Michele Bravi chi è: età, carriera, curiosità, incidente, vita privata e fidanzato



Si intitola “La geografia del buio ” e il nome dice molto: l’ultimo disco di Michele Bravi è un viaggio introspettìvo, un “cercare” di continuo di trovare un senso per continuare a fare ciò che ama, dopo un grave trauma personale.



Era il 22 novembre 2018 quando una donna di 58  anni è morta a seguito dell ‘impatto con la sua auto: lui. alla guida, stava entrando in un passo carrabile dopo aver messo M la freccia, lei. si trovava a bordo del suo scooter Un momento drammatico che ha segnato un prima e un dopo nella sua  vita, facendogli perdere la connessione con la realtà. “Sono stato per mesi in silenzio, non riuscivo a cantare e a parlare. Poi pian piano ho ricominciato.

Questo è un disco che nasce dalla solitudine più grande che io abbia mai conosciuta fa sapere Bravi – La mia ‘geografia del buio ‘  inizia due anni fa. avevo appena iniziato a guardare fuori dai miei occhi, dal mio corpo, quando ine antro un amico  scrittore che mi dice una cosa piccola e vera, che ha rivoluzionato tutto: ‘la musica non salva da niente, ma aiuta a disegnare il labirinto Ecco, ‘La geografia del buio ’di-segna il labirinto, non è un disco ma una storia, racconta come si convive con il buio, non come si esce da esso.

.E un concepì album che attraversa quel buio e scopre un modo per dare uno spazio al dolore. Ci dicono spesso che il dolore bisogna farlo implodere, nasconderlo, ingoiarlo, io invece penso che il dolore vada mostrato, va tenuto in mezzo al salotto, in mezzo alla stanza per puntarci una luce sopra. Il mostro che sembrava aggredirti il collo lo porti sulla schiena come un bambino, come il buio non va giudicato, una casa senza luce è comunque una casa, io ho imparato ad abitarla, ad arredarla, a viverci”? Un album semplice, ma allo stesso tempo raffinato,  che nella sua verità racchiude anche tutta la forza  di un ragazzo di 26 anni che poterà per sempre, nel cuore, un grande dolore.

Michele Bravi: chi è, età, carriera

Michele Bravi è nato a Città di Castello il 19 dicembre del 1994. Si appassiona alla musica fin da piccolo e inizia cantando nel coro dei bambini della sua città. Studia pianoforte e chitarra, ma mentre stava per diplomarsi presso il liceo classico, ha deciso di iscriversi ai provini di X Factor. Michele è entrato così ufficialmente nel cast del talent come membro della categoria Under Uomini capitanata da Morgan e ha vinto la settima edizione del programma.

Durante X Factor, Michele è stato notato da Tiziano Ferro che ha scritto per lui, insieme a Zibba, La vita e la felicità.  All’inizio del 2015, inoltre, il cantante emergente si è aperto un suo canale Youtube dove si raccontava ai fan tramite video settimanali “Viaggio in costruzione”. Nel 2017 ha partecipato al Festival di Sanremo nella categoria Big con il brano “Il diario degli errori” e si è classificato quarto.  A gennaio 2019 il cantante ha fatto il suo debutto come attore: è entrato a far parte del cast della fiction La compagnia del Cigno su Rai 1.

Michele Bravi: la vita privata, il coming out

Tutti i suoi fan erano inizialmente convinti che la fidanzata di Michele fosse Alice Venturi, una famosissima youtuber. In realtà, il cantante ha fatto coming out nel 2017, prima della sua partecipazione al Festival di Sanremo: ha rivelato di essersi innamorato di un suo coetaneo, un regista.

Aveva smesso di parlare, oltre che cantare, per il trauma di aver causato la morte di una donna in un incidente. «Grazie alla psicoterapia e alla promessa fatta al ragazzo che ho avuto accanto, ho capito che dovevo andare a fondo del mio dolore per uscirne». Ora ha trovato la forza per vivere e amare: «In passato il sapore dei baci al ragazzo che amavo era sporcato dalla paura di essere sbagliato. Ora non più» di Betta Carbone

Il dolore non si può mettere da parte. Si deve attraversare, devi perderti nel suo labirinto, buio, e uscirne. «Altrimenti rischi che sia lui, il tuo dolore, a vivere al posto tuo, a diventare il volto che di te fai vedere. Ci sono troppe schegge impazzite di dolore che camminano nelle nostre città, troppi traumi non risolti.

