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A Napoli, decine di colleghi donano il sangue per il carabiniere Giovanni Russo, gravemente ferito



Questa mattina, un gruppo numeroso di carabinieri si è recato presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale del Mare di Napoli, situato nella zona di Ponticelli, per supportare il collega Giovanni Russo, vice brigadiere rimasto gravemente ferito durante un’operazione di servizio. Il gesto, nato spontaneamente attraverso il passaparola tra i militari, ha rappresentato una dimostrazione concreta di solidarietà e vicinanza, con molti di loro che hanno deciso di donare il sangue per il collega ricoverato.



Il nome di Giovanni Russo non è sconosciuto. Una fotografia scattata nel 2021 lo aveva già reso noto a livello internazionale. In quell’immagine, si vede il carabiniere con i capelli brizzolati e la mascherina sul volto mentre trasporta il busto del baby boss Emanuele Sibillo, simbolo del clan omonimo, sequestrato durante un’operazione contro la criminalità organizzata nel centro storico di Napoli, legata al gruppo noto come “Paranza dei bambini”. Un’immagine che ha rappresentato la fermezza dello Stato contro le organizzazioni criminali.

Il direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ha commentato l’iniziativa dei carabinieri con parole cariche di emozione: «Questa mattina al Centro Trasfusionale sono arrivati tanti, ma tanti carabinieri, è stato un gesto bellissimo. Anche in questo caso, in un momento così delicato, i carabinieri hanno dimostrato, con un gesto per noi molto importante, la vicinanza dell’Arma ai cittadini».

L’incidente che ha coinvolto il vice brigadiere Giovanni Russo si è verificato nella mattinata del 6 dicembre a San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia orientale di Napoli. Durante un’operazione, la tettoia di lamiera su cui si trovava ha ceduto improvvisamente, facendolo precipitare da diversi metri d’altezza. A seguito della caduta, il 53enne, originario di Pomigliano d’Arco, ha riportato gravi fratture agli arti e al bacino, oltre a lesioni interne. Le sue condizioni sono apparse subito critiche.

Trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, Giovanni Russo è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’emergenza per la ricostruzione dell’aorta toracica utilizzando un’endoprotesi. L’operazione, condotta dall’equipe guidata dal primario di Chirurgia Vascolare Gennaro Vigliotti, è stata giudicata tecnicamente riuscita. Tuttavia, i medici mantengono la massima cautela e attendono ulteriori sviluppi nelle prossime ore per escludere completamente il rischio per la sua vita. Attualmente, le sue condizioni sono stabili e il paziente è stato sedato.

La notizia dell’incidente ha scosso profondamente l’Arma dei Carabinieri. Nelle ore successive all’accaduto, le chat tra i colleghi sono state inondate da messaggi di preoccupazione, solidarietà e supporto. Molti si sono chiesti come poter aiutare concretamente il collega ferito, mentre altri hanno espresso dolore e vicinanza alla famiglia del vice brigadiere. Anche le alte cariche istituzionali hanno voluto manifestare il loro sostegno. Il generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, ha inviato un messaggio ufficiale di solidarietà, così come il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

L’episodio ha riportato l’attenzione sull’importanza del lavoro svolto quotidianamente dai carabinieri e dai membri delle forze dell’ordine in contesti spesso difficili e pericolosi. La figura di Giovanni Russo è emblematica: un uomo che ha sempre svolto il proprio dovere con dedizione e coraggio, come dimostrano sia il suo impegno contro la criminalità organizzata sia l’incidente che lo ha colpito mentre era in servizio.

Le donazioni di sangue effettuate dai colleghi rappresentano un gesto simbolico ma anche pratico per sostenere Giovanni Russo in questo momento critico. Il Centro Trasfusionale dell’Ospedale del Mare ha accolto con gratitudine l’afflusso spontaneo dei militari, sottolineando come queste azioni siano fondamentali non solo per il collega ferito ma anche per altri pazienti che necessitano di trasfusioni.

Le prossime ore saranno decisive per valutare l’evoluzione delle condizioni cliniche del vice brigadiere. I medici rimangono prudenti ma fiduciosi, monitorando costantemente i parametri vitali del paziente. Intanto, la comunità si stringe attorno a lui e alla sua famiglia, sperando in una pronta ripresa.

L’incidente di San Giovanni a Teduccio evidenzia ancora una volta i rischi che i membri delle forze dell’ordine affrontano ogni giorno nel loro lavoro. La vicenda di Giovanni Russo non è solo una storia personale ma anche un richiamo al valore del sacrificio e della solidarietà, elementi che continuano a caratterizzare l’Arma dei Carabinieri e il loro rapporto con la cittadinanza.



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