Ida Platano contro Riccardo Guarnieri
Intanto Tina Cipollari anima in pena
E invece purtroppo si nascondevano insormontabili problemi.
Giorgio shock, attacca Gemma Galgani
Intervista Riccardo Guarnieri
Riccardo, lei è più un amante del Natale o un Grinch? «A me piace moltissimo il Natale, in questo sono rimasto un bambino. Mi piace perché rievoca ricordi della mia infanzia a cui sono particolarmente legato come la corsa a mezzanotte sotto l’albero per scartare ì regali, anche se poi di anno in anno riuscivo sempre a capire cosa ci fosse nei pacchi portati dai genitori vestiti da Babbo Natale».
Lei si è mai travestito da Babbo Natale? «Sì, in passato sì, anche se adesso mio nipote è grande e purtroppo non ci crede più. lo cerco ancora, però, di farlo entrare in quest’aria natalizia, perché secondo me le nuovissime generazioni non vivono più il periodo di Natale come una volta e questo, da persona che lo ha vissuto in tutta la sua magia, mi dispiace.
Pensi che io, in questo periodo dell’anno, ricordo ancora che mi emozionavo anche solo a guardare le splendide pubblicità della Coca Cola, pensavo ai regali che avrei voluto ricevere, incominciavo a scrivere la mia lettera».
Qual è la tradizione di famiglia più bella che ricorda e magari ancora oggi continua a portare avanti? «A Taranto, in realtà, i preparativi per il Natale iniziano prestissimo. Il periodo dei festeggiamenti comincia dal ventidue novembre, nel giorno di Santa Cecilia, giornata in cui tradizionalmente si cucinano le “pettole”, ossia delle palline di pasta fritta che si possono mangiare sia dolci che salate; poi adoro fare il presepe». Come mai? muschio vero, il presepe emana anche un odore buonissimo».
Lei continua questa tradizione del presepe? «Sì, ho ricominciato qualche Natale dopo la separazione dei miei, e con il trascorrere del tempo, a mio parere i miei presepi sono sempre più belli. Ormai, a parte le statuine, costruisco tutto io, dai mattoni ai pavimenti, le porte, le finestre, le grotte…
Uso il gesso colorato che dipingo con i colori ad acqua. Pensi che ci metto almeno trenta o quaranta giorni a costruirlo tutto, dettaglio per dettaglio, e ne vado fierissimo anche perché per ogni statuina presente creo, a mano, un setting diverso». Ama anche fare l’albero? «Non esiste un Natale senza albero, e quello di casa mia è alto due metri e dieci. Non amo gli alberi bonsai».
Dove passerà il Natale? «La mia famiglia e io abbiamo la fortuna di abitare in case diverse, ma con un giardino in comune e quindi siamo dirimpettai. Quest’anno festeggeremo con i parenti più stretti a casa di mio nonno, un tenero vecchietto di novantatré anni, ed è nostra tradizione andare sempre da lui sia a Natale che a Capodanno».
Cosa le piacerebbe trovare sotto l’albero? «Mi piacerebbe tornare indietro nel tempo, a quando ero piccolo, per rivivere il Natale della mia infanzia quando eravamo tantissimi, prima che molte persone della mia famiglia, zìi e nonni, se ne andassero. Vorrei ritrovare i sogni e la fantasia di quei tempi, il profumo dell’aria natalizia che c’era allora». A chi vorrebbe fare un regalo tra le donne del parterre?
«A Gemma regalerei l’amore, perché lo desidera tanto». E invece tra gli uomini? «Un pizzico in più di bontà ad Armando». Qual è il suo bilancio del duemilaventi? «Poteva andare peggio, tutto sommato è andata bene (sorride, ndr); mi sento diverso dal Riccardo di un anno fa perché, vuoi o non vuoi, un’esperienza forte, una storia forte come quella vissuta con Ida ti cambia. Ne esci diverso. Ti dà consapevolezze in più». Cosa vorrebbe le portasse il duemilaventuno? «Recuperare sempre di più la serenità e trovare una donna che sappia capirmi, accettarmi e amarmi per tutta la vita, per quanto forse sia un’utopia».
