Sanremo 2022 cosa rimane



Verrà ricordato come il presentatore di Sanremo che ha beffato la pandemia. Per lui l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes propone di trasformare il cavallo morente di Viale Mazzini a Roma in una statua equestre con Ama in sella. Amadeus, Amedeo come, dopo Orietta Berti lo chiama anche Drusilla Foer, non solo l’anno scorso ha portato a casa, alla grande, la pelle, facendo il Festival in un Ariston spettrale, vuoto, in piena era Covid.



Quest’anno, che boster e green pass hanno riempito di nuovo il teatro e la città dei Fiori, è arrivato fino al 72% di share nella notte della finale e il suo Sanremo è stato il più visto degli ultimi 22 anni! Persino il presidente Mattatila gli ha fatto squillare il telefonino per ringraziarlo dell’omaggio in diretta tv: «Avrei voluto registrarla quella telefonata», dice commosso. Per uno che in Rai, per anni, più dei quiz pre tg non gli facevano fare, e che qualcuno vedeva già sostituito da Cattelan, sa di riscatto. Ora passa con sicurezza da Saviano al bacio in diretta alla moglie Giovanna, sempre lì in prima fila: «Adesso sperimenteremo la conduzione di coppia con “Affari tuoi, formato famiglia”.

La mia tribù è sempre con me, non ho bisogno di isolarmi. Loro sono la mia energia: abbiamo dormito col cane nel letto, con mio figlio addosso. Lui ha 13 anni, fa il portiere e pensa solo al calcio, ma ascolta moltissima musica e mi ricorda me alla sua età. È venuta anche Alice, la mia grande». Ma intanto è già lanciato, e non era mai accaduto prima, alla conduzione per acclamazione popolare del suo quarto Festival di fila: “Ama 4 President” è lo slogan che gira. «Se lui vuole, squadra che vince non si cambia», dice l’ad. «Mi riposo un attimo, anzi no che c’ho i “Soliti Ignoti”, e ne parliamo», apre lo Stakanov dei presentatori.

Il suo segreto? La gentilezza. «C’è troppa cattiveria in giro, gli haters, il bullismo. Ciascuno deve essere libero di parlare e vestirsi come vuole». Con gentilezza smonta ogni polemica: la presenza non annunciata di Jovanotti? «Non era un super ospite, ma un super amico che ha fatto una sorpresa a me per primo, e non ha preso un centesimo!».

La Fenili dietro le quinte furiosa per il poco spazio? «Ha detto di tutto perché era inciampata in un cavo». Ama dirige, presenta, mette a proprio agio i cantanti («L’ho imparato da Pippo Baudo», ammette) fa da spalla a Fiorello o Checco, fa flessioni, corre a portare fiori a tutti, smonta microfoni, e alle tre di notte passeggia pure col cane dopo la diretta. Sul palco non teme niente: «Dopo che mi è scappato Bugo in diretta non mi fa paura più nulla. Sin da bambino se mi chiedevano cosa vuoi fare da grande dicevo: il presentatore!

Pur venendo da una provincia, da una famiglia semplice. Oggi sono pagato per fare ciò che ho sempre sognato! Sono fortunato». «La più grande paura di questa settimana? Di essere contagiato, non c’era un piano b, se mi fossi ammalato stavamo tutti a casa. Dopo ogni tampone uscivo che sembravo Lautaro dopo aver fatto gol». A questo punto Amadeus può sbilanciarsi: «Il mio primo Festival ha fatto “Rumore” (la canzone di Diodato vincitrice nel 2020); il secondo ha fatto stare “Zitti e buoni” (il trionfo del Maneskin nel 2021). Il terzo è stato da “Brividi”».



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