Juventus – Napoli dove vedere Streaming Gratis e diretta live Tv Sky o Dzan? (Serie A ore 20.45)



La partita Juventus – Napoli si giocherà oggi 6 Gennaio 2022 alle ore 20.45. Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV.



Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.

Potrebbe esserci un altro confronto in semifinale di Coppa Italia, ma quello che andrà in scena stasera duello sicuro tra  Federico Chiesa e Lorenzo

Insigne. Ossia tra le due ali che in estate hanno contribuito a far volare l’Italia di Roberto Mancini sul tetto d’Europa. Quello con Chiesa a destra e Insigne a sinistra è stato rassetto dell’attacco azzurro dai quarti di finale in poi, contro Belgio, Spagna e Inghilterra, e potrebbe esserlo anche a marzo nelle due sfide contro Macedonia e Portogallo in cui la Nazionale si giocherà fi Mondiale.

Se scenderanno ancora insieme in campo con la maglia dell’Italia, come detto, ò probabile che questa sera lo facciano invece per l’ultima volta da avversari, uno con quella della Juventus e uno con quella del Napoli. Maglia che Insigne si sfilerà per l’ultima volta a fine stagione, per < trasferirsi al Toronto con cui ha firmato un principesco contratto da 55 milioni di euro netti all’anno. In comune con quanto è avvenuto e avvera ancora in Nazionale, il fatto che anche stasera Chiesa e Insigne saranno protagonisti, nel bene o nel male. Perché per giocatori come loro il compitino non esiste: chi ha lo scatto e il tiro di Chiesa, chi ha il dribbling e fi tocco di Insigne, sulla partita deve incidere, specialmente se si tratta di un confronto di importanza enorme come quello di stasera Se non lo fa, ha fallito la prova.

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Questo a prescindere dal fatto che giochino o meno dal primo minuto, cosa pressoché certa per Insigne, probabile ma non sicura per Chiesa, che toma tra i convocati dopo l’infortunio muscolare del 27 novembre, in Juventus-Atalanta. Si può essere protagonisti, specialmente nel loro ruolo e con le loro caratteristiche, anche giocando uno spezzone. Proprio Chiesa e proprio all’Europeo ne ha fornito ennesima e pesante dimostrazione. Riserva di Berardi fino agli ottavi contro l’Austria, proprio in quella partita è entrato in campo a 6minuti dal 90′ e ai supplementari è stato lui con un gran gol a spezzare l’equilibrio, rilanciando la cavalcata azzurra poi conclusasi con fi trionfo dell’ 11 luglio a Wembley.

Spezzare l’equilibrio, con uno scatto, un dribbling, un tiro, un assist, tutte giocate di cui entrambi sono maestri seppur in modo diverso – più elettrico e fisico Chiesa, più morbido e tecnico Insigne – sarà il loro compito principale anche questa sera. Chiesa per riprendersi quel ruolo da protagonista dal quale era un po’ scivolato fuori, dopo un grande inizio di stagione in cui aveva cavalcato l’onda dello straordinario Europeo e dell’eccellente seconda parte della scorsa stagione. Insigne per cominciare a salutare nel miglior modo possibile !

i tifosi del Napoli, contro quella che non è solo la rivale storica della squadra partenopea, ma lo è stata in particolar modo del suo Napoli, che in almeno IN due occasioni ha visto il sogno Scudetto infrangersi proprio contro la Juventus. j/Pm|

Per entrambi, Chiesa e Insigne, spezzare l’equilibrio sarà il modo di far piazzare alla propria squadra uno scatto molto, molto pesante nella  riga corsa per un posto nella prossima Champions League che comincia oggi. Posto che il Napoli al momento ha in mano, e che avrà in mano anche stasera dopo la partita visti gli attuali cinque punti di vantaggio sulla Juventus, ma che i bianconeri possono rimettere in discussione. Posto da cui magari provare a spiccare fi volo verso traguardi che sembrano proibìti. Sulle ali di Chiesa o di Insigne.

Non era andata benissimo l’ultima volta in cui alla Continassa era risuonato il verbo restare. Parliamo del 21 agosto, vigilia della trasferta di Udine, prima partita di campionato e secondo debutto per Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus. Argomento della domanda fatta al tecnico, ovviamente, Cristiano Ronaldo, i cui mal di pancia erano cosa nota in quei giorni. Decisamente meno lo erano le sue intenzioni. E così a quesito preciso («Almeno a lei ha detto che resta?»},

10 sventurato rispose: «A me Itonaldo ha detto che resta alla Juventus, così almeno chiariamo questa cosa». Il chiarimento dei giorni successivi è ancora sotto gli occhi di tutti. La trattativa che si chiude con il Manchester T Jnitede CR7 che riabbraccia la Premier League il 31 agosto, ultimo giorno di mercato.

