Federica Pellegrini, con il fidanzato Matteo si prepara alla sua seconda vita



La regina delle acque, all’anagrafe Federica Pellegrini, nella storia la Divina, adesso è attesa dalla sfida tradizionalmente più difficile per i campioni: che fare una volta archiviale le gare? Per gli alleli è un po’ come andare in pensione a trentanni, lei ne ha appena compiuti 33 e quella di Tokyo è stata la sua ultima, mitica, finalissima alle Olimpiadi nei 200 metri stile libero, la quinta.



Mai nessuno come lei. Un oro e un argento olimpici dopo, sei titoli mondiali e sette europei in bacheca, più di undici record mondiali infranti in carriera, Federica ha subito chiarito che la vita sul pianeta Pellegrini proseguirà “all’asciutto’’ con la stessa determinazione di sempre: «Finisce qui, è stato un bellissimo viaggio, ho corso la gara più serena della mia vita, nuotavo e sorridevo, alle spalle le tensioni agonistiche di una volta. E ora ho tantissime cose da fare: la prima in assoluto è festeggiare, sia l’età che i traguardi raggiunti fin qui».

Fra tante cose nuove, rivedute e corrette, una resterà piu o meno uguale: Matteo Giunta, «il mio speciale compagno di vita, l’allenatore senza il quale avrei smesso anni prima, l’uomo che spero resti a lungo al mio fianco», ha ammesso finalmente commossa la campionessa.

Tutti sapevamo, ma lei non ne aveva mai parlato in modo esplicito: Matteo è il suo fidanzato, è “speciale” e continuerà a esserlo, «perché siamo uno l’opposto dell’altra, lui è calmissimo, io meno, abbiamo tenuto separati in questi anni il privato dall’aspetto sportivo, era giusto così.

Questo è il momento di un’altra fase, forse lo sto tirando in mezzo all’attenzione generale di tutti e gli complicherò la vita, ma speriamo in bene». Ha risposto lui: «Allenare senza di lei sarà triste, ma io faccio l’allenatore federale e devo restare concentrato sulle Olimpiadi e sul mio lavoro, non chiedetemi di affari privati che sono già abbastanza travolto dalle emozioni».

Una storia, la loro, che ha sempre fatto discutere, un po’ come l’intera vita sentimentale della Pellegrini, per qualcuno addirittura una mangiauomini, una sfasciacop-pie. Che esagerazioni! Il papà Roberto l’ha sempre difesa: «Tre uomini in due decenni vi sembrano troppi, povera figlia mia?». Per Matteo Giunta pare che Federica abbia lasciato il “collega” Filippo Magnini, che di Matteo è cugino e che l’aveva consigliato alla compagna come tecnico. E qualche anno prima, per mettersi con la Pellegrini, un altro nuotatore, Luca Marin, aveva clamorosamente rotto con la francese Laure Manaudou, altra campionessa nelle vasche, «del resto, eravamo due bellezze, cè poco da dire…», ha scherzato una volta Federica.

Tempi lontani e diversi, per T immediato futuro la Divina ha ben altri progetti: «Ho iniziato a vincere quando ero giovanissima, sono stata catapultata a soli 16 anni in un mondo di riflettori e forse non ero pronta.

Diciamo che se da un lato mi piaceva e mi piace vincere, e mi piace che la gente mi riconosca per strada, dall altro ho bisogno di normalità, della mia famiglia, dei miei valori fondamentali. Spero che dopo le Olimpiadi per me si apra una nuova avventura da donna, con una famiglia e dei figli, anche se queste sono cose naturali che non si programmano come un allenamento». Matteo è avvertito… Di certo, nessuno si immagina una Pellegrini d’ora in poi esclusivamente votata alle gioie domestiche. C’è una carriera in Tv da onorare, anzi incrementare, come giudice di Italias gol talent, in compagnia di Mara Maiolichi e

degli altri giurati, «un ruolo nel quale non vedo l’ora di calarmi di nuovo, perché temevo di essere un tipo severo, invece mi sono scoperta umana, ho dovuto soprattutto imparare a tirar fuori le mie emozioni e devo continuare a farlo».

Quanto al nuoto, «meglio che non alleni, lì sì che sarei troppo cattiva, meglio gareggiare ancora in qualche sfida e poi restare in ambito olimpico con incarichi da definire». In effetti, il vero addio alla vasca sarà a Napoli, a settembre, all’international Swimming League, ma ormai è cosa fatta.

Un progetto a buon punto, a cui Federica Pellegrini tiene moltissimo, è un film-documentario sulla sua vita, perché le leggende meritano di essere tramandate ai posteri, meglio se nell’interpretazione autentica del diretto interessato. «Abbiamo diverso materiale, lo abbiamo preparato alla vigilia delle Olimpiadi, per far capire che cosa sia la vita di una nuotatrice, tre ore di piscina al mattino, Ire ore il pomeriggio, dal martedì al sabato, poi un giorno e mezzo di pausa e si ricomincia, senza scordare la palestra, che si aggiunge al programmino appena citato».

Aspettiamoci, insomma, una macchina da combattimento che ingaggerà battaglie inedite: Federica ha promesso un libro di memorie, di sicuro sarà coinvolta in diverse attività da testimonial, settore della moda compresa, sportiva e non, visto che i tacchi restano la sua passione, così come il “chiodo”, «non potrei mai rinunciarvi, me ne ha regalato uno anche Matteo».

Impossibile comprendere il segreto di un personaggio simile: «I miei mi hanno gettato in acqua prima ancora di vedermi camminare, sono una creatura di acqua dolce». Ma in acqua, una volta precipitata, la Divina si è inventata tutta da sola, senza mai smettere di farlo.



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