Kate e William, il figlio George studierà da contadino



Baby George non esiste più, è tempo di archiviare il suo tenero soprannome. Ce ne siamo accorti puntando con gli occhi gli spalti dello Stadio londinese di Twi-ckenham, dove il 26 febbraio si è giocato l’incontro di rugby tra Inghilterra e Galles per il torneo Sei Nazioni: il futuro re è diventato un ragazzino alto, dal fisico e dall’abbigliamento sportivo, posato.



Mentre i duchi di Cambridge William e Kate, padrini rivali dei due club, durante il match ingaggiavano una sfida scherzosa, George si è goduto la partita senza tradire particolari emozioni. Qualcuno ha osservato che è raro vederlo sorridere in pubblico, ma va ricordato che il bambino è abituato ai fotografi sin dai primi vagiti e crescendo ha affinato l’arte del rigore, anche a costo di apparire altezzoso. Nove anni il prossimo 22 luglio, George si appresta a vivere una nuova avventura scolastica con l’annunciato trasferimento della sua famiglia a Windsor.

La dimora dei duchi, come vi abbiamo ampiamente illustrato sul numero 6 di Gente, potrebbe essere quel Fort Belvedere già rifugio dell’ex sovrano Edoardo VIII e di Wallis Simpson: dalla caotica Londra traslocheranno al confine col Berkshire, dove Kate è nata e cresciuta. In questo idilliaco contesto non mancano le scuole d’élite per garantire ai pargoli Cambridge una formazione adeguata al loro rango. È la Lambrook School, in particolare, ad aver colpito Kate e William.

Dal 1860 questo istituto privato di nei pressi di Ascot ha accolto migliaia di bambini, non ultimi due nipoti della regina Vittoria, i principi Christian Victor e Alberto di Schleswig-Holstein. L’istituto si estende per 21 ettari di suolo verdissimo in cui si susseguono campi da golf, hockey, rugby e cricket, una piscina da 25 metri e un centro di arti performative. L’offerta extracurriculare è variegata: c’è il corso di cucina, svariati laboratori di arte, balletto, canto, regia e persino di sopravvivenza.

A convincere i duchi di Cambridge, però, pare sia stata la fattoria in cui i pupilli allevano galline e maiali, diventano apicoltori, si dedicano alla raccolta della frutta e interagiscono con la natura «sporcandosi e divertendosi», come recita il depliant informativo. Un approccio green perfettamente in linea con l’agenda dei duchi, impegnatissimi su questo fronte che detterà la linea dei governi del mondo nelle prossime decadi.

La quota d’iscrizione è di 7 mila sterline a trimestre, ma per far sbocciare un principe non ci possono essere limiti di budget. Probabile che tra le sue mura William e Kate abbiano riassaporato l’atmosfera delle scuole frequentate all’età di George, la Ludgrove per il principe e la St Andrew’s Prep per la duchessa. I Cambridge sarebbero dunque pronti a firmare la modulistica per l’ammissione del primogenito nella scuola dove, con tutta probabilità, potrebbe trattenersi fino ai 13 anni.

Al momento, George è al quarto anno del sistema scolastico inglese alla Thomas’s Battersea School di Londra: E per i suoi fratelli, quale futuro? Anche Charlotte, 6 anni e Louis, 3, sono alunni papabili dell’istituto, che accoglie bimbi dai 4 anni in su.

Nonostante i cambiamenti in vista, però, la vita in campagna è ancora un progetto in divenire. Di Windsor si parla eccome, nelle ultime settimane, soprattutto per i destini abitativi della regina Elisabetta. La sovrana ha riparato tra le mura del maniero a partire dalle prime terribili avvisaglie della pandemia, nel marzo 2020. Qui ha vissuto anche il dolore più grande: la perdita dell’amato Filippo, il 9 aprile 2021.

E qui ha affrontato persino il Covid, che l’ha contagiata di recente con diagnosi resa pubblica il 20 febbraio. Secondo il Sunday Times, questa sarà l’ultima dimora di Elisabetta, visto che la sovrana non avrebbe alcuna intenzione di tornare a vivere a Buckingham Palace, sebbene il palazzo londinese rimarrà fulcro dei prossimi eventi giubilari. Windsor è il rifugio ideale per le esigenze della monarca e la vicinanza con i pronipoti non farà che giovare alla sua salute.

Ne è stata prova anche l’incontro all’aperto del 26 febbraio tra la sovrana i Cambridge, la principessa Beatrice di York e la sua primogenita Sienna: il castello è davvero lo snodo perfetto per le riunioni familiari. Dopo aver cancellato diversi impegni per riprendersi dai sintomi lievi ma persistenti del virus, nei primi giorni di marzo la sovrana ha presieduto, in videochiamata, una serie di riunioni con delegazioni diplomatiche.

E finalmente, il 7 di questo mese, ha ricevuto di persona il Primo ministro canadese Justin Trudeau, segno che l’incubo da contagio è definitivamente archiviato. Lo ha dimostrato nei fatti: smettere di lavorare, per lei, è fuori discussione tanto quanto l’abdicazione. Certamente, però i suoi impegni de visu diventeranno sporadici. A differenza dei gesti concreti, che restano un fulcro del suo regno, vedi la generosa donazione destinata a titolo privato a una onlus che sostiene l’Ucraina. Segno che nelle emergenze umanitarie l’equilibrismo politico della monarchia deve lasciare spazio ad azioni più ferme.



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