Tra restare e non partire non esiste differenza

Cambia, piuttosto, il soggetto. Perché se ad agosto era stato Cristiano Ronaldo a dire «resto», stavolta è Allegri a intimare «non parti». E lo dice ad Alvaro Morata, in questi giorni protagonista cìi un possibile trasferimento al Barcellona

Per tanti, ma non per l’allenatore bianconero, che così ieri ha tagliato corto: «Chiariamo subito una cosa. Morata non parte: ha segnato una ventina di gol l’anno scorso, quest’anno ne ha segnati già fatti sette senza rigori. Per noi è un giocatore di rendimento, ma il problema è che nel calcio vengono affibbiate delle etichette. Per i numeri che ha è veramente importante, poi viene sempre visto come uno cui manca qualcosa»* E Allegri toma sul colloquio con lo spagnolo di lunedì alla Continassa: «Sono molto contento di lui. Gli ho parlato e gli detto chiaramente: (JDa qid non ti muovi’: Le voci di mercato non mi interessano e per migliorare, in caso di addio di Morata, bisognerebbe prendere uno dei quei quattro-cinque attaccanti forti che, comunque, non ti danno. Quindi Alvaro rimane con grande entusiasmo, perché è un grande giocatore. Deve stare sereno e tranquillo»*

LE SIRENE CATALANE

Una tranquillità che era venuta meno in coincidenza con gli ultimi giorni del 2021, quando avevano cominciato a girale le indiscrezioni di un serio interessamento del Barcellona per il centravanti bianconero. Da una parte cera la stima di Xavi, uno che ritiene Morata tra gli attaccanti più forti al mondo. Dall’altrà, invece, l’orgoglio del presidente Joan Laporta, tornato a parlare di un club blaugrana nuovamente protagonista sul mercato. In mezzo la realtà di una società che ha ingaggiato Ferran Torres dal Manchester City senza poter ancora inserirlo in lista, prima di cessioni o tagli di ingaggi che permettano di rientrare nel salary cap imposto dalla liga.

Una manovra apparsa azzardata ai pili, mentre in Spagna scrivevano di accordo cui mancava solamente la firma del giocatore e di presentazione di Morata già ieri, prima del match di Coppa del Re contro il Linares. Al più tardi la prossima settimana, quando i catalani saranno impegnati mercoledì nella semifinale di Supercoppa contro il Real Madrid, a Gedda in Arabia Saudita, Un tentativo che avrebbe solleticato le voglie di Morata che, ricordiamolo, è in prestito per il secondo anno alla Juventus che, se vorrà acquistarlo integralmente, dovrà versare 35 milioni all Atletico Madrid a fine stagione* Una cifra importante, che finirebbe per incidere pesantemente sitila ricerca di un centravanti giovane – ma già pronto – in estate: Gianluca Scamacca, innanzitutto, e Dusan Vlahovic i due nomi più gettonati finora.

STIMA CONSOLIDATA

in Spagna, poi, non era passato inosservato lo screzio tra Allegri e Morata al momento della sostituzione contro il Genoa, fino a considerarlo lo strappo definitivo tra i due. Un momento che l’allenatore aveva già arcliiviato («Non è successo assolutamente niente Abbiamo parlato, lui si è calmato. Era nervoso e rischia -va di prendere un altro giallo»), mantenendo la stima profonda per un giocatore che ha sempre difeso anche quando faceva fatica a segnare, come capitato questa stagione. Una stima che Allegri ha mantenuto da quando si lasciano la prima volta nel 2016, come raccontò a Sky Calcio Club: «Morata è uno che può stare in campo con tutti i giocatori di reparto, una prima punta come una seconda punta. E uno molto attento: quando è arrivato, tirava sempre in porta, a un certo punto Tevez lo ha guardato di traverso e lui non tirava più. E che non è venuta meno nel corso degli anni, come testimoniato dallo stesso allenatore a marzo 2021, sempre nella trasmissione notturna di Sky, quando gli proposero un paragone tra Morata e Suarez: «Per carriera dico Suarez, però Alvaro è cresciuto molto. Lui è uno che decide le partite secche* Nel 2015 siamo andati in finale di Cham-pions League con il Barcellona perché lui fa gol con il Reai in semifinale. E poi si è ripetuto anche a Berlino. È uno micidiale nelle partite da 90’».

