Regina Elisabetta II, chi sono i figli e nipoti



Era inevitabile. In fondo aveva 96 anni. Ma la famiglia reale britannica, i sudditi inglesi e l’intero mondo non erano pronti a dare contorni concreti alla morte della regina Elisabetta II fino a quando, intorno alle 19.30 ora italiana di giovedì 8 settembre 2022, la Bbc, per mezzo dell’espressione contrita e delle corde vocali assottigliate dall’emozione del conduttore Huw Edwards, ha dato la ferale notizia.



La regina si era spenta quello stesso pomeriggio nell’amato castello di Balmoral. Ai due lati del capezzale, il suo erede, oggi re Carlo III d’Inghilterra e Regno Unito, e la secondogenita Anna. Che qualcosa di irreversibile stesse accadendo, tra le imponenti mura neogotiche diventate il riparo più intimo della dinastia regnante dai tempi della regina Vittoria, era stato chiaro sin dalla tarda mattinata dello stesso 8 settembre, quando Buckingham Palace aveva diramato un insolito e laconico comunicato: “In seguito a un’ulteriore valutazione, i medici della regina sono preoccupati per la sua salute e hanno disposto che rimanga sotto controllo. Sua maestà resta a suo agio a Balmoral”.

Subito erano partiti molteplici messaggi di accorata e angosciata vicinanza, da quello dell’arcivescovo di Canterbury a quello vergato dalla neo premier Liz Truss, che 48 ore prima aveva ricevuto la nomina a capo del governo dalle mani della regina proprio a Balmoral, prima volta nella storia che un primo ministro non inaugurasse il suo lavoro istituzionale dal palazzo reale londinese. Ma al di là dei comunicati ufficiali, è stato proprio in quella occasione che gli occhi più attenti avevano notato le mani livide, quasi un oscuro presagio immortalato nelle fotografie diffuse quel giorno. Segno di terapie insistenti, si è detto.

Cosa abbia fatalmente provocato l’irrevocabile peggioramento delle condizioni di Elisabetta, accompagnandola verso l’eterno riposo, non è dato saperlo. Quel che è certo è che la parabola della regina dei record ha iniziato a invertire la rotta a partire dall’ottobre 2021, quando si è presentata a una funzione all’Abbazia di Westminster, per la prima volta, facendo ricorso a un bastone da passeggio. “Problemi di mobilità”, si era affrettata a spiegare casa reale. Il ricovero lampo, nella notte del 20 ottobre, certificò che la salute di Elisabetta, da quel momento, sarebbe stata sotto costante monitoraggio.

Da lì sono iniziate le prime defezioni agli eventi ufficiali, la più clamorosa delle quali è stata in occasione del Remembrance Day di novembre, l’annuale omaggio ai caduti della Prima guerra mondiale, commemorazione assai sentita dalla regina. Poi, ad aggravare una situazione già compromessa, è arrivato il Covid, che la monarca ha contratto a febbraio di quest’anno, obbligandola anche a saltare la successiva apertura del Parlamento.

Durante il Giubileo di Platino è ricorsa a una forza atavica per non deludere le centinaia di migliaia di persone accorse a omaggiarla, mostrandosi per tre volte, due all’inizio, una alla fine. Alle 16, e torniamo a quel pomeriggio fatale dell’8 settembre, un jet privato è atterrato all’aeroporto scozzese di Aberdeen con William e i suoi zii Andrea ed Edoardo con la moglie Sophie. Alle 17 hanno solcato i cancelli di Balmoral. Ma era già troppo tardi. Fonti britanniche riferiscono che la regina è spirata alla sola presenza, come anticipavamo, dei figli maggiori Carlo e Anna, accorsi in tempo al capezzale perché già si trovavano in Scozia.

L’ultimo ad arrivare è stato Harry, da Londra. Si sostiene che fosse già in auto con Meghan quando ha ricevuto la telefonata del padre Carlo, re da una manciata di minuti, che gli avrebbe intimato di presentarsi solo. E così ha fatto. Già, Carlo. La legge di successione britannica, pur stabilendo una laica e al tempo stesso sacrale ritualità circa la proclamazione del nuovo re, sul punto è precisa: morto un sovrano, il primo in linea di successione diventa immediatamente il nuovo monarca. In quella serata drammatica, la famiglia ha probabilmente reso privato omaggio e voto di fedeltà al nuovo capo dello stato e della casata e a Camilla, da quel momento regina consorte.

