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“Abbiamo fatto tutto il possibile”: la gita e la tragedia, la storia e le circostanze dell’incidente del bambino caduto nel pozzo



La disperazione dell’educatrice che ha tentato invano di salvare il bambino caduto in un pozzo a Palazzolo Acreide, Siracusa. I vigili del fuoco sono riusciti a salvare la donna, ma per il piccolo non c’è stato nulla da fare.



“Non ce l’ho fatta, non ce l’ho fatta”, sono queste le parole disperate di una donna di 54 anni che ieri ha cercato di salvare, purtroppo senza successo, un bambino di dieci anni caduto in un pozzo nelle campagne di Palazzolo Acreide (Siracusa). L’educatrice, che lavora presso la Fondazione Anffas Doniamo Sorrisi, si è calata nel pozzo nel tentativo di soccorrere il piccolo, ma è rimasta bloccata. Ai soccorritori ha spiegato di non riuscire a scendere ulteriormente.

Il Drammatico Intervento dei Soccorritori

Poco dopo, la donna è stata tratta in salvo e trasportata in ospedale con ferite e in stato di shock. Purtroppo, per il bambino non c’è stato nulla da fare; i sommozzatori dei vigili del fuoco lo hanno recuperato già privo di vita.

“Siamo intervenuti immediatamente dopo la richiesta di soccorso. Quando la squadra è arrivata sul posto, i pompieri si sono calati nel pozzo e hanno salvato la donna. Purtroppo, non siamo riusciti a fare nulla per il bambino, era già morto quando lo abbiamo recuperato,” ha dichiarato Ugo Macchiarella, comandante dei vigili del fuoco di Siracusa, che ha coordinato le operazioni di soccorso.

Sul luogo della tragedia erano presenti anche il sindaco, i carabinieri e i genitori del bambino. Per loro è stato predisposto un servizio di assistenza psicologica. Il bambino, che frequentava un campo estivo organizzato dall’Anfass, lascia due fratelli, uno più piccolo e uno più grande.

Le Indagini e la Ricostruzione della Tragedia

La Procura di Siracusa ha subito aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Il pubblico ministero dovrà ascoltare tutte le persone presenti al campo estivo, circa quindici, per ricostruire i momenti che hanno preceduto la tragedia. Saranno fondamentali le testimonianze degli operatori e del proprietario del terreno, che è anche a capo della cooperativa sociale.

La copertura del pozzo ha ceduto

Secondo una prima ricostruzione, fornita dal sindaco Salvo Gallo, la gita stava per concludersi e il pullman era già pronto a partire. Il bambino stava giocando vicino al pozzo quando la copertura ha ceduto sotto il suo peso, facendolo precipitare nella cavità profonda circa 15 metri, per metà piena d’acqua. Un volontario aveva cercato di dissuaderlo dal rimanere sulla copertura, ma la tragedia si è consumata in pochi istanti.

Resta ancora da chiarire se il bambino sia morto per annegamento o per le lesioni riportate durante la caduta. Sarà il medico legale, incaricato dalla procura, a stabilirlo con l’autopsia.

Una Comunità in Lutto

La comunità è sconvolta dalla tragedia. I festeggiamenti per San Paolo Apostolo, patrono del comune, sono stati sospesi e il sindaco ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali. La scuola primaria frequentata dal bambino ha pubblicato un messaggio di cordoglio su Facebook: “Un dolore profondo e ingiustificabile che colpisce tutti noi. Ci stringiamo in rispettoso silenzio e con un sentimento di vicinanza alla famiglia, ai compagni di classe e quanti hanno stretto con lui legami di amicizia e affetto.”

Silenzio invece sulla pagina Facebook della fondazione, dove sono presenti solo post e foto dei giorni precedenti la tragedia.



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