Carlo Verdone chi è la moglie Gianna Scarpelli? Età, figli, cinema, vita privata, film, Borotalco



Chi è Carlo Verdone: moglie Gianna Scarpelli, figli, vita privata, età, peso, altezza e carriera dell’attore. Verdone sarà l’ospite della puntata odierna del famoso programma pomeridiano ‘Oggi è un altro giorno’ condotto dalla bravissima Serena Bortone. Oggi in studio si ripercorrerà la storia del Film Borotalco a 40 anni dalla sua uscita.



Dove e quando è nato, età, peso, altezza tutta la  biografia di Carlo Verdone

Carlo Verdone nasce a Roma esattamente il 17 novembre del 1950. Attualmente 70 anni. Il padre era un noto professore universitario di storia del cinema, dirigente del Centro sperimentale di cinematografia e critico cinematografico Mario Verdone, è stato proprio il padre che indirizza Carlo Verdone al mondo del cinema sin da bambino, e di Rossana Schiavina. Ha un fratello, Luca Verdone, e una sorella, Silvia, moglie di Christian De Sica. E’ alto 174 cm per un peso forma di 72 kg.

La moglie e i figli di Carlo Verdone chi  sono

Lui era sposato con Gianna Scarpelli dal 1980 al 1996, successivamente il loro matrimonio finisce e si separano legalmente ma senza divorziare. Insieme hanno fatto due figli Giulia, nata nel 1986 e Paolo, nato nel 1988. Attualmente Verdone non ha una compagna ed è single: “Ci ho provato, non ci provo più. È troppo difficile. Dovrei trovare una persona come me: più o meno la mia età, un matrimonio alle spalle, figli…” ha dichiarato il regista in un’intervista a Grazia. Profilo Instagramcarloverdone.

Bravo e anche buono di cuore: è il ritratto di Carlo Verdone, attore e regista tra i più amati d’Italia. Si parla di lui in occasione dell’uscita del volume di Gian Luigi Rondi, un’opera che il veterano della critica cinematografica scrisse un mese prima della sua scomparsa. Nuovo incontra Verdone alla presentazione del libro.

Nel libro si racconta che vai spesso negli ospedali per portare un sorriso ai malati e alleviarne le sofferenze… «È vero. Capita spesso che la gente del quartiere mi fermi per chiedermi di portare un sorriso ai loro cari malati. Se ho tempo lo faccio volentieri: non posso farlo sempre, anche perché se si sparge la voce poi devo andare da tutti!».

Lavorare negli ospedali è sempre stato il tuo sogno. Da ragazzo volevo fare il medico di famiglia, quello che va nelle case a visitare i malati e che oggi ormai non esiste più. Mi è sempre piaciuto fare del bene, in fondo è ciò che faccio con il lavoro di attore: un bel film è un antidepressivo privo di effetti collaterali».

Poi hai deciso di recitare… «Era destino. Mi sono laureato in letteratura italiana per fare il professore o il giornalista; a un certo punto, però, mi sono ritrovato in questo mondo. Certo, sono cresciuto in una famiglia che mi ha avvicinato al cinema fin da piccolo visto che mio padre era docente universitario del Centro sperimentale di cinematografia. La mia fortuna è stata aver conosciuto tanti registi».

Da cosa trai l’ispirazione per i personaggi dei film? «Nel quartiere di Roma dove vivo sono riuscito a mantenere rapporti umani. Chiacchiero col giornalaio, poi vado in farmacia dove chiedo qual è il medicinale più richiesto. Ma soprattutto mi rendo conto di quante persone sole hanno bisogno di parlare con le farmaciste pazienti che le ascoltano. Sono storie incredibili, che mi danno spunti per i film».

Il cinema italiano vive un momento di crisi: perché? «Prima la società offriva spunti, c’era umanità anche nei personaggi balordi. Oggi sono tutti mascherati, tra social e selfie. Nessuno sorride e scrivere storie divertenti, come nel mio caso, o drammatiche o comunque che possano invogliare il pubblico ad andare al cinema è più difficile».

Ti sei convinto a fare una serie televisiva: ce ne parli? «L’ho fatto, ma non mi dà le stesse emozioni del set cinematografico. Ho scritto la prima puntata di Vita da Carlo, insieme ad altri, è piaciuta e presto cominceremo a lavorarci. Sarà poi il produttore a decidere se darla a Netflix, ad Amazon o a Sky. Sicuramente è una nuova esperienza, molto “mordi-e-fuggi” visto che giriamo venti minuti al giorno: saranno tredici o quattordici puntate. Quando mi ha fatto la proposta, il produttore ha detto: “Non penserai mica che possiamo pagarti quanto al cinema!”. Insomma, ci guadagno poco a fare la serie».

Però stai lavorando anche al tuo nuovo film… «Sì, lo sto scrivendo con Giovanni Veronesi: ci saranno tre attori e un’attrice femminile di rilievo. Si tratta di un film di performance, estremamente delicato ma con una bellissima idea, girato in parte a Roma e in parte al Sud. Lo devo ancora portare al produttore De Laurentiis: quindi non vi posso dire altro».



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