Vittoria Puccini, non mi lasciare è una fiction che mette al centro una donna



Fiorentina di nascita, romana di adozione. Vittoria Puccini è una delle attrici più apprezzate ed amate del  panorama italiano e, nella I sua intensa carriera, possiamo annoverare un vasto repertorio di fiction e film sul  grande schermo nei quali  è stata diretta da grandi ’ registi tra cui Pupi Avati, Gabriele Muccino, Ferzan  Ozpetek e Paolo Genovese,  solo per citarne alcuni. Attualmente è la protagonista di Non mi lasciare, la nuova  fiction di Rai Uno nella quale interpreta il vicequestore Elena Zonin che si occupa di crimini informatici e dà la caccia ad una rete di pedofili responsabile del rapimento e della vendita sul web di minori.



La affiancano gli ottimi Alessandro  Roja e Sara Felberbaum. Un ruolo intenso quello della protagonista incastonato in una storia che vede  l’indagine snodarsi, tra ‘ suspense e colpi di scena, fino a scoperchiare un caso complesso e articolato che finirà per coinvolgere nemici influenti e insospettabili, in una missione senza precedenti.

Cosa ti ha fatto “innamorare” del personaggio di Elena? «Elena è una professionista seria, capace, determinata, intuitiva ed empatica con ogni persona con cui entra in contatto e, naturalmente, tutti questi elementi mi hanno conquistato non appena ho letto la sceneggiatura. Gli aspetti che, però, mi ha fatto amare Elena al di sopra di ogni altra cosa sono le sue paure, | le fragilità ed i dubbi che ogni donna si porta dentro».

Quali lati del tuo carattere, invece, hai avuto modo di riscontrare in Elena? X «E una domanda difficile per un attrice, ma dico la I caparbietà con cui affronta la vita e l’empatia che la contraddistingue nei rapporti col prossimo».

Nella fiction si affronta il difficile problema del dark web e dell’adescamento dei giovani attraverso i social. Per te, madre di un ragazza adolescente, sono nate particolari preoccupazioni?
«Dopo aver girato la serie ed essermi calata completamente in certe tematiche, anche grazie alla collaborazione che la polizia postale ci ha fornito, le preoccupazioni che già avevo sono senza dubbio aumentate.

Oggi i ragazzi possiedono, grazie ad Internet, tanti strumenti che noi non avevamo e sono certamente agevolati sotto molti aspetti, ma, nel contempo, non dobbiamo dimenticare che  quello del web è un mondo pieno di insidie e credo che solo parlando con i nostri figli ed entrando nel loro mondo, possiamo preservarli. Non dobbiamo avere paura di conoscere certi universi».

Che rapporto hai con il mondo dei giovani? «Spero di mantenere sempre il rapporto privilegiato che ho oggi e di preservare anche quell’aspetto fanciullesco che ognuno di noi ha dentro di sé. I giovani hanno tanto da insegnarci e, personalmente, cerco di apprendere il più possibile da loro e dalla semplicità che li contraddistingue».

Non mi lasciare è una fiction che mette al centro una donna. Stiamo finalmente andando in una direzione nella quale le donne sono finalmente protagoniste? «Devo ammettere che, in vent’anni di carriera, ho avuto la grande fortuna di interpretare tanti ruoli da protagonista e sottolineo anche che la televisione, più del cinema, ha messo, in molte occasioni la figura femminile al centro della narrazione; spero, naturalmente, che questa abitudine cresca sempre di più perché, purtroppo, nel mondo del lavoro, siamo ancora molto lontani da una vera parità di genere.

Sono felice, inoltre, quando si raccontano, come in questo caso, le donne non più soltanto come delle eroine, ma come persone che portano con sé tutte le complessità dell’animo femminile».
La fiction è stata girata principalmente a Venezia, cosa ha rappresentato per te questa città?

«A parte il freddo (ride n.d.r.) girare in questa splendida città ha rappresentato un privilegio, c’era un’atmosfera particolare, da sogno, che iniziava non appena, la mattina molto presto, salivo sulla lancia con la quale raggiungevo il set. Un’esperienza senza dubbio da ricordare».



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