Fabrizio Bosso: chi è, eta, carriera, biografia, moglie, figli, Stefano Bollani e vita privata



Animato da una dote precoce nella tromba è stato premiato, a trent’anni, come “Miglior nuovo talento” del jazz italiano tramite la rivista Musica Jazz. Ha partecipato a varie edizioni di Sanremo con Nina Zilli e al fianco di artisti esordienti; ha inoltre suonato con le più grandi orchestre al mondo, dalla Eastman jazz orchestra alla London Symphony con la quale ha inciso il disco “Enchantment” (2011), un omaggio alle colonne sonore di Nino Rota.



Da queste esperienze il suo bop e i suoi implacabili fraseggi non ne sono usciti minati, semmai arricchiti e impreziositi da una magia che deriva non tanto dal volume delle sue improvvisazioni quanto dalla qualità delle note suonate.

Fabrizio Bosso inizia a suonare la tromba all’età di 5 anni e a 15 si diploma al conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Nel 2000 pubblica “Fast Flight”, il primo disco a suo nome. Nel 2002 esce il primo disco degli High Five intitolato “Jazz For More”, al quale seguirà “Jazz Desire” nel 2004, per la prestigiosa Blue Note “Five For Fun” nel 2008 e “Split Kick” per Blue Note Japan nel 2010.

Fin dall’inizio della sua carriera Fabrizio può vantare collaborazioni importanti come, fra i tanti, Gianni Basso, Enrico Pieranunzi, Rosario Giuliani, Charlie Haden, Carla Bley, Dee Dee Bridgewater.
Con la Blue Note, pubblica nel 2007 uno dei suoi dischi più importanti, “You’ve Changed”, in quartetto e 13 archi magistralmente arrangiati da Paolo Silvestri, con alcuni ospiti come Stefano Di Battista, Bebo Ferra, Dianne Reeves e Sergio Cammariere, al quale deve l’ingresso nel mondo del pop e la sua prima apparizione al Festival di Sanremo.

Sempre con la storica etichetta Blue Note nel 2008 pubblica anche “Sol”, primo disco della formazione Latin Mood, nata nel 2006 e che condivide con Javier Girotto. Seguirà poi nel 2012 “Vamos”, pubblicato con la Schema Records. Era sempre di Schema Records, ancora con gli High Five, anche “Handful Of Soul”, il disco che consacrerà al successo Mario Biondi.

Nel 2010 pubblica “Spiritual”, con Alberto Marsico e Alessandro Minetto con i quali realizzerà anche anche “Purple” nel 2013, per la Verve/Universal e nel 2016 il live “Spiritual trio featuring Walter Ricci”, registrato alla Casa del Jazz di Roma.

E’ del 2011 la registrazione, presso gli Air Studios di Londra, dell’album “Enchantment- L’incantesimo Di Nino Rota” con la London Symphony Orchestra e la ritmica di Claudio Filippini, Rosario Bonaccorso e Lorenzo Tucci. Gli arrangiamenti e la direzione sono di Stefano Fonzi.

A un anno di distanza, nel 2012, esce il disco “Face To Face”, per Abeat Record, in duo con il fisarmonicista Luciano Biondini, progetto che negli anni si declina anche in altre versioni, ad esempio con gli archi e anche con voce recitante, per uno spettacolo dedicato a Jack London con l’attore teatrale Silvio Castiglioni.

Nel frattempo, molte sono le partecipazioni a Festival prestigiosi, in Italia e all’estero. In particolare, raggiunge una grande popolarità in Giappone, dove torna sistematicamente con i suoi progetti.

Negli anni, partecipa ancora a Sanremo, sia con Sergio Cammariere che con Simona Molinari, Raphael Gualazzi e Nina Zilli.  Non mancano gli inviti a Fabrizio Bosso come solista, insieme a grandi direttori d’orchestra come Wayne Marshall o Maria Schneider. Da oltre un decennio inoltre Bosso è parte, su invito del compianto Ero Righi, direttore artistico dell’ATER di Modena, insieme a Rita Marcotulli, Javier Girotto, Peppe Servillo, Cristina Donà,  Furio Di Castri, Enzo Pietropaoli e altri colleghi, di fortunati progetti che omaggiano i grandi autori Italiani: Domenico Modugno, Adriano Celentano, Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti.

