Sapete chi è Anna Paratore madre di Giorgia Meloni?



Questo articolo in breve

Il pranzo di Natale a Palazzo Chigi? Non credo proprio. Il giorno dopo saremmo su tutti i giornali. E poi chi pulirebbe? Non so ancora dove lo passeremo visto che le mie figlie stanno in mezzo agli scatoloni, ma l’importante per noi è trascorrere il Natale insieme. Con le nipotine.



Non ci vediamo tanto spesso. Adesso, poi, con gli impegni di Giorgia, ancora meno». Natale a casa Meloni. Come saranno le prime festività da premier della Giorgia nazionale, settima donna più potente al mondo secondo Forbes?

Ne parliamo con la mamma della prima donna presidente del Consiglio, Anna Paratore, a casa sua, nel quartiere Garbatella, che lei ha trasformato in una sorta di laboratorio, visto che da anni si dedica alla realizzazione di manufatti e addobbi natalizi, che tempo fa si divertiva a vendere nei mercatini delle feste della capitale e che ora, invece, regala alle sue amiche. Domanda. Lei è un’affermata scrittrice di romanzi rosa, con lo pseudonimo di Josie Bell e 137 libri alle spalle, ma i lavori manuali sono da sempre la sua passione.

Come mai? Risposta. «Le confesso che se rinascessi vorrei fare il falegname. Adoro costruire, qualsiasi cosa. Quando ho smesso di lavorare per mantenere le mie figlie, ho cominciato a dedicarmi a questa che è diventata una vera passione. Realizzo villaggi natalizi, ghirlande, centrotavola, dipingo vasi e quadretti. Ho partecipato a 100 mercatini di Natale, riciclavo barattoli di caffè e tegole per costruire oggetti di ogni tipo».

D. Perdoni l’inciso. Ha visto sua figlia alla Scala? R. «Certo. Giorgia è appassionata di opera fin da ragazzina. Ricordo che l’accompagnai a vedere l’Aida a Caracalla e poi altre volte al Teatro dell’Opera. Confesso di non essere un’entusiasta del genere, mentre lei lo adora. Era elegante la settimana scorsa a Milano. Mi pare che in quella foto del palco reale abbiano dato una bella immagine dell’Italia». D. Torniamo al Natale. Ha già comprato i regali? R. «Sì, ho già preso quasi tutto. Ad Arianna ho preso un golfino che aveva già visto sul web. A Giorgia avrei voluto prendere un poncho di cachemire, le ho inviato una foto, ma non mi è parsa convinta. Alle mie tre nipoti, invece, regalerò una busta con i soldi ciascuna. Mentre ai due generi regalerò una bottiglia di whisky. Stop».

D. Sua figlia Giorgia le ha già fatto un dono bellissimo. R. «Sì, mi ha fatto una sorpresa stupenda regalandomi Nina, un cucciolo di Chihuahua adorabile. Giorni fa ho perso il mio cagnolino adorato, un dolore immenso». D. Come trascorrevate il Natale quando Giorgia e Arianna erano ragazzine? R. «A casa mia, qui alla Garbatella. Con la nonna, io e loro. Sono rimaste con me a lungo, quasi fino ai 30 anni. Poi hanno messo su casa da sole».

D. Quest’anno sarà un Natale particolare, con Giorgia presidente del Consiglio, gli impegni, tutti gli occhi puntati su di lei e la scorta sempre presente. Come vi siete organizzati? R. «In realtà non ci siamo organizzati affatto. Ma come ogni anno staremo insieme. Di solito Giorgia e Andrea passano la vigilia a Milano dai genitori di lui con Ginevra e io con Arianna e le ragazze andiamo a Subiaco dai genitori di Francesco. Il pranzo di Natale stiamo insieme. Spesso da Arianna, che cucina benissimo e ha seguito i corsi del Gambero Rosso. Ama ricevere, ma quest’anno sta ristrutturando casa e quindi non so ancora».

D. A casa della premier? R. «Anche lei è in una fase di trasloco, quindi non credo. Giorgia è sempre troppo presa dalla politica per organizzare pranzi. A lei di solito tocca portare gli antipasti e un dolce fatto con le sue mani. Certo, quest’anno non so se avrà tempo di prepararlo». D. Insomma, siete ancora in alto mare. E poi ci saranno i ragazzi della scorta fuori dalla porta in qualunque luogo andiate. È obbligatoria. R. «Infatti Giorgia si preoccupa sempre per loro. Che non stiano al freddo e che qualcuno porti loro il caffè. Spero che per Natale facciano dei turni molto brevi, in modo che possano stare con le loro famiglie».

D. Come contribuirà alla riuscita del vostro Natale? R. «Quest’anno sono rimasta indietro, ma sto correndo per preparare ghirlande personalizzate, biglietti di auguri con sorprese, festoni e fermaposto. Il Natale per noi è davvero importante: significa riuscire a stare insieme. Come quando Giorgia e Arianna erano bambine. Sono diversissime, ma si adorano. Anzi, sono simbiotiche. Ti fai una nemica se parli male a una dell’altra».

D. Come mai ha iniziato a scrivere romanzi rosa. Faceva un altro lavoro, in realtà. R. «Sì, lavoravo come ragioniera. Ma l’azienda dov’ero assunta aveva chiuso e, in attesa del nuovo lavoro, con le bimbe che andavano a scuola, mi sono ritrovata con del tempo libero. Ricordo che trovai in casa una vecchia Olivetti e per gioco mi misi a scrivere. Mia madre era una lettrice accanita di romanzi rosa, che collezionava, quindi ne avevo letti tanti. Scrivevo bene e decisi di provare a scriverne uno anche io. Rimasi una settimana alla scrivania quasi senza alzarmi mai.

Cercai una casa editrice, la Bluemoon. Il primo romanzo di Josie Bell, il mio nom de plume, si intitolava Una contessa a sorpresa. Ne ho scritti 137 e ci ho mantenuto le mie figlie. Per anni mi sono sentita ripetere: “Sei sfortunata perché se fossi nata negli Usa saresti diventata ricca”. Mi hanno chiesto di ripubblicarli, ma non ho dato il permesso». D. Giorgia ha stupito tutti. È il fenomeno politico del momento. R. «È una stakanovista. Spesso la paragono a un musicista o a un pittore. Ha carisma e ce la mette tutta. Certo, io la critico anche, se necessario. Per me non vale il detto: “Ogni scarrafone è bello a mamma soja”.

Per me lo scarrafone resta scarrafone, pure se sono sua madre. Dico sempre a Giorgia come stanno le cose». D. Quanto è cambiata la vita delle donne di casa Meloni? R. «Per noi non è cambiato nulla, a eccezione della parte organizzativa. È cambiato molto in tv. Vedo Giorgia con i grandi della Terra. La guardo, l’ammiro, la critico e mi meraviglio. A volte mi chiedo come ci sia riuscita. Però, quando è in famiglia, è una mamma normale. Sparecchia e lava i piatti con la sorella. Insomma, resta Giorgina e basta. La mia bambina».



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