Sofia Stefani, il compagno della poliziotta Giampiero Gualandi arrestato per omicidio volontario: avevano avuto una storia



La piccola comunità di Anzola dell’Emilia, con i suoi 12.000 abitanti, è stata profondamente colpita dall’omicidio di Sofia Stefani, avvenuto ieri sera all’interno del comando dei vigili urbani. In piazza Giovanni XXIII, dove si trova la “Casa Gialla”, sede della polizia municipale, i negozi stanno abbassando le saracinesche in segno di lutto, mentre le bandiere al comando sono state abbrunate.



La notizia ha scosso tutta la comunità, dove sia la vittima che l’uomo arrestato con l’accusa di omicidio, Giampiero Gualandi, erano molto conosciuti. Sofia, 33 anni, ex vigilessa, era andata a trovare Gualandi, con cui aveva avuto una relazione. Durante la visita, Gualandi avrebbe sparato un colpo di pistola d’ordinanza, colpendo mortalmente Sofia.

Nella notte, a seguito di gravi indizi di colpevolezza, i carabinieri hanno disposto il fermo di indiziato di delitto per Gualandi, portandolo in carcere a Bologna, dove è a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa della convalida. Il pubblico ministero Stefano Dambruoso sta coordinando le indagini.

Sofia Stefani, secondo le prime ricostruzioni, è stata uccisa da un colpo di pistola alla testa. Gualandi, 63 anni, ex capo dei vigili di Anzola dell’Emilia, è stato fermato per omicidio volontario. Durante l’interrogatorio, Gualandi si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Le circostanze dell’omicidio sono ancora in fase di chiarimento. La primissima versione fornita da Gualandi, non a verbale, è stata quella di un colpo partito accidentalmente. Tuttavia, secondo alcune fonti, inizialmente si è pensato a un suicidio, ma non si possono escludere altre ipotesi.

Il sindaco di Anzola, Giampiero Veronsi, ha dichiarato: “È un fatto che ha scosso il nostro comune. La morte di una ragazza di 33 anni per un colpo di arma da fuoco è traumatizzante. Dobbiamo stringerci alla famiglia di Sofia. È una perdita devastante e dobbiamo reagire come comunità. Proclamerò il lutto cittadino.”

Il 118 è arrivato sul posto intorno alle 16, ma per Sofia non c’era nulla da fare. L’arma è stata sequestrata e l’area transennata dai reparti scientifici dei carabinieri. Si indaga anche sul motivo per cui Sofia, congedata dai vigili, si trovasse nel comando.

Uno dei colleghi di Sofia, che ha preferito rimanere anonimo, ha dichiarato: “Sofia era una persona eccezionale, sempre disponibile e sorridente. Non riesco a credere a quello che è successo. Tutti qui ad Anzola siamo sotto shock.”

La tragedia ha sollevato numerosi interrogativi sulla dinamica dei fatti e sulle responsabilità. L’intera comunità attende risposte e chiede giustizia per Sofia, una giovane vita spezzata in modo così tragico e improvviso.



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