Zlatan Ibrahimovic alla guida della sua Ferrari Monza SP2: per lui maxi multa in Svezia



Lo scudetto è sempre più vicino per ,, che corre a tutta velocità verso questo traguardo, fuori portata del Milan dal 2011.



E lo fa non solo metaforicamente, ma alla lettera, perché l’attaccante rossonero ha postato su Instagram una foto che lo ritrae alla guida della sua Ferrari Monza SP2, un gioiello della meccanica in grado di arrivare da zero a 200 chilometri all’ora in meno di otto secondi, con il seguente commento: «Road to the target», cioè strada verso l’obiettivo. Il post sul social è arrivato dopo la vittoria per 4 a 0 sul Crotone, grazie alla quale il bomber ha conquistato anche un suo record personale, quello dei 500 goal segnati nella sua strabiliante carriera, diventati anzi subito 501 grazie alla doppietta nella partita in questione.

La passione del calciatore svedese per le auto di lusso è nota: a ogni tappa significativa della sua vita se ne è regalato una, così che nei suoi box trovano oggi posto Porsche, Maserati e soprattutto Ferrari, in un crescendo di valore dei modelli marchiati con il cavallino rampante simbolo della Casa automobilistica di Maranello (Modena). Nel 2005, dopo aver vinto lo scudetto con la Juventus, la  sua squadra di allora, Ibra ha acquistato una Ferrari F430 Spider.

Nel 2010, in occasione del suo primo arrivo al Milan – vi rimase solo due anni – ha aggiunto alla sua collezione una Ferrari Enzo, edizione limitata, che raggiunge i 350 Km/h. Infine il 3 ottobre 2019 ha festeggiato i 38 anni gratificandosi appunto con la Ferrari Monza SP2, appena prima del suo ritorno al club rossonero.

Quest’ultima è davvero una delle auto più esclusive al mondo: prodotta in 499 esemplari, è stata proposta soltanto ai clienti più fedeli, al prezzo di 1,6 milioni di euro. Certo Ibrahimovic se la può permettere, visto che il suo patrimonio netto è stimato intorno ai 90 milioni di dollari. Segni particolari della supercar Ferrari?

La più evidente è la mancanza del tetto e del parabrezza, ma andando più addentro si scopre che il telaio è realizzato in fibra di carbonio e soprattutto nasconde un motore V12 aspirato da 810 cavalli, il più potente mai uscito dai cancelli di Maranello, capace di farla arrivare a una velocità di oltre 300 km/h. Inoltre, quasi fosse personalizzata per il calciatore, è nera con interni rossi, progettati focalizzandosi sull’abitacolo del pilota e l’ergonomia di bordo.

La Ferrari Monza SP2 fa parte di una serie speciale che rimanda alle vetture più iconiche della storia dell’azienda, in particolare alle cosiddette “barchette” degli Anni 50, naturalmente reinterprete secondo i canoni moderni, con contenuti di alta tecnologia e prestazioni elevate. Il primo esemplare senza capote fu la Ferrari 166 MM da competizione, presentata ufficialmente nel 1948 al Salone di Torino come “spider da corsa”.

Quando la vide Gianni Agnelli commentò: «Questa non è una macchina, è una barchetta!» e da lì venne adottato il nome. Scrivono sul sito della Ferrari parlando della SP2: «La visibilità senza montanti permette di avere un’aggressività nell’ingresso e nell’uscita che può essere paragonata solo alla guida di una F1».

Insomma, con la visuale del tutto libera si ha la sensazione di essere in pista: già il richiamo di una Ferrari tradizionale è potente, quello di un modello similgara ovviamente lo è ancora di più. Ma la Monza SP2 è anche un concentrato di eleganza, oltre che di potenza: disegnata dal Centro stile Ferrari, di cui è direttore il designer Flavio Manzoni, si fa infatti ammirare per le linee essenziali e le forme scultoree.

Il team di creativi ha dedicato poi particolare attenzione all’apertura delle porte, che sono di dimensioni minime e si dispiegano verso l’alto, con un effetto altamente scenografico. Altro tratto distintivo: si tratta di un’auto biposto. Infine, le dimensioni: il bolide è lungo 4,6 metri, largo quasi 2 e alto 1,1, per un peso di 1.520 chili. L’ideale per Ibrahimovic e la sua stazza di tutto rispetto, cioè 95 chili distribuiti lungo un’altezza di 1 metro e 95 centimetri.



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