Anche per aiutare gli altri ho deciso di raccontare il mio percorso attraverso il trauma che mi aveva tolto la voce per cinque mesi». Michele Bravi sceglie le parole con cura e attenzione da divoratore di libri quale è.

Nel labirinto buio di dolore ci era sprofondato una sera di novembre del 2018 quando con la sua auto, rientrando a casa, non si accorse di una moto, la centrò, si fermò a prestare soccorso, ma la moto-ciclista, una donna di 58 anni, morì in ospedale. In questi due anni e più, Bravi ha affrontato le sue responsabilità, ha patteggiato un anno e sei mesi (ottenendo la sospensione della pena), da solo, in silenzio. Il suo percorso lo racconta ora nelle 10 canzoni, per lo più voce e pianoforte, del suo album La geografia del buio, in cui ritrova il coraggio di parlare di tutto, di paure, fragilità e anche amore.

Dolore e amore sono le parole che usa di più. Come si legano? «Tutto nasce dalla solitudine più grande, da mesi trascorsi in silenzio sul divano di casa. E in casa ho registrato praticamente il mio album nato in tutto questo tempo, con la voce ancora arrochita da tutto questo silenzio.

All’inizio quasi non la riconoscevo questa grana nuova della mia voce. Ne ero preoccupato. Oggi penso che sia davvero lo specchio della mia anima. Ho deciso di farla sentire, questa voce, di nuovo per una promessa fatta alla persona che in questi due anni mi è stata accanto. Lui ha condiviso il mio dolore. Ora lui vive dall’altra parte del mondo, per scelte 1 personali. Ma con tutto | quello che abbiamo vissuto insieme, il nostro legame e il nostro amore resterà come materia incandescente, per sempre, ovunque saremo».

Non solo l’amore, a lei è servita una vera e proprio terapia? «Certo, perché il dolore è una vera e propria malattia, un cancro che ti strappa la vita come carta straccia. Servono medici per affrontarlo. L’ho fatto, con quel percorso di psicoterapia che si chiama EMDR.

Si basa sullo stimolare il corpo, gli occhi, le orecchie, in modo da far allontanare, desensibilizzare, si dice, il ricordo negativo. Il corpo stesso scopre di poter reagire al dolore, si riallinea con la mente. Si usa anche per chi ha vissuto cataclismi come terremoti perché ha una risposta veloce. Ne parlo perché penso che bisogna imparare a occuparsi della propria mente, un po’ come ci si occupa del fisico in palestra. Oggi va di moda, una volta era di nicchia.

Anche la salute mentale deve andare di moda, non deve servire un trauma per accudire la mente». C’è molta fragilità, paura e anche coraggio in lei, che si mostra nel video di Mantieni il bacio, con un ragazzo. Perché lo ha fatto?  «In questi mesi mi sono sentito anche molto abbracciato: dagli amici, persone come Fiorello, Maria De Filippi, che mi hanno spronato a tirare fuori di nuovo la voce, a vivere, ma anche dalla comunità LGBT, fatta di persone che sanno vivere i loro sentimenti liberamente.

In un mondo ideale, pensavo prima, non c’è bisogno di specificare il sesso di chi amo. Siccome questo mondo non esiste, farlo significa anche dare coraggio a chi ancora non lo ha trovato. Non voglio che a nessun altro succeda quel che accadeva a me, che il sapore dei miei primi baci veniva offuscato dalla paura che stessi facendo qualcosa di sbagliato».

Con la stessa sincerità con la quale si racconta su tutto, non posso non chiedere quanto pensa a quella dannata notte, a quella donna… «Con la stessa sincerità e con la gentilezza maggiore possibile cerco di rispondere. Quando racconto di una storia che parla di dolore, non dimentico che riguarda il dolore anche di altri. L’ho ben presente, sempre. Ne ho grande rispetto, per questo non dico altro».



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