La tecnologia non basta: il braccialetto elettronico non ha impedito l’omicidio di Concetta Marruocco



La triste storia di Concetta Marruocco, una donna che ha vissuto una vita segnata da violenze per oltre due decenni, è un racconto di dolore e disperazione. La sua morte, avvenuta recentemente, era purtroppo un destino annunciato. Nonostante i suoi sforzi nel cercare aiuto e protezione, la tragica fine di Concetta mette in evidenza le lacune nel sistema di sicurezza che dovrebbe proteggere le vittime di violenza domestica.



Per oltre 20 anni, Concetta ha vissuto un vero e proprio incubo. Ha denunciato più volte le violenze subite dal suo ex-marito, ma purtroppo, le denunce non sono state sufficienti a tenerla al sicuro. Anche le restrizioni di avvicinamento imposte all’ex-marito non sono riuscite a fermare la sua furia omicida.

Un dettaglio ancora più inquietante di questa storia è che l’assassino indossava un braccialetto elettronico a seguito di un divieto di avvicinamento. Tuttavia, nel momento cruciale, il dispositivo di controllo ha fallito nel suo compito di proteggere Concetta. Nessun segnale d’allarme è stato inviato alle autorità competenti. Questo fatto solleva domande sulla manutenzione e l’integrità dei dispositivi di sorveglianza elettronica utilizzati per monitorare gli aggressori.

L’associazione Artemisia, a cui Concetta Marruocco si era rivolta per chiedere aiuto, ha dichiarato che il divieto di avvicinamento era stato violato più volte. Di conseguenza, il braccialetto elettronico potrebbe essere stato disattivato o sabotato da tempo. Questa tragica vicenda sottolinea l’importanza di affrontare la violenza domestica in modo più efficace e di garantire la sicurezza delle vittime.

La morte di Concetta Marruocco è una triste testimonianza del fallimento del sistema nel proteggere le vittime di violenza domestica. È un appello a migliorare le misure di sicurezza e il monitoraggio dei trasgressori, in modo che altre vite possano essere salvate in futuro.



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