Martina Colombari e i tradimenti con Billy Costacurta



Le uniche immagini in cui Martina Colombari mostra un sorriso sono quelle scattate in famiglia o con amici. “Non riesco nelle altre, anche se mi piace posare”, afferma. Successivamente, connette l’incredibile risultato delle foto di queste pagine alla ragione che le ha rese possibili: “Per essere così a tuo agio di fronte alla macchina fotografica, devi amarti molto”. Da un po’ di tempo ha iniziato a farlo sinceramente e durante la nostra conversazione cercherà di spiegare questo “sinceramente”, che ha poco a che vedere con la bellezza (che non le è mai mancata) e molto con la decisione di stare bene e l’impegno che richiede prendersi cura di sé e delle proprie relazioni. In altre parole, è una meta raggiunta. Perciò, iniziamo dal punto di partenza.



Perché non sorride nelle foto? “Nel lavoro sono un soldato. Mi metto in modalità ‘prima della classe’. Quando facevo sfilate, ero l’unica a non contestare le indicazioni degli stilisti: obbedivo. Solo alla fine della sfilata concedo una deviazione dall’inespressività richiesta e lancio un’occhiata”.

Le era stato chiesto di essere inespressiva durante l’adolescenza, un periodo in cui esprimersi è fondamentale per formare l’identità. Come ha recuperato quegli anni? “Non li ho recuperati. Quegli anni, dai 16 ai 22, sono perduti per sempre: niente fine settimana con gli amici, serate fuori, studiare all’estero, interRail. Per molto tempo, non mi sono nemmeno resa conto di aver perso così tanto: non ero solo fedele alle richieste degli stilisti ma anche a quelle dei miei genitori, poi di mio marito, poi di mio figlio. Ho sempre assecondato gli altri”. Si avverte l’arrivo di un “finché”… Finché? “Finché a 40 anni ho compreso che se sei una ciliegia non puoi fingerti banana per sempre per accontentare gli altri. Ho iniziato a smontare i miei pezzi e a rimontarli. C’era una perfezione che non mi apparteneva. Io non ero quella. Mi sono ripresa Martina”.

Cosa ha scatenato il cambiamento? “È avvenuto quando ho capito che non dovevo più dimostrare di essere, oltre che bella, anche brava, che oltre ai miei occhi azzurri avevo una mente e un cuore e che sotto quella corona da Miss c’ero io. Teatro, meditazione e yoga mi hanno sostenuta. Ma soprattutto un po’ di egoismo, iniziando a fare solo ciò che desideravo. Ho compreso che il mio tempo è limitato e non ha senso sprecarlo con chiunque.

E che bisogna accettare gli altri per ciò che sono e ciò che possono offrire. Questo ha cambiato anche il mio rapporto con mio padre. I miei mi hanno avuta molto giovani, ma mia madre è diventata madre subito, nonostante i suoi 17 anni, mentre mio padre non aveva molto istinto paterno e per anni gliene ho fatto una colpa, spesso con un po’ di crudeltà. Ci siamo riavvicinati solo quando ho capito che lui non poteva dare di più”. In che modo ne ha tratto vantaggio? “Mi sono liberata dal senso di colpa che provavo nei confronti di mio figlio ogni volta che mi allontanavo per lavoro o altro. Ho capito che Achille e Ale (Alessandro Costacurta, suo marito) stanno anche meglio quando non ci sono, sono un po’ invadente”. Il tuo cambiamento ha causato turbolenze in famiglia? “Mio marito ha apprezzato.

Mi vede più serena, felice e appagata. Con una consapevolezza diversa da prima. Il nostro è amore. Lui mi incoraggia e mi spinge a mettermi alla prova come mai nessuno aveva fatto prima”. Queste foto ci costringono a parlare del tuo fisico. Come fai a mantenerlo così a 47 anni? “Proviamo a non parlare di corpo ma di salute? Dobbiamo smettere di collegare il prendersi cura di sé con l’estetica: riguarda il benessere. Ho iniziato a cambiare prospettiva grazie a un allenatore che 18 anni fa mi ha insegnato una regola fondamentale: rispettare il corpo e muoverlo, non importa come.

Un corpo che si muove è più sano, aiuta a gestire meglio anche le emozioni. È il corpo che ci sostiene, non il contrario. Poi, qualche anno fa, con il dottor Damiano Galimberti, ho iniziato a occuparmi del mio invecchiamento. Non combattendolo – perché vincerebbe comunque – ma lavorando sulla salute affinché il corpo invecchi bene. Ho fatto il test del DNA, quello epigenetico (si fa analizzando un capello e “legge” come il corpo reagisce agli stimoli esterni e all’inquinamento circostante), del microbiota intestinale. Ho scoperto ciò che mi mancava, cosa non produco, cosa devo integrare e ho ottenuto una sorta di libretto delle istruzioni per ricreare un equilibrio.



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