Gerard Piqué chi è? Età, carriera, Shakira, fidanzata e figli



Piqué potrebbe aver “cambiato un Rolex con un Casio e una Ferrari con una Twingo”, secondo il testo del successo dell’ex fidanzata Shakira (intitolato I’m too big for you: lei è la Ferrari, mentre la Twingo è la nuova fiamma del campione…), ma a Gerard non mancano affatto le doti imprenditoriali. Infatti, dopo aver appeso le scarpe al chiodo lo scorso novembre, l’ex difensore del Barcellona e della nazionale spagnola è riuscito in pochissimo tempo a trasformare in oro il suo progetto: la Kings League. Un torneo di calcio a sette con celebri streamer spagnoli (ovvero gestori di piattaforme di streaming) come presidenti delle 12 squadre, sapientemente miscelati con ex campioni – come David Villa, Sergio Leonel Agüero e Ronaldinho, in attesa dell’ingresso di Neymar dalla prossima stagione – e in campo molti giocatori delle serie minori.



Presenta alcune regole da videogioco, poiché il torneo di calcio è concepito per funzionare online, in particolare su TikTok o sulla piattaforma di streaming Twitch, e per attrarre anche chi difficilmente avrebbe la pazienza di seguire interamente i novanta minuti di una partita. Risultato: un ritorno economico da far invidia ai bilanci in rosso di diverse società del calcio reale. Solo l’evento finale nel Camp Nou di Barcellona, affollato da oltre 92 mila persone e con 2 milioni di utenti collegati sui social, ha incassato più di 3 milioni di euro. E pensare che la Kosmos, la società che produce questo spettacolo sportivo, paga a ciascun giocatore delle 12 squadre della Kings League solamente 70 euro a partita. Eppure c’è stata la coda per candidarsi: dei 13 mila giocatori iniziali ne sono stati selezionati 170 e di questi solo 120 sono stati scelti per la formazione dei team (dieci per ogni squadra, che poteva poi contare sul presidente giocatore e su un campione a chiamata). Un mix di calcio, videogioco e Monopoli, con le carte da pescare in grado di ribaltare una partita. Prima di ogni match ogni squadra sceglie una carta che per gli avversari rimane segreta fino all’uso, che può tradursi in un vantaggio considerevole: dal gol che vale doppio se segnato entro due minuti alla possibilità di tirare un rigore, ma anche togliere un giocatore agli avversari. E si può sottrarre la carta all’altra squadra o pescare un jolly che offre libertà nella scelta del bonus.

Le altre regole, invece, sono classiche, anche se non esistono i pareggi perché in caso di parità si va ai rigori shootout, cioè in movimento, un po’ come nell’hockey. Completamente diverso, invece, l’approccio ai match. Meno ingessato, totalmente social e senza alcun filtro. Proprio come è apparso Piqué in questa sua nuova vita. Diretto, istrionico e senza peli sulla lingua, pronto a ribaltare in suo favore le critiche a suon di musica dell’ex compagna. Ormai, si dice, pronto a risposarsi con la fidanzata Clara Chia Marti, è lanciato a tutti gli effetti in questa sua nuova vita. Mentre Shakira, che si starebbe frequentando con un uomo conosciuto a Miami quattro mesi fa, non ha fatto mai mistero di quanto la separazione «sia stata dura». E nonostante sia alla seconda hit con versi al veleno dedicati all’ex compagno (l’ultima si intitola Te Quedó Grande), ora la popstar colombiana cerca di proteggere la sfera privata, al contrario di Piqué che vive sui social. Anche i presidenti delle squadre della sua nuova creatura sportiva, del resto, sono sempre in diretta, o dal vivo o via streaming, e prima della partita motivano il proprio team con un discorso visibile a tutti attraverso un maxischermo. Insomma, nessun segreto. Il resto, poi, lo fanno trovate di marketing mutuate direttamente dal Web.

L’esempio più eclatante è stato Enigma 69, un giocatore misterioso che scendeva in campo con una maschera da wrestling a coprirgli il volto e sulla cui identità sono state create speculazioni a non finire dalla stessa Kings League. Si è detto, infatti, che la sua squadra professionistica non doveva sapere che stava giocando lì. Così, l’attenzione è cresciuta esponenzialmente, fino all’ipotesi clamorosa che fosse Cristiano Ronaldo. Niente di tutto questo ovviamente. Il calciatore mascherato era Nano Mesa, attaccante senza contratto, con solo qualche presenza nella Liga (la serie A spagnola) e un provino fallito al Cosenza pochi mesi fa. Ma nell’universo virtuale contano più le aspettative della resa. E così passa in secondo piano anche il risultato: per la cronaca ha vinto la squadra El Barrio, guidata dal tiktoker Adri Contreras, che nella finalissima ha battuto 3-0 gli Aniquiladores. Ma, come abbiamo detto, conta solo lo spettacolo. Musica, presentazioni monumentali, esibizioni nelle pause delle partite, i giocatori arrivati allo stadio su un unico pullman e i presidenti dei quattro team finalisti atterrati in elicottero fuori dal Camp Nou. Ovvio che si replicherà quanto prima. Adesso, però, tocca alle donne: il prossimo evento in calendario, infatti, è l’edizione femminile, la Queens League.



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