Fabrizio Corona: “Tra cinque anni sarò premier”, poi critica Mario Draghi



Dopo le dimissioni di Mario Draghi e la notizia dell’imminente voto del 25 settembre, è iniziato la campagna per la premiership italiana. Oltre ai volti ormai noti della politica italiana, ieri durante la trasmissione Iceberg di Telelombardia un altro candidato premier si è presentato al pubblico. Fabrizio Corona ha dichiarato ai cittadini italiani che sarà il nuovo premier tra cinque anni. Il re dei paparazzi non ha quindi l’ardire di pronunciarsi su questa tornata elettorale, ma dà per certo che ce ne sarà un’altra molto presto.



Le sue motivazioni sono tra le più classiche: rinnovare la classe politica del Paese nostro e offrire agli italiani un uomo che sanno governarlo. “Tra cinque anni diventerò presidente del Consiglio e il mio psicologo, che è già il mio ministro della Salute, sarà ministro dell’Istruzione”, ha detto Corona. “Sto vivendo una fase molto serena della mia vita. Ormai le tempeste sono passate, mi sto concentrando sul mio lavoro e sono finalmente libero. Ora andrò in vacanza per circa tre settimane ad agosto. Non ci vado da cinque anni”. Non si stesse sa se scherzando o se lo facesse sul serio, ma almeno ci ha avvertito.

Al momento, la vita di Corona sta attraversando un periodo di calma e tranquillità. Si sta dedicando alla sua futura moglie, che è già partita per un viaggio di nozze anticipato a Capri. La coppia si sposerà, anche se non è stato detto o fatto nulla di concreto al riguardo.

Dal suo profilo Instagram, finalmente riattivato, Fabrizio Corna ha poi anche commentato la crisi di governo e soprattutto Mario Draghi. “La narrazione sulla crisi di governosi è trasformata in una sorta di grande ansia per la perdita di Draghi – scrive sul social Corona – Questa grande paura di perdere il rispetto di quattro parrucconi manipoloni mangia salsicce. Supermario… doveva essere il nocchiero nel paradiso del debito Pnrr… e invece è stato solo capace di mangiare Ferrero Rocher con i padroni delle banche… Rivoglio un po’ di sana incompetenza e indecisione. Atteggiamento tipico di una democrazia perfetta. Questa Ue chiede tanto… anzi troppo”.



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