Lino Guanciale torna in Tv con ‘Noi’



Fare il papà non è sempre facile. Lino Guanciale lo sta imparando sul campo, visto che il 14 novembre la moglie Antonella Liuzzi ha dato alla luce il loro primo figlio, Pietro. Ma prima ancora l’ha imparato sul set della fiction Noi, in onda su Raiuno dal 6 marzo.



Nella serie – rivisitazione italiana dell’americana This is us – Guanciale interpreta Pietro Peirò, capofamiglia coraggioso e innamorato (che nell’originale ha il volto di Milo Ventimiglia). «Lui è il padre che tutti vorremmo essere», dice l’attore «Ma, per certi versi, anche il padre che ognuno di noi è, con limiti, ombre e paure».

Parlaci del tuo Pietro. «È una persona estrema-mente concreta, capace – come tutti i genitori – di fare cose meravigliose, ma anche di commettere grandi errori. Ho imparato molto da lui».
Che cosa, in particolare? «Mi ha dato la prova di quanto sia inevitabile sbagliare da genitori. Ma mi ha anche fatto capire che se l’intenzione è quella giusta, e ti interessa davvero conoscere i tuoi figli e stare con loro, anche gli errori si trasformano in opportunità».

In pratica sul set hai fatto le prove da papà… «In sei mesi di riprese ho vissuto quello che ai genitori succede nell’arco di una vita intera. Mi sono ritrovato prima alle prese con tre neonati, poi con tre bambini e, infine, con tre adolescenti. E Pietro, il mio personaggio, si ritrova a passare tante età quante sono quelle dei suoi figli».

Sappiamo che hai scoperto che saresti diventato padre proprio all’inizio delle riprese: è vero? «Sì e l’ho preso come una sorta di regalo ironico della sorte. La parte divertente è stata che tutta la squadra del set, tecnici compresi, ogni volta che mi trovavo alle prese con neonati cui cambiare pannolini o con adolescenti in crisi emotiva, tirava fuori la frase-tormentone: “Eh, Lino, stai facendo le prove!”.

Effettivamente posso dire di aver fatto una grande pratica di “pannolinismo”, ormai sono diventato bravissimo!». «Che emozione le scene con i bambini!» Hai qualche aneddoto dal set da raccontarci? «Tutte le scene con i figli sono state emozionanti, in particolare il parto dei tre gemelli. Aurora (Ruffino, ndr), che interpreta mia moglie Rebecca, è stata una compagna di set fantastica: mi ha dato e si è data moltissimo in questa serie.

Buffissima anche la scena in cui Pietro e Rebecca seguono la finale di calcio dei Mondiali ’82 a Torino: l’abbiamo girata la scorsa estate, proprio mentre si giocavano gli Europei, quindi l’atmosfera era la stessa del set». Hai chiamato tuo figlio proprio come il tuo personaggio: casualità? «Non so se il fatto di sentirmi chiamare Pietro per mesi sul set a livello inconscio mi abbia abituato alla bellezza di questo nome, ma la scelta è casuale. Pietro si chiama così per ragioni nostre personali»

Che impegni hai ora? «Torno a teatro dal 26 marzo con Zoo, storia d’amore tra uno scrittore, una scienziata e un gorilla. E sarò di nuovo in Tv, prossimamente, con la serie Sopravvissuti, thriller sul ritorno a casa di un gruppo di naufraghi un anno dopo la loro misteriosa scomparsa».



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