Osvaldo, Omar e Otis Paterlini: chi è il marito e i figli di Orietta Berti



Omar e Otis Paterlini sono i figli di Orietta Berti e Osvaldo Paterlini. I due sembra che si siano conosciuti quando erano molto giovani e da quel momento non si sono più lasciati. La loro storia d’amore è diventata davvero un simbolo del mondo dello spettacolo. Il marito l’ha seguita per per tantissimi anni come autista e come manager, poi nell’ultimo periodo purtroppo per motivi di salute non l’ha potuto più seguire. Dal loro amore sono nati, ad ogni modo, due figli ovvero Omar e Otis. Quest’ultimo ha reso la cantante ed il marito nonni di una bambina di nome Olga.



Omar e Otis Paterlini, chi sono i figli di Orietta Berti

Riguardo i figli di Orietta Berti e Osvaldo, sappiamo che si chiamano Omar e Otis. Il primo suona la chitarra in una band e pare abbia ereditato dalla madre la passione per la musica. Ha seguito in qualche modo le orme della madre, ma ha preferito rimanere lontano dal mondo dello spettacolo ed è per questo che sul web non ci sono tante foto. Otis pare si sia dedicato agli studi, si è diplomato e poi ha deciso di intraprendere il percorso universitario. Si è laureato in Scienze della comunicazione. Ha dedicato la sua vita allo sport, ed è un giocatore di basket professionista. I figli sono molto legati ai suoi genitori.

Finché la barca va, lasciala andare, cantava nel 1970 Orietta Berti. Cinquantadue anni dopo, la sua parabola è diventata talmente esponenziale che la barca si è trasformata in nave e non solca le acque in cerca di chissà quali lidi, ma sosta stabile e sontuosa al largo delle coste di Sanremo per dare vita al primo palcoscenico galleggiante della storia del Festival.

In rada c’è infatti Costa Toscana, la nuova nave green della flotta e regina dei mari è Orietta, che condivide la scena con un asso, un cantante, uno youtuber poliedrico: Fabio Rovazzi. Il classico che si fonde con l’ultramoderno crea così uno spettacolo nello spettacolo festivaliero: ogni sera vede l’avvicendarsi di artisti, di musica e si collega con Amadeus al Teatro Ariston. Con Orietta e Fabio si avvera la magia e le note delle canzoni vengono cullate dalle onde del mare.

Bello godersi Sanremo così! Rovazzi: «Nella mia testa ero entrato in modalità copertina e telecomando, pensavo di godermi il Festival dal divano di casa, ma quando Amadeus mi ha proposto di affiancare Orietta in questa super avventura, già ero proiettato laggiù, nel mare». Siete super affiatati, la strana coppia più pazzesca e azzeccata della Tv: com’è la convivenza galleggiante con Orietta? Rovazzi: «Lei è di una dolcezza stellare, è simpaticissima, parliamo molto, di tutto e posso dire che la Berti è davvero “avantissimo”.

Ha una vita incredibile, ha visto di tutto, anche in anni in cui io nemmeno ero nato. Ascoltare i suoi aneddoti mi arricchisce e poi il modo nel quale lo fa è speciale: Orietta ha tempi comici naturali unici. Insieme ci stiamo divertendo. Spero e penso si veda da quello che stiamo facendo ogni sera».

Olivia, che ha 3 anni, ad aprile nascerà la seconda nipotina. Ma c’è di più…». Dai, svelacelo. Berti: «Dopo tanti anni riesco ancora a estrarre piccoli grandi sogni dal cassetto. Per esempio, non avevo mai fatto la conduttrice sul mare: ora è successo e sono felice. Anche perché hai visto che meravigliosi vestiti indosso? Fabio e io ci siamo trovati in sintonia anche cromaticamente nei look». Alle tinte forti di Orietta siamo abituati. Fabio, tu ci ha sorpresi: l’abituale total look black è diventato multicolor.

Rovazzi: «Entrambi ci siamo affidati all’estro di Nick Cerioni, che per me ha pensato ai look di Paul Smith. E sai cosa? Anche se il mio armadio di casa è una parata di abiti, magliette e felpe scure, con questo tocco di vivacità mi sento perfettamente a mio agio». Orietta, tu ti sei superata: cappe da regina, maniche con le rose, trionfi di organza, tulle e paillettes. Berti: «Lo stilista è Rochart.

Nick Cerioni ha curato ogni dettaglio dei miei look coloratissimi e strabilianti. Cappellini compresi». Quanto sei vanitosa? Berti: «Non molto. Non mi atteggio da diva e resto con i piedi ben saldi a terra, nonostante i miei tacchi alti tredici centimetri con plateau. Diciamo che mi diverte tanto giocare con i vestiti, con le stravaganze. Pensa che bizzarro il destino: da bambina ero timida e impacciata e mi imbarazzavo a parlare e cantare in pubblico. Non pensavo di fare la cantante, è accaduto per compiacere papà. Fosse stato per me avrei fatto la maestra d’asilo oppure la hostess di volo, dopo che ne avevo viste alcune su un aereo che mi parevano belle ed eleganti come dee. Mi sono lasciata sorprendere dal corso della vita e mi è andata bene. E ne sono grata». Fabio ascolta e, dal palco galleggiante della nave, torna per un istante anche lui indietro con la memoria. Rovazzi: «La situazione che sto vivendo mi richiama lontani ricordi. A quando mio papà mi portò in crociera sul Nilo, o quando mio nonno, tra i fondatori dei Centro Velico Caprera, raccontava storie e aneddoti sul mare.

È un elemento che mi fa stare bene: su di me esercita un bel magnetismo e mi rasserena». Sulla nave delle meraviglie state benone. Ma sabato scendete alla volta dell’Ariston. «Che meraviglia! Andiamo a trovare Amadeus, ci esibiremo e ne siamo onorati. Ma non fateci dire di più… Guardateci».



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