Domenico Bandieramonte è morto, la famiglia: “Il piccolo ha preso un batterio in ospedale”



È morto il piccolo Domenico Bandieramonte, ricoverato all’Ospedale San Vincenzo di Taormina. Il bambino era in condizioni critiche a causa di un’infezione causata da un batterio ospedaliero.



Un familiare ha confermato che il piccolo Domenico Bandieramonte è deceduto all’Ospedale San Vincenzo di Taormina. Il bambino è stato infettato da un batterio ospedaliero che ha raggiunto organi critici come il cuore e i reni, dicono i familiari. La notizia della sua morte è stata diffusa tramite i social media da alcuni amici del bambino.
Secondo Ambra Cucina, la madre del bambino, quest’ultimo è stato infettato da batteri ospedalieri, che sul suo corpo già indebolito hanno avuto conseguenze terribili. La donna ha voluto raccontare pubblicamente la sua storia per puntare il dito contro l’ospedale dove il bambino era stato curato per un disturbo intestinale.

Una donna ha raccontato come tutto sia iniziato il 29 giugno, quando il bambino si è ammalato di nausea e diarrea. Il giorno seguente, la madre lo ha portato al pronto soccorso dell’ospedale di Catania. I medici lo rimandarono a casa, dicendo che aveva un virus intestinale. Il bambino non stava ancora bene e i genitori lo riportarono in ospedale, ma ricevettero la stessa risposta.

I familiari hanno portato il bambino al San Marco di Catania, dove è stato applicato un sondino dopo una notte di osservazione a causa di alcuni valori alterati. Il bambino è peggiorato e ne è stato disposto il trasferimento al Policlinico di Catania. Dopo alcuni esami, è stato trasferito a Messina, dove i medici hanno rilevato un’infezione da Enterococco.

In seguito all’arresto cardiaco, Domenico è stato trasportato all’ospedale di Taormina, dove sono stati rilevati gravi danni cerebrali. È rimasto in condizioni critiche per diversi giorni fino alla morte. La storia di suo figlio è stata ampiamente diffusa su Internet e il sindaco di Lampedusa, la sua città natale, ha messo a disposizione gli sforzi del comune. La mamma è rimasta al fianco del figlio fino alla sua morte e la municipalità si è stretta intorno a lei.

Il primo cittadino di Lampedusa ha fatto sapere che la sua comunità si sarebbe presa cura dei bisogni del bambino. Inoltre, c’è stato un grande sostegno da parte delle persone che hanno cercato di trovare un centro specializzato per il bambino attraverso il passaparola. Le comunità di Lampedusa e Catania sono rimaste così sconvolte dall’accaduto che i residenti hanno iniziato a organizzare una fiaccolata per il piccolo Domenico. “Deve esserci giustizia per lui”, continuano a ripetere. “Non doveva morire in questo modo”.



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