardiovascolare scende in maniera drastica. Il problema di molte persone con diabete di tipo 2 è che arrivano tardi alla diagnosi: ignorano o non riconoscono i sintomi, e quando scoprono di avere il diabete hanno già un rischio cardiovascolare elevato. Altre persone invece, preferiscono far finta di niente e si curano male, dimenticando di prendere i farmaci prescritti e non rispettando la dieta raccomandata: ricorda che se questo è il tuo caso non fai altro che aumentare il rischio di sviluppare le complicanze del diabete e ridurre la qualità della tua vita nell’immediato futuro.

I farmaci antitrombotici Esistono dei farmaci che riducono il rischio di infarto e ictus e altre manifestazioni da trombosi, come l’arteriopatia periferica e l’embolia arteriosa. Si tratta di farmaci antiaggreganti (aspirina e simili) ed uno studio mirato ha confermato che le persone con diabete che li assumono riducono il rischio di eventi cardiovascolari. Questo tipo di farmaci, con meccanismi diversi, riduce il rischio di formazione e crescita della placca.



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