Mina e Celentano per loro un grande ritorno



Tornano col loro terzo disco le due voci più belle della musica italiana. E anche le più misteriose: «Nell’era in cui ci sei solo se appari, loro sono assenti ma presentissimi», dice il figlio di lei, che aggiunge: «Sanremo? Farebbe il direttore artistico, ma non glielo offrono». E la moglie del “Molleggiato”: «Da un anno lavora al computer a idee nuove, per la Rai, vuole carta bianca. E non gliela danno»



Uno se li immaginerebbe in una concentrazione quasi mistica, blindati in qualche studio-bunker, perché Loro, I Due Grandi, stanno registrando, insieme. Nulla di tutto questo, a parte lo studio bunker e ipertecnologico. È quello di Lugano, a casa di Mina, dove Celentano fa capolino di tanto in tanto.

Ora che i due tornano con Mina Celentano – The Complete Recordings, la raccolta completa di una collaborazione nata quasi 25 anni fa, più un inedito, che si annuncia hit natalizia, Niente è andato perso, sono il figlio di lei, Massimiliano Pani, e la moglie di lui, Claudia Mori, a raccontare il segreto di un sodalizio artistico e umana in cui, assicurano, si ride molto: «Come quella volta che in studio», ricorda Mori, «qualcuno portò del salame, e io non volevo che Adriano esagerasse.

“Adriano, dissi, basta o prendo un taxi e me ne vado”. E lui: “Claudia! Vai piano col taxi”». Pani, ha mai pensato a un docufilm su quel che accade in studio? «Ci ha provato Adriano a convincere mamma, in tutti questi anni, a farsi riprendere. È bellissima l’energia con la quale le presenta una sua idea: “Allora, tranquilla, facciamo così e cosà, sei di spalle, non ti si vede”. E lei, secca: “No!” Allora Adriano passa subito a un piano B. E mamma: “No”.

Arriva poi il piano C, quello D. È arrivato a dire: “Guarda, facciamo i video, ma tutti al buio!”». Mina non si mostra da quarant’anni, ora si vede poco anche Celentano. Ma ogni loro ritorno è attesissimo. Assenti ma presenti. Come mai? Pani: «Sono due personalità talmente forti che ci sono anche se non ci sono, e nell’epoca in cui ci sei solo se appari, è una geniale anomalia. Molto prima di Madonna mia mamma si è mostrata con la barba o in versione body builder.

Quando con Adriano hanno ragionato di copertine dei loro album, hanno sempre trovato idee nuove, spiazzanti. Nel 1998, sono diventati Paperino e Paperina, poi nel 2016 ecco un Adriano irriconoscibile vestito da donna…». Mori: «E non c’è una donna che sta peggio di Adriano vestito da donna!». Pani: «No, dai, c’è di peggio. E comunque loro sono al di là dell’immagine. Mina non appare da 40 anni, ma in realtà c’è tanto di Mina in giro, la vediamo nei filmati del passato, è sempre citata. Cementano poi, anche quando ha fatto programmi tv, è sempre andato oltre: le regole, la scena, la tv stessa».

Signora Mori, lo rivedremo presto? Mori: «È da un anno che quando lo vedo trafficare al computer, gli chiedo: “Cosa stai facendo?” e lui, evasivo: “Metto in ordine”. Per quanto possa essere disordinato, uno non ci impiega un anno a sistemare il pc. Le idee ci sono: sta pensando a un nuovo progetto per la Rai, ma chiede massima libertà. E invece qualche censura, dopo Sanremo e Rockpolitik, l’ha subita. Intanto quelle poche volte che si mostra in tv, magari per un’intervista, non si trucca, altro che immagine! “La gente deve abituarsi a vedermi diventare decrepito”».

Invece Mina non ha mai la tentazione di ritornare a fare concerti? Pani: «Qualche volta con mamma ci mettiamo a pensare a una scaletta di brani per un ipotetico concerto. Il problema è che con una carriera come la sua, abbiamo fatto un conto, quelli irrinunciabili, che non puoi non fare perché la gente se li aspetta, sono 48! Cosa facciamo, 6, 7 ore di concerto?».
Mina a Sanremo, anche solo in voce.

Sarà mai possibile? Pani: «Anni fa girò la notizia di una sua direzione artistica del Festival. Non so da dove uscì. Ma mamma era anche disponibile: ovviamente chiedeva carta bianca sulla scelta degli artisti, dei brani. La Rai non si è più fatta sentire».

Ma che cosa accomuna, nel quotidiano, Mina e Celentano? Pani: «Si vogliono bene, sin da quando, da giovani ciascuno costruiva la propria carriera. Entrambi hanno definito un proprio modo unico di essere artista. Si sono sempre messi in gioco, e quando hanno avuto la voglia di lavorare insieme, non hanno scelto la via facile, un disco celebrativo con i successi dell’una e dell’altro, ma hanno messo insieme album di inediti. Molto più rischioso. Il coraggio, questo li unisce».

Mori: «Oltre al fatto che sono due giocherelloni. Hanno conservato lo spirito di quando erano ragazzi. Lavorano con grande serietà e professionalità, ma anche con leggerezza, che è il segreto del successo. Guardate tutti gli scatti dei loro backstage: ridono sempre!».



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