Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard accuse di violenza domestica fatte da Amber Heard nel 2018 sul Washington Post



La favola romantica è finita da un pezzo e vira sempre più verso l’horror. L’ultimo capitolo nello scontro legale tra Johnny Depp e Amber Heard si svolge nel tribunale di Fairfax in Virginia, dove l’attore ha fatto una causa per diffamazione da 50 milioni di dollari all’ex moglie, alla quale lei ha risposto con una contro causa da 100 milioni. Tra le mura del tribunale i due, che si erano innamorati sul set di The Rum Diary nel 2011, stanno squadernando i dettagli più raccapriccianti della loro tormentata unione.



Al centro della questione le accuse di violenza domestica fatte da Amber Heard nel 2018 sul Washington Post, che hanno distrutto la carriera del divo: la Disney l’ha licenziato e ha cancellato Jack Sparrow da Pirati dei Caraibi; la Warner Bros l’ha sostituito con Mads Mikkelsen nella parte di Grindelwald in Animali fantastici (in sala in questi giorni). «Dopo quelle accuse, che hanno fatto il giro del mondo, la gente ha creduto che io fossi una minaccia, un ubriacone alimentato dalla cocaina che picchiava le donne: la mia carriera è finita», ha detto Depp. Nella sua difesa sostiene che ormai l’esito della sentenza non sia rilevante perché «dal momento che quelle parole si sono trasformate in cibo per i media, io ho perso».

Detto questo, pensando soprattutto ai figli Lily-Rose, 22 anni, e Jack, 20 (avuti con l’ex moglie Vanessa Paradis) il divo ha deciso di contrattaccare. E per dimostrare di avere ragione ha dovuto vuotare il sacco anche su vicende finora tenute private. A cominciare dalla più scandalosa, quando durante una lite la moglie gli avrebbe lanciato una bottiglia di vodka recidendogli la falange del dito medio della mano destra. Finora aveva detto di essersi fatto male con una porta. «Non volevo metterla nei guai», ha raccontato Depp in tribunale. «Il sangue zampillava e io penso di essere entrato in una specie di esaurimento nervoso. Niente aveva senso per me.

Poco dopo mi ha anche spento una sigaretta sulla guancia». Il nodo principale del conflitto tra i due è l’alcolismo dell’attore. «Lei è sempre stata piuttosto brutale nel dirmi che dovevo smettere di bere. Diceva che ero un debole, un disastro completo e mi derideva. Il suo bisogno di conflitto e violenza esplodeva dal nulla. Ho imparato ad affrontarlo come affrontavo le cose da bambino: ritirandomi ». La lunga testimonianza a cuore aperto di Johnny è visibile su YouTube: con i capelli raccolti in una coda, il ricordo del suo bel viso riaffiora nei rari momenti in cui sorride, ma per il resto i tratti sono gonfi in seguito agli anni di eccessi.

Il racconto è straziante: parla lentamente, con tono monocorde e fa parecchie pause alla ricerca delle parole giuste per esprimere situazioni orribili. Si commuove quando è chiamata a testimoniare la sorella maggiore Christi Dembrowski, che rievoca gli abusi subiti dal piccolo Johnny da parte della madre, Betty Sue Palmer. «Era irritabile, nervosa, spesso arrabbiata e violenta». Le parole della sorella sono agghiaccianti. «Johnny era un bambino, quando prendeva le botte, piangeva e se ne andava. Ma anche da grande, quando lei gli tirava oggetti o lo picchiava, si chiudeva nella sua stanza». Rintanarsi nelle loro camerette era la strategia più utilizzata dai figli. «Quando iniziava un litigio, la prima cosa che facevamo era andare a nasconderci da un’altra parte.

Quando siamo cresciuti, abbiamo deciso che con la nostra famiglia non avremmo mai fatto così». Gli avvocati sembrano voler dimostrare che quando Depp ha perso la testa per quell’attrice più giovane e bellissima si è ritrovato in una situazione simile. Forse gli Studios non gli perdoneranno la sua debolezza, ma il pubblico gli è ancora molto affezionato e grato per i tanti personaggi indimenticabili che ha saputo inventare. Fuori dal tribunale moltissimi fan lo aspettavano per esprimere la loro solidarietà. Per Amber Heard, invece, non c’era quasi nessuno.



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