Michele, questo per lei sarà un Natale un po’ diverso…«Sì, sarà un Natale emotivamente bruttissimo e mi creda, per una persona legata alla famiglia come me, associare il Natale all’aggettivo “bruttissimo” non è facile. Il Natale per la mia famiglia è una festa importantissima, ma senza mia nonna non avrà lo stesso sapore, la stessa atmosfera. Lei era il collante di tutto. Era la mamma di mamma, ma ogni anno radunava sia la parte della mia famiglia legata a mio padre che quella legata a mia madre, con il suo consueto giro di telefonate.
Era lei che riuniva tutti a casa sua, che poi è la casa dove sono cresciuto, perché io, i miei genitori e i miei fratelli ci siamo trasferiti a casa sua quando avevo sette anni». Qual è il ricordo di sua nonna che porta nel cuore?«A diciassette-diciotto anni ho avuto un tumore, e ricordo alla perfezione che lei, il giorno in cui sono stato dimesso, mi portò, letteralmente, dalla macchina a casa sostenendo con il suo corpo minuto il mio peso di ragazzo già allora alto e piazzato. È una scena che non dimenticherò mai, perché tirò fuori una forza assurda sorreggendomi per le scale per mettermi sul divano. Tutto ciò chiedendomi a ogni passo come stessi, nonostante per lei fosse pesantissimo il peso del mio corpo. Era una donna eccezionale».
Come festeggerete quest’anno?«A casa di mia madre e mio padre, tutti insieme noi parenti strettì, con la solita divisione tra tavolo degli adulti e tavolo dei bambini (sorride, ndr); anche se io, essendo un po’ il cocco della famiglia, fin da piccolo ho sempre mangiato al tavolo con “i grandi”. A Natale è mio padre a dilettarsi in cucina, pasta e vongole alla Vigilia e lasagna il giorno di Natale».
Passerà le feste anche con suo figlio?«Sì, staremo insieme il giorno di Natale e Capodanno, sempre a casa dei miei perché per me anche Capodanno è sempre stato sinonimo di famiglia»
Quali sono le tradizioni immancabili della sua famiglia?
«Noi facciamo ogni anno l’albero di Natale tutti insieme. I miei fratelli e mia sorella si sono sempre occupati di addobbarlo; io, data la stazza, ero incaricato di portare giù gli scatoloni (ride, ndr). tradizione più bella della mia famiglia era però legata all Epifania: mia nonna Ai IraveAtiva da Uefana e dava dei doni a tulli noi nipoti. 1 pin piccoli a volte piangevano, perché il traveAtimento era davvero realitico ma poi Acoppiava la felicità. “Mi ricordo ancora quando, da cocco di nonna, un anno Ai Acopri che a me tra i regali metteva anche qualche Addo: aprii il pacchetto e tra le pieghe di uno slip arrotolato caddero per terra le cinquantamila lire che ogni anno mi regalava, senza dire niente a nessuno. Ovviamente finì in risate, ma ricordo ancora lo stupore e l’invidia dei miei cugini!».
Qual è il regalo che vorrebbe ricevere sotto l’albero? «Vorrei ovviamente riavere mia nonna. Vorrei un po’ di pace, di serenità e vorrei che le persone si fidassero di me».Se potesse fare un regalo a una o più donne del parterre di Uomini e Donne chi sceglierebbe? «A Lucrezia regalerei una bottiglia di vino (ride, ndr) e una serata in discoteca a Maria, per quando sarà possibile tornarci».
Come mai proprio Maria?«Lo dico senza malizia, perché è una donna più grande di me, ma trovo Maria una donna stupenda, solare. Non ci ho parlato mai più di tre minuti, ma sento come se mi supportasse sempre».