Alla fine del 2014, esce l’atteso duo con Julian Oliver Mazzariello “Tandem” (con ospiti Fiorella Mannoia e Fabio Concato) e nella primavera 2015 pubblica “Duke” (entrambi per Verve/Universal), dedicato a Duke Ellington, con il suo nuovo quartetto composto da Julian Oliver Mazzariello, Luca Alemanno e Nicola Angelucci e una sezione di sei fiati. Gli arrangiamenti e la direzione sono affidati ancora alla sapienza di Paolo Silvestri.

A Maggio 2016, sull’onda dell’incontro in occasione di Tandem e poi del progetto live “Canzoni”, esce il disco con Julian Oliver Mazzariello e Fabio Concato, “Non Smetto Di Ascoltarti”, pubblicato da Warner Music.

Nel corso dell’anno Bosso si dedica in particolare al suo Quartetto, con cui realizza numerosi concerti in tutta la penisola ma anche all’estero. In questo intenso tour matura l’idea della pubblicazione di “State Of The Art”, un doppio album live pubblicato, sempre con Warner Music, in Aprile 2017 sia in CD che in vinile.

Nell’edizione 2017 di Umbria Jazz, sul palco dell’Arena Santa Giuliana, Fabrizio Bosso presenta il nuovo coinvolgente progetto dedicato a Dizzy Gillespie, THE CHAMP.  L’ampia formazione, che vede il suo Quartetto e una sezione di nove fiati, è nuovamente guidata da Paolo Silvestri.

In Ottobre, sempre con il Quartetto, approda in Corea, dove tiene diversi concerti ottenendo grande successo.

Infine  Bosso decide di accogliere l’invito di Warner Music  di realizzare il suo “disco di natale” ed entra in studio, sempre con Mazzariello, Ferrazza e Angelucci, per incidere “Merry Christmas Baby”. Ospiti speciali Karima e Walter Ricci.

Il 2018 al centro dell’attenzione è ancora il Quartetto, che approda in Spagna, in Cina, in Turchia e anche negli USA. Infatti a seguito dell’invito del prestigiose DC Festival di Washington, nel quale pochissimi sono stati, nella storia del festival, gli artisti italiani coinvolti, e mai con una propria intera formazione, grazie anche alla collaborazione con l’Ambasciata Italiana a Washington e gli Istituti di Cultura Italiani negli Stati Uniti, si sono aggiunte le tappe di Chicago,  di Greensboro, nel North Carolina, dove il quartetto tiene un concerto per la raccolta fondi per la ricostruzione della scuola locale distrutta da un tornado, e infine un ultimo concerto a New York .

Nel corso dell’anno nascono alcune collaborazioni importanti, la prima con l’amico di sempre Rosario Giuliani, con il quale prende vita definitivamente “Connections”, quartetto completato da Alberto Gurrisi all’organo hammond e Marco Valeri alla batteria. La seconda collaborazione apre invece una strada meno battuta per entrambi i protagonisti: Revolutionary Brotherood è infatti un quintetto che vede l’incontro tra Fabrizio Bosso e il pianista Giovanni Guidi, ai quali si aggiungono il sassofonista Aaron Burnett e la fortissima ritmica statunitense composta dal bassista Dezron Douglas e il giovane batterista Joe Dyson.

Entrambe le band entrano in studio nel 2019 per realizzare la loro opera prima.

Alla fine del 2018 si realizza un terzo sodalizio, quello con il trombonista, compositore e arrangiatore Mauro Ottolini, che mette a punto appositamente per la collaborazione con Bosso un progetto dedicato al jazz delle origini: “Storyville Story”. Un sestetto che, oltre ai due leader, vede Glauco Benedetti al sousaphone, Paolo Birro al pianoforte, Paolo Mappa alla batteria e la voce vibrante di Vanessa Tagliabue Yorke.

E’ a Umbria Jazz Winter che il gruppo si consacra, per poi esibirsi in altri importanti festival (Crossroad, Vicenza Jazz, Verona Jazz,  Sanremo, Umbria Jazz, Bielsko-Biala).

Sempre a Orvieto, a cavallo tra l’anno vecchio e quello nuovo, Bosso registra un intenso live con Julian Oliver Mazzariello, pubblicato a Giugno sempre da Warner Music. La promozione dei quest’ultimo lavoro porterà ad un tour durato tutta l’estate e culminato con tre concerti brasiliani, a Rio De Janeiro, Brasilia e Vitoria.

Dopo soli 15 giorni, in settembre, Bosso riparte alla volta del Giappone dove, insieme a Rosario Giuliani, tiene un tour di 9 concerti.



Lascia un commento