Il nipote di Gianni Morandi sarà Tony Renis in un film



Sono passati sessant’anni da quando Tony Renis, che all’anagrafe si chiama Elio Cesari, cantava quella che è diventata la sua canzone più famosa, Quando quando quando. Diventata popolare e amata in tutto il mondo. Al Festival di Sanremo del 1962, stranamente, la canzone non vince.



Ma nelle dieci settimane successive alla kermesse è prima nelle classifiche di vendita in Italia, nona in Germania e fa il giro del mondo: sono tantissimi gli artisti di varie nazionalità che l’hanno interpretata nel corso degli anni. Una delle versioni più note è quella di Michael Bublè, che l’ha incisa nel 2006 insieme a Nelly Furtado. Nella primavera di due anni fa, il vincitore della diciottesima edizione di Amici Alberto Urso l’ha trasformata in un brano dance insieme a J-Ax, con lo “zampino” del dj Gabry Ponte.

Un così grande successo commerciale e artistico ha ripagato Renis della mancata vittoria al Festival, ma già dall’anno successivo alla sua partecipazione: nel 1963, infatti, Quando quando quando ha vinto Canzonissima in versione samba.

E nell’anniversario del suo debutto sul palcoscenico del Salone delle feste del Casinò di Sanremo c’è chi ha pensato bene di celebrarla di nuovo in Liguria. Si tratta del trio al femminile Le dolce vita, ovvero Giada Mercandelli, Jade Tripaldi e Martina Barani. In occasione del Gala organizzato da Sanremo Sol e Novella 2000, giovedì 3 febbraio ritirano il premio speciale per il sessantesimo compleanno della canzone e, nella stessa occasione, presentano la loro versione di Quando quando quando, contenuta in un vinile esclusivo. «Ringraziamo Tony Renis per averci affidato questo prestigioso compito » dicono in coro.

E lui, Tony Renis, dal canto suo si dice orgoglioso per il riconoscimento. Quando quando quando, del resto, l’ha reso un artista di fama internazionale, conosciuto e amato in tutto il mondo. Chi l’ha sentito di recente fa sapere che il cantante è in ottima forma, a dispetto dell’età. A maggio, l’artista compirà ottantaquattro anni e come tutti patisce la situazione insolita dettata dall’emergenza sanitaria. Sono due anni che quasi non esce di casa per proteggersi dal Covid e impedire che il virus contagi lui e sua moglie Elettra Morini, già prima ballerina del Teatro alla Scala.

Quest’anno festeggiano le nozze di perla: si sono sposati trent’anni fa, nel 1992,aMilano. Il 2022 è un anno d’oro per Tony Renis: a breve, probabilmente a maggio, uscirà un film per il cinema, Lamborghini, che racconta proprio la storia di Ferruccio Lamborghini. Finita di girare a Roma nel 2021, la pellicola che aveva avuto il suo primo ciak nel 2018 per poi subire un lungo stop proprio a causa della pandemia, arriverà in sala prima negli Stati Uniti e poi in Italia. Racconta la storia di un uomo che ha realizzato il suo sogno dal niente. «Nel film», racconta il produttore Andrea Iervolino, «emerge l’italianità, la capacità di farcela che contraddistingue il nostro popolo».

Ma che c’entra Tony Renis con l’imprenditore che ha fatto grande il nome dell’Italia nel mondo? Semplice, erano amici. Non a caso il cantante è uno degli interpreti del film, in doppia veste. Da un lato appare in un cameo in cui interpreta sé stesso, dall’altro è interpretato da un giovane attore dal cognome e dalla parentela “pesante”. Nei panni di Renis da giovane, infatti, c’è Giovanni Antonacci, figlio di Biagio e Marianna Morandi, dunque nipote di Gianni Morandi. «Ci tenevo a partecipare a questo progetto, Ferruccio rappresenta gli italiani che ce l’hanno fatta. L’Italia nel mondo è la numero uno, gli italiani sono geniali e non ci batte nessuno» ha detto Renis.

«Per interpretare questo personaggio» ha raccontato invece il giovane Antonacci «è stato molto importante il personaggio stesso. Tony Renis, l’originale, mi ha aiutato tanto. Mi ha preso sotto la sua ala emi ha istruito: mi spiegava come si muoveva, come parlava, quali fossero i suoi pensieri quando cantava. Io ho cercato di far tesoro di tutto quello che mi ha detto e spero di averlo interpretato al meglio. Tra i tanti consigli che mi ha dato uno su tutti è stato il più importante: “Sorridi!”. A pensarci, sembra qualcosa di scontato, ma fa davvero la differenza: un sorriso cambia tutto». Giovanni Antonacci è arrivato al film quasi per caso.

La produzione cercava un giovane Tony Renis da due anni «e non si trovava. Non so se sono miracolato io o se sono stati sfortunati gli altri. Sono davvero onorato di aver fatto parte del film e soprattutto di aver interpretato il grande Tony Renis. Spero di avergli reso onore». Missione compiuta: chi ha parlato con Renis negli ultimi giorni dice infatti che lui è entusiasta del progetto e che proprio in occasione dell’arrivo del film in sala tornerà a farsi vedere in pubblico, dopo tanti mesi di isolamento. A dimostrazione del fatto che tanto il pubblico quanto i suoi amici non smettono di volergli bene.



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