Flavio morto a 12 anni nell’acquapark a Battipaglia: sullo scivolo potrebbe aver battuto la testa



La morte del dodicenne Flavio Parmendola al parco acquatico Aquafarm di Battipaglia potrebbe essere causato da un colpo alla testa mentre si trovava su uno scivolo, che potrebbe avergli provocato lesioni interne così gravi da ucciderlo in pochi minuti. È questa una delle principali ipotesi che stanno seguendo gli investigatori della Squadra Mobile di Salerno, intervenuti ieri mattina al parco acquatico.



È riuscito a uscire dall’acqua ea raggiungere un lettino, ma ha vomitato e ha perso i sensi sotto gli occhi terrorizzati della sorella maggiore e del fratello. Gli agenti di polizia del commissariato di Battipaglia hanno risposto alla disperata richiesta di aiuto. I loro tentativi di rianimarlo non hanno avuto successo. Le indagini preliminari hanno rivelato che le telecamere di sorveglianza presenti sulla scena hanno ripreso il malore del ragazzo mentre si trovava sullo scivolo prima di raggiungere un lettino.

La procura ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Il consulente incaricato dai magistrati ha esaminato il corpo, ma una prima ispezione esterna non ha rilevato segni di emorragia o lesione. Un malore improvviso e fatale resta un’ipotesi, ma gli inquirenti si stanno concentrando su ciò che potrebbe essere accaduto sullo scivolo: una discesa maldestra, un colpo alla testa e una lesione interna che ha portato alla morte. Le indagini sono state affidate alla Squadra Mobile ed è stata disposta l’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni.

Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, ha affidato ai social un messaggio di cordoglio per il bambino e di solidarietà per la sua famiglia. “Addolorati per il grave lutto che vi ha colpiti, partecipo sentitamente al vostro dolore – si legge – nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai figli. La perdita di un figlio è come se fermasse il tempo, si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. È uno schiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d’amore gioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere”.



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