Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi perché il matrimonio è finito



Vittoria Puccini e la fine del suo amore con Alessandro Preziosi. Il loro rapporto d’amore iniziano sul set di Elisa di Rivombrosa era il lontano 2004, dalla loro Unione nacque anche la loro figlia Elena.



Nel 2010 per tutti i fan della coppia ci fu una brutta sorpresa, i due decisero di separarsi. La coppia non ne parlo mai in pubblico ma la questione all’epoca era su tutti i rotocalchi di gossip. Vediamo cosa era successo nel dettaglio.

La stessa Vittoria Puccini in un’intervista effettuata un Magazine di gossip voleva precisare alcune voci sulla loro fine mettendo a tacere tutti i vari pettegolezzi fra lei ed Alessandro Preziosi: “perché è finita? è una questione di Alchimia, di ingranaggio ha detto l’attrice Fiorentina io non ti davo fuori il meglio di lui e viceversa. Accade a tantissime coppie, dopo tutto questo è l’amore.

Vittoria Puccini domani lunedì 12 aprile torna in tv su Rai 1 con la fiction La fuggitiva

La fuggitiva la storia di una donna che conduce, con marito e figlio, una vita felice finché è tutto crolla: il marito viene assassinato e lei viene ingiustamente accusata della tua morte. Non le resta che fuggire per evitare il carcere per scoprire chi ha ucciso suo marito.

Vittoria Puccini, una delle attrici più apprezzate amate presenta così la nuova serie TV di cui è protagonista: la fuggitiva, quattro prime serate su Rai1 su Rai1 dal 5 aprile, nella quale vediamo anche Eugenio Mastro Andrea, Maurizio Marchetti, Pina turco e Antonio Gerardi. Sono passati 15 anni da Elisa di Rivombrosa, la serie tv in costume che la lanciò, la Puccini l’epoca era agli esordi, ora è un’attrice affermata, una madre, a una figlia di 14 anni, è un compagno, direttore della fotografia Fabrizio Lucci, e si misura sempre con ruoli nuovi, come in questa serie TV.

Adirato molte scene d’azione, hai imparato a usare la pistola: cosa che non gli era mai capitata tanti anni di carriera. Sui Sette si usano pistole vere che sparano a salve: il bossolo esce di lato e dalla canna non esce la pallottola. Sono pesanti, e difficili da maneggiare. La prima volta ha sparato si è spaventata per via del rumore tremendo. Ha girato tante scene d’azione e alla fine si è fatta anche male.

In una scena in cui si proteggeva Dr un auto in fiamme, doveva uscire allo scoperto correndo e sparando: hanno ripetuto la scena moltissime volte finché ha perso l’equilibrio ed è caduta. Si è rialzata piena di sangue: Era ferita a una mano e a un ginocchio, erano pieni di sassolini e schegge.

La fuggitiva, il suo nuovo personaggio, non è una donna convenzionale. Per la prima volta nella mia carriera è un personaggio dalla fisicità importante. Una donna che si illude di aver rimosso la cicatrice del suo passato. È bambina quando i genitori muoiono in una rapina finita male. Il giardiniere, complice dei rapinatori, si pente e per salvarle la vita la porta con sé in Jugoslavia. Lì scoppia la guerra e lui – questa figura ambigua tra il carnefice e il protettore – le insegna a combattere, a sopravvivere.

Poi lei torna in Italia, mette su famiglia, ritrova la serenità. Quando il marito viene ucciso e lei incastrata e accusata ingiustamente, decide di fuggire e rispolvera l’esperienza di combattente – anche la capacità di violenza, che sperava di aver dimenticato – per dimostrare la sua innocenza, smascherare la corruzione dei veri colpevoli, e tornare dal figlio senza macchie. Mi piacciono i personaggi così perché sono idealista e mi sento un po’ eroina della Marvel, il bene che vince sul male, anche se non è più tutto bianco o tutto nero, essere eroina non vuol dire essere una figura solo positiva, mi interessano le zone d’ombra con cui tutti abbiamo a che fare, e con cui empatizziamo quando le ritroviamo nei personaggi.

Ma l’odio verso l’ingiustizia, la volontà di stare sempre a schiena dritta sono valori che mi guidano, anche nella vita. E penso che alla lunga paghino, perché ti fanno stare con la coscienza pulita. Quanto conta, nell’interpretare questa storia, essere madre davvero? Per me, moltissimo. Se devo trovare nella mia vita un momento che separa l’avanti Cristo e il dopo Cristo, è la maternità.



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