Nell’avvicendamento tra sovrani, il dolore deve essere presto messo da parte per onorare il ruolo. Il giorno successivo, mentre Elisabetta giaceva a Balmoral dove sarebbe rimasta per altre 48 ore, la coppia di neo sovrani ha fatto ritorno a Londra. Carlo e Camilla sono scesi dall’auto davanti ai cancelli di Buckingham Palace e si sono offerti, come era necessario, al cordoglio pubblico. Abbracci, strette di mano, persino baci commossi di cui il nuovo re aveva bisogno per sentirsi legittimato non solo dalle leggi dinastiche, ma anche dal plauso popolare. Poi, sempre a piedi, accanto alla sua consorte, ha varcato i cancelli di Palazzo per la prima volta da re.

Nella Blue Drawing Room ha registrato il discorso d’incipit del suo regno, poi trasmesso alle 18, in cui, mostrando gli occhi arrossati, ha reso omaggio alla «amata mamma», impegnandosi «solennemente, per tutto il tempo rimanente che Dio mi concede, a sostenere i principi costituzionali al centro della nostra nazione. Conto sull’amorevole aiuto della  mia cara moglie, Camilla». Contestualmente, ha “creato” il figlio William principe del Galles.

Il suo regno è iniziato con poco meno di mille parole e si è perfezionato la mattina successiva, quando, davanti all’Accession Council, formato da 250 membri tra cui autorità istituzionali, cortigiani, altissimi funzionari, membri del governo e del parlamento e veterani della politica, è stato formalmente proclamato re, al palazzo di St James, sede istituzionale della monarchia. L’erede e la consorte erano al suo fianco.

Nelle ore successive, l’attenzione è tornata sulla sovrana defunta, per il suo ultimo, lungo viaggio, attraverso il Regno Unito. Anticipato, però, dalle due passeggiate di Balmoral e Windsor, in cui alcuni dei suoi discendenti hanno incontrato la gente comune e letto i messaggi di cordoglio avvinti nei mazzi di fiori. Fuori dalla tenuta scozzese abbiamo visto Andrea e le figlie, Edoardo e Sophie con la primogenita, e poi Anna e i suoi eredi. A Windsor si è invece compiuto l’impensabile: William e Harry, con Kate e Meghan, insieme, per la prima volta, dopo oltre due anni. Hanno stretto mani, si sono commossi pubblicamente.

Pare sia stata una richiesta del re a William: «Chiama tuo fratello, mostratevi uniti». E così è accaduto. Il feretro di sua maestà, intanto, avvolto nello stendardo reale, è partito da Balmoral domenica 11 settembre, alla volta del palazzo reale di Edimburgo e della cattedrale cittadina. Un percorso di circa sei ore, lento e solenne, tra le strade interurbane che macchiano di grigio le verdi distese scozzesi, destinazione Holyroodhouse, il palazzo reale di Scozia. Lungo il ciglio, molte auto, anche trattori: tante le persone accorse per rendere omaggio non certo all’ultima sovrana, ma a lei, Elisabetta la grande, unica e irripetibile.

In questa fatale peregrinazione il corpo della regina è stato accompagnato dalla figlia Anna. Nel frattempo, Carlo, a Londra, ha pronunciato il suo primo discorso davanti ai parlamentari riuniti alla Camera dei Lord, poi è volato a Edimburgo, prima tappa di un viaggio che ha toccato, oltre alla Scozia, Irlanda del Nord e Galles. Nella capitale scozzese il re ha accompagnato il feretro della madre nella Cattedrale di St Giles, ed è poi rimasto in piedi a presidiarlo. Gli occhi lucidi, arrossati, sono stati in questi giorni la sua cifra espressiva. La salma è poi partita per Londra, in aereo, per tornare alla casa della corona, Buckingham Palace. Da lì verrà traslata a Westminster, poi all’omonima Abbazia, dove il 19 settembre sono stati organizzati i funerali, quindi a Windsor, per la tumulazione nella Cappella di St George. Solo allora, forse, realizzeremo davvero che Elisabetta II ci ha lasciato per sempre.



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