Accusati di aver ucciso di botte il loro bimbo: aprono una raccolta fondi per le spese legali



Jacob Maloberti e Lauren, accusati di un orrendo crimine

La vicenda di Jacob Maloberti e sua moglie Lauren ha sconvolto l’opinione pubblica. I due sono stati accusati di aver ucciso di botte il loro figlio adottivo di soli 5 anni. Nonostante le prove sembrino indicare la loro colpevolezza, entrambi si professano innocenti e cercano di sostenere le spese legali aprendo una raccolta fondi su GoFundMe. La richiesta di denaro ha però sollevato una pioggia di critiche, portando il portale di raccolta fondi a chiudere la loro pagina.



Dagli esami emergono prove schiaccianti

Le prove raccolte dagli esami sulla salma del piccolo Landon, il bimbo di 5 anni vittima di questa tragedia, sono schiaccianti. Emergono infatti ben 3 emorragie cerebrali, chiara testimonianza di percosse subite. Il decesso del bambino è avvenuto in un ospedale in Pennsylvania, dove i genitori lo avevano portato affermando che fosse debole a causa del covid. Tuttavia, le indagini hanno smentito questa versione, portando a galla una verità terribile.

La richiesta di aiuto tramite raccolta fondi

Dopo l’accusa di aver ucciso di botte il loro bimbo, la madre della vittima ha cercato aiuto aprendo una raccolta fondi. Nel messaggio rivolto al pubblico, si mostra devastata dalla situazione e dichiara di aver bisogno di un buon avvocato per far luce sulla vicenda. Tuttavia, le sue parole sembrano non collimare con ciò che emerso dalle indagini e dalla dichiarazione del procuratore.

Le parole del procuratore

Secondo quanto dichiarato dal procuratore, le prove rivelano un quadro molto diverso da quello presentato dai genitori della vittima. Il bimbo ha subito un “trauma da corpo contundente alla testa e al busto”, ferite terribili che gli hanno causato “gravi sofferenze prima che perdesse coscienza”. Sul suo corpo sono stati riscontrati anche segni di vecchie contusioni, indicando un maltrattamento ripetuto nel tempo.

La coppia sembra essere responsabile di aver picchiato il bimbo ripetutamente, con la violenza delle percosse che aumentava durante i suoi pianti.

Questa tragica vicenda ci ricorda quanto sia importante proteggere i più vulnerabili e garantire loro un ambiente sicuro e amorevole. Mentre il caso continua ad essere oggetto di indagini, dobbiamo ricordare di non farsi influenzare dalle narrazioni unilaterali e di lasciare che la giustizia faccia il suo corso. In un mondo dove il bene e il male possono coesistere, è nostro dovere proteggere chi non può proteggersi da solo.



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