FUTURO DA DECIDERE

Per questo, al di là di un mercato invernale tutto da definire (e con lo stesso Allegri a sottolineare: «(aedo che al 99% resteremo questi»), la Juventus si attende un cambio di passo dallo spagnolo nel girone di ritorno. Il tecnico ha detto che, per lui, mancano i gol dei centrocampisti e su palla inattiva. Ma il contributo della prima linea rimane fondamentale. Lo si è visto nella serie positiva infilata in chiusura 2021: cinque partite, con quattro vittorie e un pareggio. E sempre con un gol di un attaccante in ogni partita: Morata (3 volte), Dybala (2) e Kean ( 1). La Juventus si gioca una bella fetta di futuro in un gennaio che si preannuncia complicato, al di là dell’emergenza Co-vid. Morata se lo gioca del tutto da qui a fine stagione: c’è una decisione da prendere, sua e del club.

SANDRO BOOCH IO

TORINO

La lista delle assenze è ancora lunga; la difesa è ridotta ai minimi termini; però Massimiliano Allegri può consolarsi con l’attacco. Contio il Napoli ritrova due elementi importanti rame Federico Chiesa e Paulo Dybala: il primo mancava dal 27 novembre; quando era stato costretto a uscire all’intervallo contro lÀtalanta; mentre il secondo si era arreso dopo appena 11 minuti nella trasferta di Venezia. Un problema muscolare per entrambi. Questo significa poter aumentare le rotazioni in una prima linea ricca di centravanti e impoverita di fantasia. Difficilmente li vedremo in campo assieme dilli’inizio oggi; sia perché al rientro dalTinfortuniO; sia perché il tecnico pare orientato a schierare il 4-3-3; come si è intuito dalle parole dette alla vigilia del match di oggi alfAllianz Stadium: «A centrocampo Locateli! farai] centrale; ne sceglierò duetraMcKennie; Rabiot e Bentancur».

Un centrocampo che ritrova Arthur (negativiz-zatosi ieri); mentre il Co-vid tiene ancora fuori Pin-soglio e Chiellini; oltre a De Winter e Soulé; ormai abituati aviaggiare tra prima squadra e Under 23. Una assenza che pesa; quella del capitano; perché la retr oguardia è oggi ridotta ai minimi temimi; come dicevamo. Bonucci è die prese con un affaticamento da gestire («Salterà il Napoli; per la Super-coppa vedremo»). Danilo è sulla strada del recupero («Torna a disposizione la prossima settimana»); mentre Pellegrini (e con lui Kaio Jorge) è alle prese con un attacco influenzale. Vedremo così davanti a Szczesny una linea con

CuadradO; De LigL Ruga-

ni e Alex Sandro (con De Sciglio p rima al temativa); a centrocampo McKennie e Rabiot appaiono i favoriti ad affiancare Locatelli (di nuovo tiolare dopo essere partito dalla panchina contro Bologna e Cagliari ; mentre in attacco si prospettano Chiesa e Bernarde scili al fianco di Morata; con Dybala destinato inizialmente alla panchina: «Non ho ancora deciso chi gioca davanti»; così l’allenatore.

Allegri è soddisfatto della qualità della ripresa bianconera dopo la sosta: «Abbiamo lavorato bene; avevamo bisogno di questi giorni per prepararci a livello fisico e tattico. Abbiamo due “acquisti” rame Dybala e Chiesa; che ci daranno una grossa mano e che faranno quattro mesi importanti». L’obiettivo è quello di continuare la rincorsa al quarto posto avviata am quattro vittorie e un pareggio nelle ultime cinque partite dell’andata; «Lo scudetto? Avevo detto in tempi non sospetti che l’Inter era la favorita e Simone (Inzaghi ndr) non me ne voglia: ma mi avevate preso per matto. Noi dobbiamo imparare a viaggiare in modalità crociera; invece finora abbiamo fatto offshore: grandi velocità e grandi rallentamenti. Dobbiamo tenere il regime di cavalli giusto, quello che ci permetterà di arrivare fino in fondo. Un passettino alla volta»

Un passettino che passa oggi dal Napoli; una partita rimasta in bilico fino all’ultimo perle incognite legate alla situazione Covid e che – al momento -paiono essere state annui -late dal via libera dellAsl 2 partenopea: «Noi ci siamo preparati per giocare; siamo mentalmente focalizzati su questo. Pensiamo alla partita; le altre dinamiche non sono di mia competenza Lopinione personale non conta niente; bisogna rispettale gli organi: chi comanda si prende la p ropri a resp o nsab ili tà e decide; è molto semplice. Noi ci prepariamo bene; e sottolineo bene; e ci presentiamo in campo. Eseguiamo quello che ci dicono di fare». 11 tutto detto con il massimo rispetto dell’avversario; che ora dista cinque punti in classifica; uno in più dell’Atalan-ta oggi piazzata in quarta posizione: «È uno scontro diretto; il Napoli gioca bene e ha saputo vincere in emergenza a San Siro con il Milan. Il nostro compito è quello di tenere il motore sempre acceso ».

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