Rivalutazioni Pensionistiche: le Perdite Potrebbero Raggiungere gli 8.000 Euro



Scopri come la rivalutazione delle pensioni potrebbe portare a perdite fino a 8.000 euro. Questo cambiamento strategico mira a sostenere le pensioni più basse, penalizzando al contempo quelle più elevate. Scopri tutti i dettagli in questo articolo.



Rivalutazione pensioni

La Rivalutazione delle Pensioni: Un Cambiamento di Prospettiva

Il nuovo approccio alla rivalutazione delle pensioni prevede un sostegno maggiore per gli assegni più bassi, finanziato attraverso una rivalutazione minore delle pensioni più alte. Questa logica inversamente proporzionale mira a mantenere il passo con l’aumento degli assegni, che varierà dall’1,2% al 5,6% a seconda dell’importo del cedolino.

Un Sistema di Calcolo che Favorisce le Pensioni più Basse

Questo metodo di calcolo premia le pensioni inferiori a 4 volte il minimo (quelle inferiori ai 2.101,52 euro) e penalizza quelle che superano il minimo almeno di 10 volte, ovvero gli assegni superiori ai 5.253,80 euro al mese.

La Necessità di Penalizzare gli Assegni più Alti

Gli assegni almeno 10 volte superiori al minimo Inps sono penalizzati rispetto a quanto accaduto nel 2023. Per i percettori, la rivalutazione sarà solo del 22% dell’inflazione, con minori entrate che possono raggiungere anche gli 8.000 euro all’anno.

Un Occhio alle Pensioni Minime

Lo spazio di manovra per le rivalutazioni è ridotto anche a causa della volontà dell’esecutivo di aumentare le pensioni minime con incrementi dell’1,5% per i pensionati tra i 65 e i 75 anni e del 6,4% per gli over 75.

In conclusione, la rivalutazione delle pensioni è un tema complesso che richiede un delicato equilibrio tra il sostegno alle pensioni più basse e la necessità di finanziare questo sostegno. Mentre questa nuova strategia può portare ad alcune perdite, l’obiettivo finale è quello di creare un sistema pensionistico più equo e sostenibile.



Lascia un commento